L’inesistenza di Dio: un inganno contro l’umanità durato millenni – 4 post, il secondo

In principio Dio non creò né il cielo né la terra, ma furono gli Elohim, o chi per loro, che hanno reso coltivabile un campo dove c’era dell’acqua e della sabbia,

Mauro Biglino

 

Mauro Biglino dice: “Io non parlo di Dio perché la Bibbia non parla di Dio. Nella lingua ebraica non c’è neppure la parola che indica Dio. Il testo sacro che indica Dio non ha neppure il termine Dio.

“Dell’Antico Testamento se ne devono occupare i genetisti, i paleontologi, si devono occupare appunto scienziati, storici, filologi, antropologi, psicologi, linguisti, ma non se ne devono occupare i “teologi!”

“La Bibbia è uno dei tanti libri che l’umanità ha scritto lungo la sua storia e come tutti i libri di storia contengono delle parti vere, delle parti false, delle parti cancellate, delle parti riscritte, delle parti sottolineate, delle parti aggiunte, delle parti che sono state rese iperbole… La Bibbia (libro di storia) parla d’un individuo che è stato trasformato in Dio.

“Io non me ne occupo dell’esistenza di Dio, perché so che anche se me ne occupassi, arriverei alla fine della mia vita senza essermi dato una risposta soddisfacente, quindi non perdo tempo.”

Ecco alcuni brani presi da “La Bibbia non parla di Dio, uno studio rivoluzionario sull’Antico Testamento”, pubblicato dalla Mondadori.

“I termini dell’Antico Testamento tradotti con la parola “Dio” sono questi: Elyon, Elohim, El, Eloah, Yahweh (Adonai),” pagina 37. Scegli tu, lettore, il dio che vuoi, perché, come vedi, hai solo l’imbarazzo della scelta.

“Noè ha tre figli: Sem, Cam e Jafet; dal figlio Sem (capostipite dei Semiti) discendono numerose famiglie, tra le quali quella di Ever, da cui derivano formalmente gli Ivriim, cioè gli Ebrei,” pagina 72. Gli Ebrei originariamente si chiamavano “Ivriim” e i “Semiti” presero il nome di Sem.

“… i termini monoteismo e politeismo sono entrambi impropri: il concetto di “teismo”, di provenienza tipicamente ellenistica (greca), non esiste affatto,” pagina 113. Non soltanto manca il personaggio principale nel racconto biblico, ma manca anche il concetto.

“Yahweh era uno dei tanti Elohim interessati a installarsi in quel territorio e, non essendo Dio, doveva competere con i suoi avversari utilizzando la forza combattente che era in quel momento agli ordine di Giosuè, il successore di Mosè,” pagina 114. Yahweh, quindi, faceva parte della famiglia degli Elohim, tutti interessati ad arricchirsi ammazzando, rubando, distruggendo e occupando terre non loro.

Scrive Biglino sempre nello stesso libro:

“il termine Elohim non significa Dio;

gli Elohim erano individui in carne e ossa;

gli Elohim si univano sessualmente con le femmine Adam procreando;

gli Elohim si sono spartiti le terre a seguito di decisioni assunte dal loro comandante Elyon;

Yahweh non era che uno dei tanti Elohim operanti nel teatro mediorientale,” pagina 119. Queste frasi si commentano da sole ovvero Yahweh faceva parte d’una famiglia acchiappa terre e ammazza gente.

“Benedire qualcuno significava in sostanza trasmettergli beni e strumenti materiali necessari a conseguire l’obiettivo per il quale la benedizione veniva concessa,” pagina 120. La benedizione non ha nulla di spirituale, spiega l’autore.

“Yahweh proibisce ai discendenti di Giacobbe di unirsi con donne appartenenti a ceppi familiari diversi,” pagina 127.

Mi fermo qui, non sono andato oltre con la mia lettura.

La Bibbia: un cantiere mai finito. È il libro più scritto e riscritto al mondo. L’Autore, guarda caso Dio, non ha fatto affatto un bel lavoro. Eppure era Dio! Infatti, durante duemila e più anni di storia è stato modificato infinite volte, questo Santo Libro, e ogni volta che lo si scriveva e riscriveva, si adattava sempre alle esigenze storiche e culturali del momento, e le esigenze storiche e culturali del momento erano sempre le stesse: esorcizzare, manipolare e sfruttare al massimo il popolo. Ecco la ragione e lo scopo di cambiare continuamente parole, eliminare frasi, intere parti, aggiungerne altre, modificare il contenuto, e poi interpretazioni su interpretazioni su interpretazioni a non finire. Gli autori di questo dirty work, così facendo, davano una mano al lavoro incompiuto di Dio! Che poi, al nocciolo, era sempre lo stesso: consolidare la differenza fra padroni e schiavi con la sua benedizione!

 

Nel prossimo post, il terzo

UN INVITO: passate parola, condividete, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, confrontarci, dire la nostra brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più! Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani! È questo ciò che raccomanda agli amici del Web, Orazio Guglielmini.

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