L’Hitler americano

 

foto (3)Gli americani, sotto sotto, consciamente o inconsciamente, sono sempre stati gelosi dei tedeschi e del loro Fuhrer. Infatti, i tedeschi mandarono il loro Fuhrer, Adolf Hitler, al potere democraticamente, così hanno fatto gli americani mandando il loro Fuhrer, Donald Trump, al potere democraticamente. Più chiaro di così non si può.

Ben fatto, bravi americani, ci siete riusciti infine a realizzare il vostro sogno. Complimenti! Ora siete soddisfatti, anche voi avete il vostro proprio Hitler in casa. Mancava nella vostra storia questo tasssellino, ora l’avete. Godetevelo allora. Una cosa ancora ci tengo a dirvela. Non fate lo stesso errore che hanno fatto i tedeschi. Voglio dire: il vostro Fuhrer, per favore, tenetevelo in casa vostra e con tanti auguri!

Nicolò – romanzo

 

foto (3)Un pomeriggio, in Australia, mentre stavo scrivendo qualcosa sulla lavagna, sono svenuto e finito sul pavimento. I miei studenti mi hanno portato subito all’ospedale di South Melbourne. Qui, dopo un controllo, un’iniezione e qualche ora di riposo, mi sono ripreso. Mi hanno detto che era stato solo un collasso, probabilmente dovuto allo stress. Ogni malanno di cui non si conosceva la causa, era dovuto allo stress in quei tempi. I dottori avevano iniziato comunque a farmi prelievi, controlli, esami e verso sera ho potuto ritornare a casa. Avevo 34 anni ed eravamo verso la metà degli anni Settanta.

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La Morte è la cosa più Importante e Preziosa che abbiamo – 3 post, il terzo

Apologia della Signora delle tenebre

 

Questi scritti s’indirizzano a tutti quelli che vogliono vivere bene, vivere in eterno e mantenersi sani di mente, Orazio Guglielmini

 

foto (3)L’arte di vivere non è solo saper filosofare, perché saper filosofare non è necessariamente saper vivere; l’arte di vivere è saper provare, sentire, amare e con tutto il proprio essere, e l’arte di vivere sta nell’arte di saper morire. Chi delude quest’arte, prima o poi lo rimpiangerà. L’arte di vivere è democratica, è vivere e far vivere, è godere e far godere, amare e fare amare. In due parole: è vivere in armonia con se stessi e i propri simili.

Se la vita è vista e vissuta così, la morte, il trauma della fine, non dovrebbero farci paura più di tanto, perché, dopo un’esistenza sana, giusta e ben vissuta, il pungiglione dell’addio si sarà ammorbidito e, chissà, potrebbe anche, a questo punto, essere la benvenuta la Signora delle tenebre. La morte, vissuta umanamente e consciamente, ci aiuta ad apprezzare l’esistenza, ad assaporarla giorno dopo giorno in tutti i suoi aspetti e a prepararci, forse anche serenamente, per il suo gran finale.

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A tutti i preti

Dedicato a don Contin e ad altri sacerdoti coinvolti nei festini di San Lazzaro a Padova

 

foto (3)È a voi, fratelli, non di cultura, ma di specie, è a voi cui m’indirizzo oggi con questo post, e lo faccio chiedendovi alcune cose che da tempo avrei voluto chiedervi.

1          Come potete, giorno dopo giorno, ripetere le stesse vecchie millenarie stantie e ammuffite parole, gli stessi vecchi millenari cancerogeni mortali concetti, le stesse vecchie millenarie morte e zoppicanti funzioni per un essere di cui non sapete nulla?

2          Come potete, giorno dopo giorno, dedicare la vostra vita a un essere che non avete mai visto, mai conosciuto, mai scambiato una sola parola con lui, mai mangiato insieme e mai corrisposto?

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La Morte è la cosa più Importante e Preziosa che abbiamo – 3 post, il secondo

Apologia della Signora delle tenebre

 

Questi scritti s’indirizzano a tutti quelli che vogliono vivere bene, vivere in eterno e mantenersi sani di mente, Orazio Guglielmini

 

foto (3)La morte non vuole essere accettata, la morte vuole essere capita, perché solo così può essere accolta con naturalezza. Avvicinarsi a lei con occhi aperti, è vedere la grandiosità di tutto, dall’atto più ignobile a quello più illustre. La morte è più grande della vita. Questa, a confronto, è poca cosa. Pensa, lettore, pensa alla vita incosciente d’un animale e alla sua morte e avrai la risposta. È la morte che fa nascere la poesia, la religione, la musica, l’amore, la filosofia, la scienza; senza la morte, questi utensili della mente e del cuore non esisterebbero. È lei che accende il lampadario celeste; è lei che illumina tutto. Se il mondo esiste, lo si deve alla Signora delle tenebre.

