Adolf Hitler e Winston Churchill allo specchio

 

“La Germania dovrebbe essere bombardata regolarmente

ogni 50 anni anche senza motivo”.

Cit. Sir Winston Churchill

 

È ora di fare qualche paragone fra questi due personaggi storici: Adolf Hitler e Winston Churchill. Sarò brevissimo e spero di non dire delle cretinate, io che non sono uno storico doc.

L’arte e la politica, Adolf Hitler e Winston Churchill, ce le avevano nel sangue e più precisamente, il primo, Adolf Hitler, ce le aveva nel cuore; il secondo, Winston Churchill, ce le aveva nel cervello. Del primo si dice ch’era un mostro, col cuore aggiungo io; del secondo si dice ch’era un grande uomo, col cervello aggiungo io. Partiamo con quest’ultimo.

Sir Winston Churchill, grazie al suo cervello, se fosse stato per lui avrebbe mandato 400.000 soldati, per lo più inglesi, al macello sulla spiaggia di Dunkerque e forse la Seconda Guerra Mondiale avrebbe potuto finire lì; il Führer Adolf Hitler, grazie al suo cuore, non ha bombardato né dal cielo né dalla terra quei 400.000 mila soldati bloccati a Dunkerque; Sir Winston Churchill, grazie al suo cervello, nell’operazione Catapult 1940, prese a colpi di cannone le navi francesi, i suoi alleati, per paura che i tedeschi avessero potuto impadronirsi di esse e poi usarle contro di loro; il Führer Adolf Hitler, grazie al suo cuore, ha risparmiato Parigi e i suoi monumenti nonostante il comportamento negativo dei francesi contro i tedeschi, particolarmente nelle negoziazioni di Versailles alla fine della Prima Guerra Mondiale; Sir Winston Churchill, grazie al suo cervello, nel 1940 molti londinesi volevano la pace, lui la guerra e l’ha ottenuta; il Führer Adolf Hitler, grazie al suo cuore, ha ritardato il suo attacco di tre mesi alla Russia (e fu fatale per lui e la Germania dicono alcuni esperti, a causa del cambiamento di stagione) per andare in aiuto ai poveri soldati italiani finiti sotto il fuoco dei greci; Sir Winston Churchill, mentre la Guerra infuriava nel deserto de El Alamein, lui dipingeva tranquillamente e felicemente in un palazzo di Marrakech; il Führer Adolf Hitler, grazie al suo cuore, aveva iniziato a capire ad un certo momento della guerra che i suoi generali non gli obbedivano più; Sir Winston Churchill, grazie al suo cervello, alla fine della seconda guerra mondiale, quando la Germania era ormai solo un mucchio di detriti, ha fatto radere al suolo Dresda e altre città tedesche che respiravano ancora; il Führer Adolf Hitler, grazie al suo cuore, ha sposato la sua compagna, Eva Braun, negli ultimi giorni della sua vita e poi si è suicidato insieme alla moglie per non finire, sia lui che lei, né vivi né morti nelle mani del nemico.

Winston Churchill faceva parte dei sovrani inglesi. Da generazioni la sua famiglia era composta da generali, gente che uccideva per i reali. Viveva in un gran palazzo con un gran parco e nelle più ampie ricchezze; Adolf Hitler era figlio d’un capostazione. Aveva perso i suoi genitori da giovanissimo, aveva assaporato la fame, l’ingiustizia, la solitudine e durante la Prima Guerra Mondiale si era fatto quattro anni di trincee,si era fatto quattro anni di trincee l‘esperienza più atroce e più inumana che si possa fare. Forse Adolf Hitler, dopo tutto quello che aveva vissuto, aveva qualche motivo per prendere l’Europa e i monumenti di Parigi a colpi di cannone, ma possiamo dire la stessa cosa di Sir Winston Churchill?

Hitler aveva una visione artistica della vita. Voleva un’umanità più sana, più bella e più felice. Churchill aveva una visione di sudditanza della vita. Nel primo c’era un cuore d’artista, un cuore vero, realista, interessato a migliorare il genere umano; nel secondo c’era un cervello addestrato, servile, calcolatore, sempre pronto a proteggere, a torto e a ragione, i suoi signori e i loro interessi e, quindi, anche i suoi interessi.

I Grandi Uomini come Sir Winston Churchill, hanno una visione della storia discriminatoria e individuale e fanno di tutto per farsi vedere all’opposto di quello che sono realmente; i piccoli uomini alla Adold Hitler hanno una visione della storia al plurale, in senso umano e sociale. Ecco cosa distingue fondamentalmente questi due personaggi storici.

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