Nino e Nina: un amore tragico

“Non aspettare neppure un istante, se puoi, per carpire ciò che desideri”, mi disse quella volta Nino con gli occhi pieni di lacrime, “perché ogni istante potrebbe essere l’ultimo”.

Eravamo seduti sulla terrazza d’un caffè. Le tazzine vuote.

“Se ne andò vergine, finì per dire, se ne andò vergine!, capisci?”

Io lo guardavo, non parlavo, non sapevo cosa dire.

“Quante volte, quante volte l’ho desiderata, sono stato sul punto di …”

Aveva un aspetto che faceva pena.

“È tutta una presa in giro. Questa storia mi sta uccidendo. Niente, non ce la faccio più a raccontartela. Un’altra volta. Me ne vado. Ciao” e se ne andò, lasciandomi solo lì dove mi aveva incontrato.

Eccola, Rossi, la storia di Nino e Nina. Semplicissima. Erano fidanzati. Si amavano alla follia. Due corpi un solo cuore, un solo amore, una sola ambizione: vivere la loro felicità.

Nina voleva darsi a lui la notte del loro matrimonio, non prima. Era un suo desiderio. Nino non insistette. Poteva aspettare. E poi ogni desiderio dell’amata era un ordine per lui.

Arrivò il giorno del matrimonio e con esso anche il cinismo che a volte avvolge e oscura la vita. Mentre il padre di Nina l’accompagnava al municipio, dove avevano deciso di sposarsi, un’Alfa uscì di strada e andò a schiantarsi contro di loro riducendoli in poltiglia.

Fine della loro storia, fine del loro sogno, fine della felicità. Solo un cuore infranto era rimasto di quell’amore: quello di Nino.

Vedere Ha un senso la vita?

 

 

 

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