La bestialità del vivere

In un modo o in un altro, la bestialità del vivere ha sempre dominato nella società. Tutti i sentimenti nati in questa barbarie organizzata in cui sguazziamo, si sono cristallizzati nel modo più inumano lungo secoli di storia. I ricchi, i lupi a due zampe (quelli a quattro zampe sono cento volte migliori di quelli a due zampe) come io li definisco, con l’inganno e con la violenza, sono riusciti sempre a sopraffare gli innocenti e le pecore.

In natura non c’è ingiustizia. La iena che sbrana la gazzella non si comporta da ingiusta, agisce come la natura l’ha fatta, e questo esempio, per chi vuol capire, vale per tutto il regno animale, incluso quello vegetale. Invece, l’ingiustizia di cui parliamo qui, questa è stata creata dall’uomo, la bestia delle bestie.

Non si accetta, non liberamente, in modo naturale, spontaneo, che un uomo prenda 31.411 euro al mese di pensione (il politico Giuliano Amato, tanto per fare un nome) e un altro, dello stesso paese e con tutte le carte in regola, ne prenda solo 255! Questo non è scritto in natura, non è scritto nel Dna; questo è scritto solo e solo nella cultura, una cultura discriminante, irragionevole, anti-democratica: quella in cui viviamo.

Pensa, lettore, pensa che meraviglia quando uno scopre che vive in questa delizia democratica!

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