Lo scienziato è il re degli atei – 3 post, il terzo

“La scienza usa e richiede denaro pubblico, oggi più che mai. Perciò gli scienziati hanno sia la responsabilità che, a essere onesti, la necessità di informare il pubblico, di coinvolgerlo nell’impresa scientifica,” scrive Stuart Firestein nel suo interessante e gustoso saggio “Viva l’ignoranza! Il motore perpetuo della scienza.”

E questa, infatti, è un’altra ferita aperta, un’altra cosa che i signori scienziati dovrebbero tenere in mente, e cioè che il loro dovere, prima di ogni altro, dovrebbe essere quello d’istruire e illuminare il popolo con quello che fanno perché, grazie al suo sudore e solo al suo, essi possono costruire i loro laboratori, i loro CERN, le loro bombe atomiche!, nonché permettergli di vivere da signori. Ma lo fanno?

Scrive ancora Firestein: “I comuni cittadini sono tagliati fuori dall’attività principale della scienza e al massimo ricevono notizie di seconda mano dai media: la stampa strombazza le nuove scoperte importanti, ma è raro che gli articoli riportino come siano avvenute o cosa possano significare, al di là di una terapia o di una nuova tecnologia ricreativa. Il risultato è che il pubblico giustamente vede la scienza come un manuale gigantesco, un’insormontabile montagna di informazioni scritte in un linguaggio praticamente segreto.”

Il danno, la beffa, l’insulto, lo sfruttamento, ecco come pagano il popolo, il popolo lavoratore, il popolo che li mantiene, colui senza cui nulla nasce, cresce o fiorisce, ecco come lo ricompensano i signori scienziati! Direi, ed è il minimo che possono fare, se non sanno come spiegare al popolo ciò che scoprono e fabbricano, ritornino a scuola e imparino, è il loro dovere, DUTY! Dobbiamo tutti imparare molto, ma sicuramente gli scienziati più di tutti.

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