L’Indifferenza divina (2)

2. L’Indifferenza divina

Cosa intendo, Rossi, quando parlo d’indifferenza divina? Intendo indifferenza sistematica e in tutti i sensi. Non sto parlando però dell’indifferenza che gli uomini hanno verso i loro simili o le loro opere. Ad esempio, restare indifferenti dopo aver visto un film, uno spettacolo, letto un libro, essere stato ad una conferenza. No, non sto parlando di questo tipo d’indifferenza, parlo dell’Indifferenza divina e intendo indifferenza netta, fredda, assoluta. L’indifferenza di Dio è totale per ogni cosa che succede a noi e nel mondo. Dio è indifferente di fronte alla morte di bambini, di fronte alle più aberranti crudeltà, di fronte ai crimini più efferati, di fronte ad ogni tipo di assurdità, di fronte all’ingiustizia, di fronte alla barbarie. Di fronte a tutte queste drammatiche vicende e a un milione di altre ancora, Dio tace sempre, è sempre sordo, cieco, INDIFFERENTE. I santi fanno altrettanto. Sono sordi, muti, ciechi, senza cuore, senza anima, privi di sensi, di ragione, INDIFFERENTI. Dio non muove mai un dito in nessun affare o vicenda umana e terrestre. Sempre assente, buca sempre, Lui non si fa mai vedere. Non fa nulla di nulla. Uno tsunami ha distrutto un paese, un tornado sta distruggendo una città, un meteorite sta per annientare il pianeta: di fronte a queste calamità Dio, le divinità, i santi tacciono, TACCIONO SEMPRE. La regola è: nessun aiuto, nessun conforto, nessun gesto, niente di niente. L’Indifferenza divina è totale, globale; è anche violenta, spietata. Ecco come rispondono Dio e i santi quando noi, nei nostri momenti più neri e disperati, li invochiamo, ci indirizziamo a loro: con l’INDIFFERENZA ASSOLUTA.”

 

L’indifferenza del padre

Dopo aver definito cosa si intende con Indifferenza divina, partiamo così, Rossi. Immaginiamoci un padre, un padre che, una volta messi al mondo i figli, guarda caso, non provi più interesse per loro e li abbandoni al loro destino. Ora, se le cose stanno così, questa “indifferenza del padre” verso i propri figli, questa sua totale assenza, esattamente come se lui non esistesse, a noi costerebbe molto. E sai perché? Perché a noi la sua presenza viene imposta, non direttamente da colui che ci ha messi al mondo e poi ci ha abbandonati al nostro destino, ma da coloro che si sono appropriati del suo copyright e si sono eletti suoi portavoce e legislatori. Sin dall’inizio questi signori hanno forzato la realtà, la realtà che abbiamo descritto nelle pagine precedenti, sostenendo con ogni mezzo che la sua partecipazione alle nostre vite non è “indifferente”, ma attiva, certa, assoluta. Così, dove non agisce l’Indifferenza divina (1), il padre che ci ha messi al mondo e poi ci ha abbandonati, agiscono loro, i suoi intermediari sulla Terra: i preti.

Questi signori “preti” si sono creati un lavoro, si sono autoproclamati “intermediari” tra noi e l’Indifferenza divina e, via via, hanno sviluppato nei nostri confronti modi manipolatori e sbrigativi. Sono arrivati al punto da inculcarci le loro idee ed esigere che crediamo in esse. In questo modo, noi non subiamo soltanto l’abbandono del padre creatore, ma anche l’imposizione mentale dei signori preti. E non è finita qui. Non siamo neppure liberi di vivere le nostre vite a nostro piacere, perché, i signori preti ci minacciano dicendoci che, se non crediamo a quello che loro dicono, andremo tutti dritti dritti all’inferno, dove bruceremo per sempre!

 

I portavoce dell’Indifferenza divina

Fin qui, Rossi, abbiamo visto che l’Autorità che viene dall’alto lascia molto a desiderare. Adesso proviamo a vedere come funziona l’autorità che ci viene imposta dal basso, quella che ci impongono i rappresentanti dell’Indifferenza divina. Nota che questi signori, e io non ho la più pallida idea di come facciano, ma loro ovviamente sì, riescono a comunicare con un Dio introvabile e muto come una lucertola. Una volta, così c’è scritto nel Vecchio libro, l’Altissimo aveva la voce, poi l’ha persa; una volta pare che si facesse anche vedere, poi è sparito. Oggi, comunque, è tramite questo dialogo, un dialogo senza immagine e senza parole, che i messi dell’Onnipotente guidano il genere umano. Vediamo come fanno.

 

Il vice di Dio in terra

Prendiamo, come esempio, l’esponente per eccellenza dei signori preti e di Dio, il più alto nella gerarchia ecclesiastica, il papa re. Come sicuramente sai, Rossi, tra questo signore e Dio c’è pochissima differenza: sono tutt’e due infallibili. Perciò, la distanza tra l’Altissimo e lui è quasi nulla. Il signor papa, dunque, avendo poteri straordinari passatigli direttamente dall’Onnipotente, ha potuto scegliere, lungo la storia, di allearsi, di dissociarsi o di rimanere neutrale con chi ha voluto e gli è piaciuto, anche coi peggiori criminali della storia. Un caso recente è quando il signor papa si è associato con il signor Benito Mussolini, un ateo convinto, e poi con il signor Adolf Hitler, un altro ateo convinto. Ora, nonostante il suo coinvolgimento con due dei più grandi criminali e atei del ventesimo secolo, nonostante ciò, nessuno ha mai torto un capello al signor papa, mentre i suoi carissimi “amici” criminali e atei, Benito e Adolf, come sai, fecero una brutta fine. Perché, allora, ci chiediamo noi, perché Adolf e Benito, i suoi carissimi amici criminali e atei, fecero la fine che meritavano (il primo si suicidò per non farsi ammazzare e il secondo fu ucciso), mentre al loro compare, il signor papa, non successe nulla?

