I Lager moderni

Succede, e non di rado, di amare chi non ci ama, chi ci sprezza, chi abusa di noi; succede, e non di rado, di essere amati, ma di non amare chi ci ama; ma soprattutto succede di sviluppare una sorta di “incosciente coscienziosità” nei nostri doveri di cittadini verso coloro che ci sfruttano e ci umiliano ma non ci amano.

Vorrei, dunque, vorrei che qualcuno mi aiutasse a capire, e gli sarei molto grato, come si può rispettare, come si può obbedire, addirittura ad essere pronti a morire per coloro, proprio per coloro che ci rendono la vita un inferno? Vorrei anche, se non è chiedere troppo, che qualcuno mi aiutasse a capire come si può porgere l’altra guancia ai propri boia? Insomma, noi esseri umani, come abbiamo fatto ad arrivare a questo vergognoso, cieco e infame condizionamento sociale?

E ancora. Un popolo, si può veramente definire un popolo quando viene lasciato sul lastrico, quando viene intontito con ogni mezzo, abbrutito, animalizzato; quando viene svuotato di ogni dignità, quando diventa stomachevolmente servile, pronto in qualsiasi momento a baciare il culo dei suoi kapò, quando un popolo arriva a questo, lo si può ancora definire un popolo?

I Lager, come i fascismi, esistono ovunque nel mondo, e non si chiamano solo Dachau, Struthof, Auschwitz, Birkenau, Bergen-Belsen ecc, si chiamano anche “paesi democratici moderni!”

A volte mi chiedo, lo so che esagero, ma non posso farci nulla, è così, mi chiedo qual’è la differenza tra i prigionieri dei Lager e i proletari di oggi, particolarmente di certi paesi, come quello, ad esempio, de il Paese delle meraviglie?

Sì, ci terrei proprio tanto che qualcuno mi spiegasse questo obbrobrioso connubio fra kapò e condannati, questo nuovo fenomeno sociale che, ormai, sta diventando, non l’eccezione, ma la regola in giro per il mondo.

Grazie.

 

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