La favola di Bogududù e la favola di Geova – in 10 post, il sesto

 

 

La favola di Geova (VI)

E ora, Rossi, disse Orazio Guglielmini, ci confronteremo con l’altra favola, quella di Geova, il dio degli ebrei, dei cristiani e dei musulmani. Sarò sintetico. Molto sintetico. Quindi, per quanto riguarda la creazione di questo personaggio, Geova, non ti dirò più di quanto tu già sai, cioè che è un’invenzione fabbricata ad arte d’un popolo, il popolo ebreo, che ha avuto l’intelligenza, dato che era malmenato da tutti e non possedeva niente di suo, d’inventarsi di sana pianta il dio degli dèi, il dio di tutti i “dii” e, naturalmente, dichiarare se stesso il Popolo Eletto, il Popolo Scelto, il Popolo di tutti i popoli. Questa trovata fantastica è rimasta tale e quale fino ad oggi.

Riguardo a Gesù, a Cristo e alla Madonna, questi personaggi sono solo creazioni nate grazie al Vecchio Testamento. Il Messia era stato annunciato lì, nel Vecchio Testamento, e poi, dato che non si faceva vedere, lo si doveva creare, costruire, e così è stato fatto, e così è nato il Nuovo Testamento, quindi Gesù. Da questo momento la macchina della fabbricazione di questo personaggio non ha mai avuto un attimo di tregua. Figurati, Rossi, che il luogo di nascita di Gesù, Nazaret, alla sua nascita non esisteva neppure. Questa città, Nazaret, se la sono inventata i quattro evangelisti che, a loro volta, non hanno mai visto o incontrato Gesù.

Gesù è una fiction totale. Non mangia mai, non caca mai, non beve mai, non copula mai, non canta mai, non sorride mai, sa solo porgere l’altra guancia quando lo prendono a schiaffi. Per quello che riguarda il pesce, il vino e il pane, questi sono solo simboli e null’altro. Pensa, Rossi, che Gesù si mette a parlare latino con Ponzio Pilato quando conosce solo l’aramaico, viene crocifisso quando avrebbe dovuto essere, secondo le regole d’allora, lapidato, resuscita i morti ormai decomposti e lui stesso, da morto stecchito, ritorna in vita. Niente, proprio un divo originale.

La favola di Geova iniziò a prendere forma grazie a due personaggi, Saulus e l’imperatore Costantino. Il primo un epilettico delirante, il secondo un boia della propria famiglia e del genere umano. L’evoluzione storica della favola di Geova è stata, e continua ad essere, un costante bagno di sangue. Questa favola non è per nulla una favola dell’amore e della pace tra gli uomini, affatto, è una favola della discordia, dell’ingiustizia e delle guerre perenni. La sua esistenza, infatti, può avvenire solo e solo a colpi di spada. Senza spada, la favola di Geova è subito morta.

Adesso ti presenterò molto sinteticamente i suoi predicatori, i padri della Chiesa  – Saulus, Pietro, Lattanzio, Agostino, Tommaso, Anselmo d’Aosta, ecc. Questi signori si sono inventati di sana pianta tutto un arsenale per propagare la loro favola. Potevano permetterselo: erano sostenuti da tutti i carnefici di quei tempi – re, principi, signori, papi, imperatori, ecc. -, vale a dire dalla forza bruta, cieca, di dominio.

E non solo. Si sono creati anche una loro scuola: la scolastica. Questa è un incubo dopo l’altro per i filosofi, per la conoscenza e per il progresso. In questa scuola nulla nasce, nulla cresce, nulla s’impara, nulla si sviluppa, nulla respira. È solo e solo commenti dei commenti dei commenti, glosse delle glosse delle glosse, la recitazione della recitazione della recitazione. Non si scrivono più libri nuovi, si deve solo commentare il Libro, la Bibbia, il resto è tutto morto. Nel santo santissimo Libro, scritto da Geova in persona, c’è tutto, tutto quello che si deve conoscere per vivere una vita zeppa di peccati iniziando con quello originale e, naturalmente, divina.

Ti farò ora, Rossi, una panoramica di tutti i punti più importanti dell’ascesa della favola ebraico-cristiana, ti parlerò di quei fenomeni che hanno più divulgato e reso possibile la favola di Geova.

Si comincia con le catacombe, le madonne, le resurrezioni. Vennero poi tutti i san Francesco, i san Bernardo, i san Michele, i san Giorgio che uccidono i draghi per salvare le principesse. In seguito, arrivò la madonna col bambino di Vladimir, i re magi, i presepi, gli affreschi di Giotto, i baci di Giuda, i giudizi universali, i profeti del Vecchio Testamento, i diversi Geova – El, Dio, Cristo, Padreterno: tutti la stessa e medesima cosa. Questo mezzo artistico divulgativo della Chiesa Cristocatto iniziò dai primi cristiani e giunse fino al Settecento. Chiameremo questo periodo, Rossi: l’inizio dell’arte fiction e didascalica della Chiesa e la divulgazione della favola di Geova.

La Chiesa, dunque, incominciò a vendere la sua favola – Dio, Gesù, Cristo, Gesucristo, la Madonna – contornata da tutte queste fantastiche espressioni artistiche. Ovvio, tu e io lo sappiamo, Rossi, espressioni artistiche vuote, prive di contenuto, prive d’un qualsiasi sostegno fenomenico e razionale. In quei tempi, in quei favolosi tempi, però, era tutto così semplice!

Nel prossimo posto, La favola di Geova (VII)

Tratto da L’Indifferenza divina

 

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  1. By Marco

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