La sbobba di Rai-storia

 

Indovinate chi è l’orco su Rai-storia? Chi è il corvo? E chi sono i super-acculturati e super-addestrati dodo che non vedono l’ora di trasformarsi in condor del Sistema? Ascoltateli bene questi fenomeni e scoprirete che non c’è una sola parola, di tutto quello che si dicono, che esce fuori dal seminato. Nulla di nuovo direte voi. Certo, nulla di nuovo, ma allora perché dobbiamo pagare un canone per ascoltare cose che ci rendono ancora più imbecilli di quanto ci hanno già reso?

Avete notato? Alla fine dello show, l’orco, e con quale eloquenza!, non dimentica mai, mai di ringraziare prodigalmente tutti e ognuno, proprio così, tutti e ognuno, specialmente il corvo, e non importa quanto è stato bravo o meno durante la performance della già nota e stranota sbobba. Grande, vero?

Ma poi, c’è qualcosa di più delirante che continuare a parlare sempre e sempre dei soliti carnefici nel ruolo di carnefici e delle solite vittime nel ruolo delle vittime? Non c’è un limite all’ovvietà in questo cicaleccio storico. È vecchio quanto la morte, eppure continuano a bombardarci le orecchie notte e giorno. Il déjà vue, con qualche misera eccezione, domina in tutti i programmi sbobba.

La sbobba, dunque. La storia è guerra e la guerra è storia. La guerra la fa il popolo, la storia i suoi padroni. Infatti, se andassimo indietro nella storia, vedremmo che del popolo, d’interessante e d’imponente, non c’è nulla, non rimane nulla, non si vede nulla, non esiste nulla, è il popolo nulla, il popolo fantasma, il popolo che è vissuto ma di cui non si sa nulla, solo il suo lavoro da schiavo del Sistema rimane. In tutti i palazzi e in tutti i monumenti che sono stati eretti lungo la storia, c’è lui, il popolo, col suo sudore e col suo dolore. Ecco il barbaro contratto sociale che il popolo subisce da quando è diventato popolo!

La guerra, quindi, non va commentata per com’è accaduta, mai! E soprattutto mai per come la commentano gli orchi e i corvi al servizio del Sistema. Affatto. Non è realistica. La guerra va studiata concretamente e scientificamente. Bisogna cercare le vere ragioni che l’hanno causata nella testa di chi l’ha causata e perché e per quali motivi è stata causata e, una volta trovati i veri responsabili di questo grottesco e inutile sterminio di esseri umani, i veri autori di questi flagelli, non naturali, ma culturali, bisogna metterli alla gogna per l’eternità. Ecco come va studiata la storia, ecco qual è il job dello storico. Ma è così?

La guerra è un fenomeno patologico. Tutti quelli che la realizzarono in passato e tutti quelli che la realizzano nel presente, devono essere giudicati come criminali contro l’aria che respirano, contro il Pianeta che li ospita e contro l’umanità. Le guerre devono essere classificate, non come battaglie storiche che esaltano gli eroi, pas du tout!, ma come disastri culturali provenienti da creature mentalmente patologiche. Non esseri umani, dunque, ma mostri impestati da apocalittiche azioni. Gente, questa, piena di tumori maligni, psichici, mentali, incapace di ragionare, che vive solo per soddisfare il suo egoismo e il suo ego. La storia è fatta di queste mostruosità, anormalità, crudeltà, eccentricità, insomma da bruti addobbati in panni umani.

Le guerre, create da queste creature, sono il frutto dell’inumano. Pensate alla Grande Guerra, quella del 14-18, ad esempio. È tutta, dall’inizio alla fine, inumanità ragionata, barbarie elevata a Sistema, un’assurdità unica. Non si uccide per salvare vite nella Grande Guerra, si uccide per decorare la propria immagine di vanità e la propria egomania di misfatti; non si uccide per salvare vite nella Grande Guerra, si uccide per ingozzarsi di sangue, di morte, di delitti, di disumanità e, in ultimo, di gloria indegna e spregevole, ecco perché si uccide, ecco il senso della Grande Guerra.

Si uccide anche per costruire imperi. Durante la Grande Guerra, l’Europa e il resto del mondo erano nelle mani d’un pugno di sovrani tutti provenienti da un’unica, guarda caso, grande famiglia di reali. Questi non uccidono per amore, mai l’hanno fatto nella storia, uccidono per costruire imperi ancora più grandi e ancora più potenti, quindi leggi ancora più discriminanti e ancora più ingiuste. E tutto questo poi si chiama cultura, si chiama civiltà, storia, democrazia, fascismo, comunismo, capitalismo, zarismo. Ecco di cosa sono pieni i libri di storia, ecco cosa s’insegna nelle fabbriche scolastiche, ecco da dove vengono i signori che governano il mondo.

