Il Paese delle meraviglie (8)

Il paese dei monologhi (VI)

Gli inglesi, i francesi, i tedeschi, gli scandinavi del diciottesimo secolo leggevano molto di più di quanto leggano oggi i meravigliosi. “L’Italia è all’ultimo posto in Europa, e nelle posizioni di coda anche nel resto del mondo, fra le nazioni che comprano libri. E al primo posto fra i popoli che sfogliano rotocalchi e giornalini e fumetti”, Giorgio Maremmi, “L’Agenda dello Scrittore”, p. 4.

Girala come vuoi, Rossi, il senso è sempre quello, i meravigliosi non sono cresciuti, sono rimasti bambini: leggono i fumetti, le riviste illustrate. Io abito in una piccola città di provincia e, tutte le volte che prendo il treno, trovo raramente qualcuno che legge. Incontro gente che dorme, che chiacchiera e sguardi inebetiti. Ci sono, a volte, studenti che leggono, ma sono muniti di un evidenziatore e del solito libro scolastico: ecco cosa leggono! Nel Paese delle meraviglie non si studia per conoscere, si studia, semmai, per prendersi un diploma, una laurea, sperando che, poi, una volta laureati o diplomati, una volta muniti di questo pezzo di carta rilasciato dalle fabbriche scolastiche, si possa trovare un buon lavoro e fare molti soldi. Ecco lo scopo dello studio!

Il paradossale è che, nonostante i meravigliosi siano un fiume di parole, per le cose che contano nessuno ascolta nessuno e, di conseguenza, il Pdm è diventato, ahimè!, il paese dei monologhi: ognuno parla a se stesso, e tutto questo, sempre e sempre, grazie alla Santa Santissima Indifferenza Divina e al Santo Santissimo Stato Predatore.

Dopo tutto, Rossi, per controllare questa macchina cranica ci vuole poco, molto poco, basta solo farla andare in Chiesa, mantenerla ciarliera, lettrice di fumetti, fessa e poi, e poi panem et circenses! L’ottusità del popolo del Paese delle meraviglie ha radici profonde, viene dal pulpito. Oggi, nonostante la brezza democratica che si respira in alcuni paesi del mondo, nonostante ciò, l’Indice (questo, anche se ufficialmente bandito dal 1966, in realtà è ancora micidiale) e la censura vietano ai Rossi di vedere certi film, di leggere certi libri, di andare a certe mostre, di ascoltare lingue straniere in tivù; oggi, nella classifica mondiale sulla libertà d’informazione e la libertà di parola, il Pdm occupa il sessantottesimo posto dopo Ghana, Madagascar e Bolivia.

Pensa che in Grecia, in Scandinavia, in Francia, in Germania, anche in Spagna!, in tutti questi paesi e in molti altri ancora, vengono proiettati sul piccolo schermo, da moltissimi anni ormai, film in lingua originale, eccetto che nel Paese delle meraviglie. Perché? Perché non si vuole svegliare, stimolare i meravigliosi allo studio delle lingue, all’emancipazione culturale, alla conoscenza. Dopo tutto, se il popolo fosse avveduto politicamente e culturalmente, pensi proprio che andrebbe ad ascoltare lo stregone che parla dalla finestrella? Pensi proprio che manderebbe al potere dei delinquenti? È utile, molto utile, amico mio, avere degli analfabeti, illetterati e morti di fame per cittadini, perché solo così li si può manovrare secondo il proprio volere. Ecco dove portano le imperfezioni iniziali, Rossi, ecco il risultato dei piccoli “io”.

 

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