L’Italia analfabeta – post 4

Una nazione di analfabeti e illetterati

         “Un check-up inedito. Ma andiamo con ordine, dice il giornalista della Stampa, Raffaello Masci. L’Ocse, l’0rganizzazione dei Paesi più sviluppati, compie ogni quattro anni una rivelazione dei livelli di apprendimento della lingua madre, della matematica e delle scienze fisiche e lo fa su un campione di quindicenni di tutti i 29 Paesi dell’organizzazione. Gli ultimi dati, relativi al 2003, ci vedevano (a noi italiani) oscillare tra la penultima e l’ultima posizione a seconda delle tre aree disciplinari”, La Stampa, sabato 12 novembre 2005.

            Il disastro italiano, continua Masci, (è che il) 20-25% della popolazione che esce dalle scuole medie inferiori non sa leggere e non sa scrivere. 6.000.000 circa gli italiani completamente analfabeti. 36.000.000 sono complessivamente gli italiani illetterati (con il solo titolo della media inferiore), il 66% della popolazione dai 6 anni in su.

            “La ricerca costituisce una lettura ragionata dei dati Istat relativi al censimento 2001, dai quali emerge che ai vertici della piramide dell’istruzione in Italia c’è un 7,5% di laureati, circa 4 milioni. La base, per contro, è 5 volte più vasta e prevede un 36,5% di italiani che ha solo la licenza elementare (20 milioni di persone). Se a questa quota si sommano i possessori della sola licenza di scuola media (30,1% della popolazione) si ottiene che il 66% degli italiani (36 milioni) ha una preparazione che arriva al massimo alla scuola dell’obbligo ed è da considerarsi del tutto insufficiente per vivere una pienezza di cittadinanza.

            “La nostra collocazione internazionale fra i Paesi Ocse (i più sviluppati) ci vede per livelli di istruzione di massa al terzultimo posto su 30. Peggio di noi solo Portogallo e Messico”, La Stampa, martedì 15 novembre 2005.

            Si pensa, Rossi, che qualunque titolo di studio, se non viene esercitato continuamente con la lettura, la scrittura, la comprensione, la riflessione, la critica, le discussioni intelligenti, dopo cinque anni fa regredire culturalmente chi lo possiede. Quindi, ai 36 milioni di analfabeti e illetterati bisogna aggiungere tutti quelli che hanno un titolo di studio ma che leggono sì e no il giornale. Questi, oltre al titolo di studio e all’arroganza, hanno poco d’altro nella testa. Ci troviamo dunque con 36 milioni di… + + +, quanti ne sono rimasti, dai 60 milioni che siamo, di istruiti e letterati?

Per il linguista e letterato, Tullio De Mauro, solo il 20 per cento degli adulti italiani sa veramente leggere, scrivere e contare. “Cinque italiani su cento tra i 14 e i 65 anni non sanno distinguere una lettera da un’altra, una cifra dall’altra. Trentotto lo sanno fare, ma riescono solo a leggere con difficoltà una scritta e a decifrare qualche cifra. Trentatré superano questa condizione ma qui si fermano: un testo scritto che riguardi fatti collettivi, di rilievo anche nella vita quotidiana, è oltre la portata delle loro capacità di lettura e scrittura, un grafico con qualche percentuale è un’icona incomprensibile.”

            Rossi, per amore di Bogududù, attaccati a questa Lettera e non mollarla più, altrimenti potremmo trovarci con un intero paese di illetterati e analfabeti!

L’analfabetismo italiano non è casuale, è CAUSALE, è voluto, è pianificato machiavellicamente e indegnamente a tavolino. L’analfabetismo italiano è studiatissimo, ha una CAUSA e un EFFETTO. È il risultato di secoli d’impoverimento culturale che l’Indifferenza divina, cioè la Chiesa cristocatto (“cristo” sta per cristianità e “catto” per cattolicesimo, quindi “cristocatto”, Chiesa cristocatto) e i principati, i regni, i governi, cioè gli Stati predatori hanno imposto al popolo, al gregge, allo schiavo che non sa di essere schiavo, al popolo italiano che cammina per la strada con la testa nel sacco e non si accorge neppure! Gli italiani, in realtà, non sono meno a nessun altro popolo al mondo, non sono asini né nati asini, lo sono diventati grazie ai loro governanti, grazie a quelli che li usano obbrobriosamente per i loro scopi. Solo un popolo povero, stolto e miserabilmente istruito lo si può comandare, sfruttare e strumentalizzare al proprio piacere e così, il regno, il papato, il fascismo e il capitalismo sono salvi!

Tratto da   Il Paese delle meraviglie

Nel prossimo post: alle radici dell’analfabetismo italiano

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