L’ Italia analfabeta – post 29

La storia made in Italy

Un vascello sgangherato e alla deriva

Tutti lo sanno, tutti lo vedono, tutti lo capiscono e, nonostante ciò, tutti si prendono per i fondelli l’uno con l’altro sostenendo: Che vascello! Che capitaneria! Che equipaggio! Che team!

Lasciamo perdere, per favore, e veniamo al dunque. Riguardo alla vicenda di cui stiamo per parlare, tutto è stato chiaro sin dall’inizio. La cosa è andata più o meno come si prevedeva che andasse: tutta la ciurma ha votato, nonostante la pessima conoscenza della pirateria, il filibustiere, una specie di pitbull di grossa traballante stazza, mandandolo al potere alla prima votazione. E perché? Perché questi, il filibustiere, durante la campagna per la capitaneria, aveva promesso impiego e ricchezze a tutto l’equipaggio. Questo, of course, ci aveva abboccato. Il risultato è stato che, una volta eletto capo, il filibustiere ha dimenticato le sue promesse, cosa molto diffusa nel suo milieu, e ha iniziato a fare ciò che conveniva a lui.

Tra le centinaia di disastri che ha combinato il pirata capo, la più madornale è stata quella di aver coinvolto il suo equipaggio in una guerra senza ragione e senza gloria. Lo ha fatto convincendo i giovani, in cambio d’un misero compenso, a lasciare il loro vascello e ad andare a combattere in acque lontane, straniere e profonde per alcuni dei suoi amici ladroni e predoni.

Questi giovani combattenti, ancora imberbi, che non avevano un lavoro fisso sul vascello alla deriva, hanno accettato l’offerta per disperazione. L’equipaggio, però, quello che aveva eletto il pirata, questa volta si era opposto, non voleva mandare i suoi figli a combattere dicendo: “Che ci vada lui. Che ci vada il filibustiere coi suoi figli a combattere in quelle acque lontane e lasci in pace i nostri.” Troppo tardi. L’aveva ormai votato.

Il capo pirata, nonostante la dura opposizione dell’equipaggio, era riuscito comunque, insieme ai suoi compari, the scum of the drift vessel, a mandare la giovane carne da cannone a guerreggiare in quelle acque straniere dicendo ch’era in missione santa e promettendo gloria e onori.

Segnaliamo, in nuce, che l’impianto politico del vascello sgangherato e alla deriva è che chiunque si mandi al potere, subito dopo, inevitabilmente e fatalmente, diventa un fuorilegge legalizzato a tutti gli effetti, cioè non rispetta le leggi, fa e disfa tutto quello che desidera come meglio crede e vuole senza rincorrere a punizioni, quindi un fuorilegge.

E così la giovane carne è partita al rullo dei tamburi; partita non in missione santa come si diceva, ma ad uccidere.

Come c’era da aspettarselo, questa vicenda è finita male. Qualche tempo dopo la partenza, parecchi giovani del vascello sgangherato e alla deriva, sono morti ammazzati in quelle gelide acque. Scendevano nel mare, non con le pance vuote e i visi straziati come scendono oggi gli emigranti tra l’Africa e Lampedusa, ma scendevano con i corpi tutti bucati dai proiettili o squarciati dalle bombe.

Allora, il pirata capo, il pitbull di grossa traballante stazza, che doveva pure spiegare l’accaduto all’equipaggio, se l’era cavata egregiamente inventandosi una storia allucinante, da non crederci. Era riuscito a far bere all’equipaggio che i combattenti erano morti con onore, da eroi! Di più. Era riuscito a fare di questo atto senza senso e senza gloria, un atto patriottico.

Di più, di più, di più! I servi del pirata capo, the scum of the drift vessel, hanno immobilizzato un taglialegna, uno di quelli che si spacciano per artisti, dicendogli di scolpire un monumento ai caduti! Così, ora, Rossi, caro Rossi, su questo rottame galleggiante e alla deriva, si è aggiunto un altro simbolo di gloria, quello delle intrepide imprese del filibustiere. Ecco un’altra immortale pagina di storia, storia stile il Paese delle meraviglie.

Nel prossimo post, Tanzino agli arresti domiciliari

Tratto da  Il Paese delle meraviglie

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