“Il grande libro della natura è scritto in linguaggio matematico”

 

Il mondo per com’è e non per come si vuole che sia *

 

La matematica non è una scienza, se per scienza intendiamo tutto ciò che è visto al microscopio e al telescopio. Questi due strumenti di precisione hanno centrato milioni e miliardi di fenomeni piccoli e grandi in ogni angolo dell’universo, ma mai un numero.

L’universo, visto fenomenicamente, esiste; la matematica, vista fenomenicamente, è inesistente.

Il mondo della matematica non è un mondo reale come lo è il Monte Bianco, è un mondo inventato: i numeri sono cultura, i fenomeni natura.

La matematica, senza gli esseri umani, è aria fritta ovvero un prodotto della mente che ha a che fare, non coi fatti, ma con l’invenzione: la matematica è invenzione.

La materia è tutto con o senza i numeri; i numeri senza la materia sono nulla; il concetto matematico, per esistere, ha bisogno dei numeri; le cose concrete, i fenomeni, gli oggetti, per esistere, non hanno bisogno di niente, e meno che meno dei numeri.

Domanda banale. Cosa viene prima il cervello o la matematica? Il cervello. Ed è questo che s’inventa la matematica e non viceversa.

Ci sono culture che la matematica non la conoscono. Quella degli aborigeni australiani, quella degli indiani d’America, ecc.

Facciamo un esempio come si deve. In un campo ci sono quattro lama e c’è anche il numero 4 che abbiamo scritto e piazzato noi. I lama hanno zampe, orecchie, occhi e sono coperte di lana e sono lì con o senza di noi; il numero 4 è composto da due aste ed è una nostra creazione, senza di noi il numero 4 non esisterebbe. Non fa parte del campo e della natura come i lama, è una cosa superflua all’ambiente. Un simbolo, dunque. Ha un senso solo e solo se viene utilizzato coerentemente con altri simboli del suo genere. Tutti gli esseri umani hanno visto i lama in natura, nessuno ha mai visto i numeri.

Se dico la foglia della vite è verde ed è realmente verde, allora la mia descrizione della foglia corrisponde a realtà; se dico 2+2=4, questo è vero solo all’interno della matamatica. Il verde della foglia corrisponde a tutte le foglie verdi delle piante sulla Terra; l’addizione 2+2=4 funziona solo e solo coi numeri, al di fuori di essi è morta. Fra ciò che corrisponde alla realtà naturale e ciò che corrisponde alla realtà artificiosa dei numeri, c’è un abisso.

La matematica ha regole; la natura ha leggi. Le prime sono create dagli esseri umani, le seconde sono incorporate nei fenomeni; le prime durano poco; le seconde molto; le prime sono masturbazioni cerebrali, le seconde sono innate, le prime sono mortali, le seconde immortali: vivranno fino a quando ci sarà materia nell’universo.

La matematica è come il gioco degli scacchi, come il gioco della roulette russa, come il gioco del tennis, un gioco, dunque, un gioco che si gioca con un insieme di regole, di simboli, di sgorbi che hanno senso solo fra loro e per quelli che li conoscono.

I così chiamati “geni della matematica”, sono in realtà geni di un’invenzione culturale. Riescono a mettere numeri dove ci sono particelle e poi confondono queste ultime coi loro sgorbi, le chiamano stringhe!

Galileo Galilei sbaglia quando dice che “il grande libro della natura è scritto in linguaggio matematico”. Intanto la matematica in natura non esiste, Galileo sì, ma la matematica no, questa è un prodotto della sua mente; intanto in natura è tutto caso e caos, ma questo Galileo lo sapeva?

Einstein detestava la matematica e perciò la masticava male, anzi malissimo. Il suo amico Marcel Grossmann ne sapeva qualcosa.

Scrive Einstein: “Nella misura in cui le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sono certe. E nella misura in cui sono certe, non si riferiscono alla realtà”.

Nessuno qui sta negando il prezioso contributo che la matematica ha apportato alla scienza, ma questo non cambia il fatto che essa è un artificio mentale e non una realtà dei fenomeni che costituiscono il mondo in cui viviamo.

All’inizio degli anni Settanta, a Melbourne, in Australia, scrivevo quartetti in inglese. Ero sorpreso di scoprire che, nonostante la mia scarsa conoscenza di questa lingua, trovavo sempre la parola che faceva rima alla fine del quartetto e non importava quanto era difficile. Mi sembra che la matematica e i quartetti siano molto simili. Sono convinto che con le teorie si riuscirà sempre a creare nella propria mente tutto ciò che uno immagina o desidera. È una questione, non di fatti, ma di coerenza inventiva, come nei quartetti.

 

*     Non vorrei apparire un folle prendendomela con l’arte, con la cosmologia, con la storia e ora anche con la matematica, perché io non mi ritengo un folle e tanto meno un cretino. Sono uno che cerca di mettere un po’ d’ordine nel mondo falso, prepotente e dominato dagli stolti in cui viviamo.

Quando dico, tanto per dare qualche esempio, che l’arte è creata da eunuchi al servizio dei tiranni, quando dico che il “tempo” non esiste, il tempo non esiste. Lo stesso vale per lo “spazio”, per la “natura”, per la “quarta dimensione”, per la “matematica”, per la teoria dello “spaziotempo”, per l’ “universo”. Questo, l’universo, è solo un nome inventato. Il suo vero nome è l’ “innominabile”. L’innominabile? Certo, l’innominabile. Quando noi non ci saremo più, e questo avverrà prima o poi, come lo si chiamerà?

Insomma, basta con le falsità artistiche, accademiche, scientifiche, basta con le bugie istituzionalizzate, ideologiche, basta con l’arroganza e l’ignoranza, per favore!

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