Ogni uomo che nasce è un dio che nasce e un dio che muore

Bisogna amare, imparare ad amare per apprezzare ogni miliardesimo di secondo della nostra Vita. Guai a sprecarlo. È un miliardesimo di secondo perduto ed è un enorme e imperdonabile spreco, perché ogni istante ha un valore cosmico.

Dobbiamo imparare a dischiuderci, a sbocciare come un fiore e spargere i nostri pistilli e petali profumati nell’immenso.

Il fiorire culturale, però, non nasce da solo come quello naturale, ha bisogno d’uno sforzo. Dobbiamo imparare ad aprirci alle delizie della vita e a sentire tutto il profumo che l’universo emana. Siamo ricchi, Rossi, molto ricchi. Dentro ognuno di noi c’è un tesoro, non di perle, queste, in realtà, non sono tesori, sono solo ciottoli, ma siamo ricchi di un tesoro molto più prezioso: il tesoro conoscitivo.

Noi siamo, nell’essenza, conoscenza. Questa non dovrebbe spingerci a rubare agli altri, a sfruttare gli altri, a imbrogliare gli altri, a uccidere gli altri, a vedere il mondo in termini bestiali, egoistici, di potere, di lussuria, come fanno i parassiti, ma a vederlo in termini di amore, di solidarietà, di umanità. La conoscenza, quella sana, è balsamica, è curativa, suprema. È questa, non quella parassitaria, predatoria, che ha acceso la luce che c’è in noi e ci ha fatto vedere la sublime ricchezza che ci circonda.

Pare, Rossi, che il 95% della nostra vita sia vissuta in compagnia dei sentimenti e solo il restante 5% in compagnia della razionalità. La scienza, la tecnica, la filosofia, dunque, devono fare i cani da guardia alla nostra vita affettiva, perché quello che ci serve è provare amore verso gli altri, verso i nostri simili, verso gli animali, le piante, le rocce, il pianeta. Dobbiamo imparare, e questo però possiamo farlo solo con l’aiuto d’un pensiero razionale, ad investire i nostri sentimenti in cose e opere giuste, dobbiamo sviluppare e coltivare un amore pieno e sincero col “tutto”. Una conoscenza fatta solo di “logica” ci inaridisce. L’essere umano è più soggettivo che oggettivo. Non è un criterio scientifico, è un criterio artistico, poetico, sentimentale e l’arte, la poesia e sentimenti sono umani.

La Vita, quando si va al cuore delle cose, è gioco, è curiosità, un’insaziabile voglia di sperimentare, fare, godere, sapere, vedere, amare. Siamo un fantastico laboratorio ambulante di sperimentazione. Possiamo apprezzare la vita solo se utilizziamo bene il tesoro che c’è in noi. E, inoltre, vivendola da “protagonisti”, possiamo rendercela cara, molto cara, addirittura venerarla. Nella vita, nella vita umana, c’è l’immenso che alloggia nel suo seno.

Se l’homo un giorno diventerà Uomo con la U maiuscola, allora ogni uomo che nasce sarà un dio che nasce e un dio che muore. Per quest’essere, per questo nuovo Uomo, sarà d’una semplicità strabiliante fare d’un secondo un’eternità e vivere l’eternità come se fosse fatta d’un secondo, un unico prezioso irripetibile secondo nella sua inesorabile fugacità.

Vedere Ha un senso la vita?

 

 

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