Orazio Guglielmini chiede ai “Meravigliosi” di fare un ultimo sacrificio: impiccarsi

L’anima del Paese delle meraviglie è un’anima oltraggiata, sfiduciata, disperata, ribelle, pronta a scoppiare. Prima che scoppi, voglio proporre, Rossi, dato che mi ritengo un gentiluomo, three options per risolvere, in un modo o in un altro, il problema.

Prima option. Se vogliamo fare le cose per bene, democraticamente, allora facciamo un plebiscito chiedendo ai Meravigliosi, dato che l’economia del paese va sempre di peggio in peggio, se vogliono sostituire i mezzi dei mezzi (i parassiti, i demagoghi) più pagati al mondo con degli “amministratori stranieri”. È stato ampiamente dimostrato, lungo tutta la storia, che i nostri regnanti e politicanti sono incapaci di governare il paese. Uomini che siano stati all’altezza di questo compito, non ce ne sono mai stati fin’ora. Uno scrittore ben conosciuto dice che il Paese delle meraviglie va avanti con la testa volta all’indietro, e dice giusto. Quindi, presto finirà in un burrone. Per evitarlo io propongo gli “amministratori stranieri”.

Tutti alle urne, dunque, per decidere se si vuole essere governati dai soliti mezzi dei mezzi (vedere Lo Stato predatore), dai soliti politiconi oppure se si vuole avere degli amministratori che il popolo stesso può tenere sotto controllo. La regola d’oro, in un tal mestiere, è: chi sbaglia, paga; chi non fa bene il suo lavoro, verrà licenziato all’istante, ecc.

Se si deciderà per i nuovi amministratori, allora si farà un bando internazionale, globale. Che so io: Il Paese delle meraviglie cerca amministratori. Tutti, da ogni angolo della terra possono partecipare al concorso, eccetto i Meravigliosi.”

Se vincono i “Sì” a questo referendum, cioè quelli che si esprimono in favore degli “amministratori stranieri”, il problema col Paese delle meraviglie sarà risolto in brevissimo tempo. Nel caso i “Sì” perdessero, allora si dovrà passare alla seconda option.

Seconda option. Quale sarà la seconda option? Vendere all’asta il Paese delle meraviglie. Perché venderlo all’asta? Perché i politiconi, prima o poi, rendendosi conto della loro totale incapacità di governarlo, dovranno per forza fare qualcosa. Cosa? Quello che ho detto: venderlo all’asta. In questo momento hanno già iniziato a venderlo a pezzi. Per noi, Rossi, è meglio che lo vendano tutto in una sola volta e, chiunque lo compri, ovvio, compra anche i Meravigliosi. Nessun problema. Si sa, per loro, per i Meravigliosi, come sempre: Franza o Spagna purché se magna!

Chi lo comprerà il Pdm? Dei paesi europei sicuramente nessuno. Chi mai potrebbe desiderare di portarsi in casa propria il putiferio meraviglioso? Lo conoscono fin troppo bene! Dei paesi arabi, neppure. Gli americani nemmeno ci penserebbero. Gli basta il regalino che gli abbiamo fatto della mafia. Chi allora? La Russia? Forse. Potrebbe interessarle, ma non ha i soldi. Chi altro allora? Il Giappone potrebbe essere interessato per ragioni di spazio geografico, ma il paese è sovrappopolato e montagnoso, quindi non lo vorrà. C’è comunque un compratore potenziale: la Cina. I cinesi potrebbero essere interessati a comprarlo per delle ragioni strategiche. Sicuramente potrebbero invadere l’Europa più liberamente coi loro prodotti e diventare un ostacolo alla belligeranza americana in Europa.

Nel caso questo secondo tentativo fallisse, a questo punto non resta che la fatalità.

Terza option. Insomma, quando un popolo ha al potere incompetenti, arrivisti, sfruttatori, parassiti, ladri, mafiosi; quando un popolo manda sul gradino più alto della gerarchia sociale addirittura degli imbroglioni e criminali patentati; quando un popolo si nutre, del suo pane quotidiano, di dogmi e superstizioni vecchi come il mondo; quando un popolo sguazza in un perpetuo caos istituzionale, quando un popolo è dominato dal nonsense; quando un popolo diventa lo zimbello del continente, del mondo, del sistema solare, eccetera, eccetera, eccetera., c’è poco, veramente poco da sperare.

Io, però, Rossi, voglio provare a offrirgli, come ultima soluzione, una fine dignitosa; voglio toglierlo da questo disonore e da questa sua nullità storica a testa alta. Suggerisco, dunque, quello che ha suggerito il filosofo presocratico Eraclito ai suoi concittadini, 26 secoli fa: d’impiccarsi! Eraclito proponeva quest’atto agli Efesini per ragioni politiche. Anch’io, Orazio Guglielmini, chiedo agli abitanti del Paese delle meraviglie d’impiccarsi, ma non solo per ragioni politiche. Propongo loro d’impiccarsi anche e soprattutto a causa dell’oppio e dell’orrore culturale che hanno seminato in casa propria e nel resto del mondo. Questo suicidio di massa sarebbe, a mio parere, un ragionevole atto per mettere fine ad una cultura che, per millenni, non ha fatto altro che male a se stessa e a tutti quelli che hanno avuto la disgrazia di venirne in contatto.

Non c’è e non può esserci orgoglio a vivere in un paese dominato da parassiti e volgaroni; un paese dove la stoltezza è elevata a sistema. In un tal luogo non c’è dignità di esistere. È meglio farla finita una volta per tutte. Come si dice: meglio un giorno da leone che cento da coglione.

Voilà! Al massimo gli altri popoli rimpiangeranno il barolo, il parmigiano, la ferrari, ma in cambio ci guadagneranno molto in igene mentale. Non rimane più nulla, dunque, solo l’eroico gesto: farla finita una volta per tutte! Secondo me questa sarebbe una bella fine, un bel modo per riscattarsi e conquistarsi fama mondiale. Proprio così: fama mondiale, dato che non gli è stato mai possibile ottenerla da vivo, eccetto coi pallonari, almeno da morto impiccato, il “fu” Paese delle meraviglie si conquisterebbe un posto nella storia dei bipedi come il primo popolo suicida della Terra. Amen!

Vedere Il Paese delle meraviglie

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *