L’Italia analfabeta – post 7

se Dio è morto, quindi, anche il Rinascimento  –   in 2 brani (II)

L’artista del Rinascimento, dunque, sempre se artista lo si vuol chiamare, dipingeva per i padroni, quindi, non era un artista libero (l’arte è freedom o non è arte), era un artista schiavo, schiavo dei signori, particolarmente schiavo della Chiesa. La sua, dunque, non è arte, se per arte intendiamo espressione libera, sangue che scorre senza coaguli, sangue libero, spirito libero, respiro libero, fonte cristallina, la sua in realtà è un’arte morta, perché gli manca l’alito della liberté. È un’arte della fame, arte coi paraocchi, arte che vedeva solo quello che gli dicevano i preti, i principi, i signori, i committenti d’allora. Masaccio, Raffaello, Michelangiolo, cos’altro erano se non servi della Chiesa?

Ecco i soggetti sui cui il talento, il genio e lo slancio artistico rinascimentale si articolava e si consumava.

Cosa dipingiamo, scolpiamo, costruiamo questa mattina?

Come cosa? Quello che abbiamo sempre dipinto, scolpito, costruito: Dio, Cristo, il papa, il vescovo, la chiesa, gli angeli, il cardinale, il castello, il signore dei Medici, cupido, donna matilda, i diavoli, i dannati, l’inferno, il paradiso, l’arciduchessa, il palazzo, i re magi, il giardino dell’eden.

E dopo pranzo?

Continuiamo con Dio, Cristo, il papa, il vescovo, la chiesa, gli angeli, il cardinale, il castello, il signore dei Medici, cupido, donna matilda, i diavoli, i dannati, l’inferno, il paradiso, l’arciduchessa, il palazzo, i re magi, il giardino dell’eden.

E la sera di cosa parliamo a cena?

Di quello che abbiamo fatto durante il giorno, di quello che faremo domani e poi preghiamo.

Che tipo di sogni dovremmo fare durante la notte quando dormiamo?

Chi non sogna cose divine è un eretico!

Arte questa che esalta l’inesistente, i crimini e le vanità dei così chiamati “signori”, come il signor Gonzaga di Mantova, Federico II, un libertino assassino il cui piacere, oltre a quello della carne, era di lasciare ai posteri dipinti che raffiguravano i suoi cavalli e le sue orgie. Il clero, i principi e i signori, a questi artisti a pagamento, ordinavano quello che desiderano e loro, poi, glielo facevano. L’uomo storicamente avveduto, non può che ripudiare tutto ciò. Eccezioni? Sì, sicuramente, ma non contavano.

Il vero Rinascimento non è nato in Italia, è nato in Olanda. Hegel, il filosofo tedesco, questo l’aveva già capito ai suoi tempi quando sosteneva in “Lezioni di estetica” che l’arte olandese non rappresentava il mitologico, il divino, il religioso, ma rappresentava la realtà umana, l’uomo nella sua vera condizione, ed è qui, proprio qui, nei Paesi Bassi, che è nata la vera arte, il vero Rinascimento.

Ecco alcuni dei suoi rappresentanti: Jan van Eyck “Ritratto dei coniugi”, Hieronymus Bosch “Morte d’un avaro”, Pieter Bruegel il vecchio “Ladro di nidi”, Adriaen Van Ostade “Il violinista”, Jan Vermeer “La lattaia”. Bastano solo i titoli di questi quadri per farci capire che ci siamo liberati dal paralizzante divino e che è iniziata l’era moderna, l’era dell’uomo uomo. Ecco, dunque, i fondatori dell’arte laica, secolare, reale, umana e non santa, ecco dov’è nato lo spirito moderno.

L’arte, la vera arte, non è stata mai così tanto offesa, spregiata, mutilata, privata della sua vera anima, quanto lo è stata durante il Rinascimento italiano. Questo non rappresenta l’arte, ma la morte dell’arte.

Nel prossimo post: i signori al potere e la causa dell’analfabetismo italiano

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