Per conto mio, e poco m’importa per come la pensino gli altri, tutto quello che ha combinato Luigi 14esimo, le roi Soleil!, è un insulto a ogni fenomeno inanimato e animato del Pianeta e, in ultimo, un insulto all’intera umanità. Non c’è, per quest’ultima, alcun motivo di essere orgogliosa d’un monarca che, mentre lui nuotava nel lusso più sfrenato e sprecava il sudore del suo intero popolo immeritatamente e vergognosamente, questo, il popolo, moriva letteralmente di fame. Detto diversamente, su 30 milioni di francesi, 29 milioni sgobbavano a più non posso e affogavano nella miseria più nera e più barbara e, infine, scomparivano nel nulla, mentre lui, le roi soleil!, sostenuto dal suo esercito di criminali e di parassiti d’alto rango, banchettava su questo letto di agonia e di morte!

Un altro esempio, ma ci sono milioni se non miliardi di questi esempi lunga la storia, potrebbe essere quello di re Umberto di Savoia, re d’Italia, che dopo aver portato gli italiani sul lastrico, aveva avuto il coraggio, mentre elemosinavano un tozzo di pane, di prenderli addirittura a colpi di cannone. Ecco cosa si legge su Internet: “A Milano, a seguito dell’aumento del costo della farina e del pane, gravati dall’esosissima tassa sul macinato, imposta dal regno sabaudo, il popolo affamato insorse e assaltò i forni del pane. L’insurrezione durò vari giorni e fu repressa nel sangue con i fucili e i cannoni dai Carabinieri al comando del generale piemontese Bava Beccaris, che poi per questa azione di ordine pubblico fu insignito con la Croce di grand’ufficiale dell’ordine militare di Savoia, «per rimettere il servizio reso alle istituzioni e alla civiltà ” da Umberto I re d’Italia». Nella feroce repressione militare si calcola che vi furono piú di trecento insorti uccisi (i dati non sono precisi) e centinaia di feriti”.

È questo lo scenario, da quando il mondo è mondo, tra vittime e carnefici, e questo in ogni luogo e in ogni paese della Terra.

Quando questi esseri patologici si comportano così, tutti gli studi che hanno fatto, tutte le fabbriche universitarie che hanno frequentato, tutta la loro così chiamata umanità, civiltà, democraticità, social consapevolezza, social illuminazione, social altruismo, insomma, tutto, tutto della loro cultura viene impiegato unicamente per come meglio uccidere, uccidere e uccidere ancora!

Le sofferenze che creano le guerre, i traumi, le malattie, i dolori, gli addii, i morti ammazzati, le distruzioni, i danni materiali e umani, le montagne di cadaveri, le incomprensioni, le psicosi, le barbarie, le inumanità, bestialità, privazioni, separazioni, insensatezze, disperazioni, assurdità, odio, tutti questi flagelli e milioni di altri ancora, dovrebbero bastare e avanzare per condannare in eterno quelli che li causano.

Quando si va al nocciolo delle cose, il vero senso che la specie bipede si è costruito, non è il senso umano. Per nulla. Questo si deve ancora creare. Il vero senso che si è costruito la specie bipede è il senso del dolore e della sofferenza elevati a Cultura Ufficiale. È questo il senso che domina nella civiltà patologica in cui viviamo.

Se vogliamo cambiare questo scempio storico e sociale, dobbiamo eliminare dai libri, dalla mente e dal cervello questa bestialità sociale e iniziare una nuova storia, una storia che ha a che fare con dei veri Esseri Umani e non con dei mostri che si spacciano per esseri umani. Tutto va riscritto, cambiato, rivoluzionato, rivalutato. Io credo fermamente in una svolta epocale a livello planetario. È un must evento: un evento obbligatorio. Per com’è messo il mondo, non c’è altro da fare, altrimenti l’edificio degli esseri umani crollerà definitivamente. Se questo avverrà, forse, potrebbe essere un bene per le altre specie e per il Pianeta stesso. È che venga allora!

 

UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, di confrontarci, di dire la nostra, brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Vale a dire, nessuno uomo è più che un uomo. È così che Orazio Guglielmini parla agli amici del Web.

 

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