Mi pare, a questo punto, che tanto la logica che viene di lassù quanto quella che viene da quaggiù lascino molto a desiderare. Se uno si associa con dei dittatori, li sostiene, benedice le loro armi, li elogia, stipula concordati ecc., tutte queste azioni dovrebbero incriminarlo tanto quanto i delinquenti con i quali si è associato, non ti pare, Rossi? Anche i suoi poteri straordinari e la sua infallibilità avrebbero dovuto essere condannati di fronte a questo crimine. Non è andata così. Ed è qui, proprio qui, che casca l’asino, amico mio. Lui, il signor papa, figurati, non è stato neppure sottoposto a giudizio, suppongo a causa dei suoi poteri straordinari e infallibili conferitigli direttamente dall’Indifferenza divina.

La cosa, come vedi, diventa molto complessa, difficile da districare, dato che qualcuno sfugge ai propri crimini e altri no. D’altro canto, uno che ha poteri soprannaturali, che è il vice di Colui che sta lassù, può, beninteso, fare tutto. E il signor papa lo fa: parla di tutto, promette tutto, ripete tutto, si permette tutto, persino la soddisfazione di creare eserciti della morte, tribunali “condanna tutti” e di allearsi con criminali e atei. Se, poi, le cose dovessero mettersi male per gli altri, lui può ritirarsi dall’impegno senza essere molestato, senza perdere il suo potere né la sua Santità. Perché?

 

Cristo e Sua Santità il papa

Credi, Rossi, onestamente credi, che, tra ciò che predicava Cristo – la povertà, l’altra guancia, una vita sobria – e il successore di Pietro, colui che dovrebbe imitare il suo Padrone e Signore, credi che tra questi due, ci siano affinità? E quali? Dimmene una! Il papa, amico mio, è l’uomo più ricco della Terra, mentre l’altro, Cristo, era il più povero; il papa va in giro per il mondo in abiti pregiati; Cristo indossava poco più che stracci. Ti tornano i conti? Si dice che, se il Vaticano ritirasse tutti i suoi quattrini dai forzieri elvetici, la Svizzera fallirebbe. Allora, quale rapporto ci trovi tu tra il cristianesimo, la religione che predicava Cristo, e il cattolicesimo, cioè quello che predica la Chiesa di Roma?

Per esserti più chiaro, quando il papa deposita nelle banche svizzere i soldi dei credenti e si schiera con il signor Mussolini e con il signor Hitler, questo ha a che fare con il cattolicesimo; quando invece uno sprezza le ricchezze, la violenza, la poltroneria, si fa umile, spartisce il poco che ha con i poveri e diviene un Savonarola, questo ha a che fare con il cristianesimo. Non ti pare che questi due modi di vedere siano ben diversi tra di loro? Perché, allora, ci chiediamo noi, Rossi, perché la Chiesa continua a farsi portavoce degli ideali di Cristo, che sicuramente non sono quelli di ammucchiare ricchezze?

Ma Cristo, poi, è esistito veramente? Non pensi che, se Cristo fosse veramente esistito e resuscitato dopo morto, come sostengono i cristicoli, solo per il fatto di essere stato così brutalmente tradito da parte di colui che più avrebbe dovuto rappresentarlo sulla Terra, non pensi che, per questo tradimento, lui, Cristo, una volta resuscitato, per prima cosa, avrebbe dovuto andare dal papa, più tardi proclamatosi suo portaparola e, dopo avergli somministrato una bella scarica di botte, cacciarlo dal trono papale e chiudere il suo business? Dopo tutto, lui, Cristo, non aveva mai voluto la Chiesa: “Ma tu, quando vuoi pregare, entra nella tua camera e, serratone l’uscio, prega il Padre tuo che sta nel segreto, e il Padre tuo che vede nel segreto te ne darà la ricompensa”, così dice il vangelo di Matteo. Quindi, se Cristo, dopo essere risuscitato, non ha preso a calci nel sedere e cacciato dalla Chiesa il vescovo di Roma, ci dev’essere una ragione; anzi, ce ne sono almeno quattro di ragioni.

La prima, appunto, quella della viltà, dato che ce lo descrivono come uno che porgeva sempre l’altra guancia; la seconda, che non è risuscitato e che le sue ultime parole sulla croce “Padre, padre, perché mi hai abbandonato?” erano vere; la terza, che non è mai esistito, che la sua è tutta una storia montata e nulla più; la quarta, quella che sostiene Nietzsche, cioè che è esistito un solo cristiano nel mondo ed è morto sulla croce.

Come vedi, mio caro compagno di viaggio, in questa Lettera, non abbiamo da risolvere solo il problema di Dio, di Cristo, dei santi. Ce n’è un altro, un altro non meno intricato, quello degli uomini, perché, in realtà, e per quello che ne sappiamo, è attraverso questi signori che gli dèi esistono, parlano, agiscono e non viceversa. Quasi quasi ti direi, a sangue caldo, tanto per farti coraggio e darti un piccolo anticipo, che, se scopriamo come funzionano questi ultimi, gli uomini, abbiamo risolto anche l’enigma dell’Onnipotente. Andiamo avanti!

 

1) Con questo nome, “Indifferenza divina”, d’ora in avanti ci riferiremo anche sia all’Onnipotente per come lo intende la Chiesa sia alla Chiesa stessa e a tutto ciò che rappresenta.

 

 

 

 

 

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