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La Morte è la cosa più Importante e Preziosa che abbiamo – 3 post, il primo

Apologia della Signora delle tenebre

Questi scritti s’indirizzano a tutti quelli che vogliono vivere bene, vivere in eterno e mantenersi sani di mente, Orazio Guglielmini

 

foto (3)La morte non è mai stata vista per quello che realmente è: vita, senso e liberazione. Vita, perché senza la morte la vita non esisterebbe, e se esistesse, non avrebbe senso, non varrebbe niente e, in ultimo, appunto, l’eternità la negherebbe. Senso, perché non essendo immortale la vita, avendo a disposizione pochissimo tempo, deve ingegnarsi per realizzare se stessa. Non può permettersi di sprecare nulla, ogni secondo, non solo è pieno di valore, ma anche pieno di senso. La morte è liberazione, perché, dopo un certo numero di anni, moriamo e, morendo, liberiamo il campo e ci liberiamo anche dalle catene della vita (la morte, per come noi la intendiamo, non ha nulla a che vedere con il Nirvana ovvero con la cessazione del soffio) e ritorniamo a essere ciò che siamo sempre stati: molecole, atomi, materia inanimata.

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Orazio Guglielmini a suo nipote

 

foto (3)I tuoi trisnonni, nipote, hanno insegnato ai tuoi bisnonni che nel mondo in cui erano nati, la regola d’oro era: MANGIA O SARAI MANGIATO.

I tuoi bisnonni hanno insegnato ai tuoi nonni che nel mondo in cui erano nati, la regola d’oro era: MANGIA O SARAI MANGIATO.

I tuoi nonni hanno insegnato ai tuoi genitori che nel mondo in cui erano nati, la regola d’oro era: MANGIA O SARAI MANGIATO.

Io, tuo nonno, nel caso i tuoi genitori non te l’abbiano ancora insegnato, t’insegno che nel mondo in cui sei nato, la regola d’oro è: MANGIA O SARAI MANGIATO.

È così che funziona il mondo in cui viviamo, nipote, sia nel regno fisico, sia nel regno animale, sia nel regno umano, soprattutto in questo: è il più spietato e barbaro di tutti. E questa sua spietatezza e barbarie, non ci crederesti, la si chiama umanità!

Adesso nipote, adesso che sai, sappi anche che se vuoi una vita buona, interessante e bella, ammesso che esista, devi batterti per averla, è l’unico modo.

Vai ora. Ti aspettano per il pranzo. Io vi raggiungo poi, forse. Dimenticavo: Felice Anno Nuovo!

La religione gioca sporco che più sporco non si può

 

foto (3)Perché derubare un cieco? Perché approfittare d’un vecchio? Per quale motivo imbrogliare un innocente? Perché dare da bere a un ammalato un veleno facendogli credere che sia un medicamento? Perché a un corpo condannato alla polvere gli si vuole far credere che, alla sua morte, andrà in paradiso, il luogo che nessuno ha mai visto? Perché avvalersi degli analfabeti e dei poveri di mente per accrescere il proprio potere e le proprie ricchezze? Perché tanta bassezza umana?

Ecco, a mio parere, la “ragione” più ignobile di tutte le ragioni: quella che deruba e imbroglia i ciechi e gli idioti. E questa è la ragione cristiana per eccellenza, e questo è il suo modo di concepire il mondo, e questo è il fare dei preti, e ciò da quando questi signori sono apparsi sulla scena sociale. Non conoscono un altro modo. Sanno solo mentire, creare imbrogli, dissidi, derubare il prossimo della sua vita e dei suoi beni, vendere l’inesistente, inventarsi l’impossibile e smerciare aria fritta per spirito santo, ecco il loro mestiere, la loro santa professione.

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“Quanto costerà allo Stato?”

 

foto (3)Ecco un triste, falso interrogativo; ecco una frase usata e strausata dai Mass Media che la usano, ovviamente, in modo errato. Allo Stato, e dovrebbero saperlo loro, ma non lo dicono, non costa proprio niente di niente e mai niente. Lo Stato non lavora, lo Stato non ha mai lavorato, lo Stato sa solo prendere e prende con leggi ingiuste, discriminatorie, anti-democratiche e prende dai lavoratori. Le cose funzionano così con questo organismo predatore: chi lavora per davvero fa la fame e chi non fa niente, solo danni, si prende tutto: ecco il fare dello Stato. Non ne ha un altro. Non si deve/dovrebbe dire, “Quanto costerà allo Stato?”, ma “Quanto costerà ai contribuenti?” “Quanto costerà a quelli senza cui nulla nasce, cresce o fiorisce?” “Quanto costerà ai veri proletari e operatori sociali?” Ma mai e poi mai si deve/dovrebbe dire “Quanto costerà allo Stato?”, perché lo Stato non lavora, perché lo Stato non sa neppure cosa sia il lavoro. Come potrebbe, allora, quest’organismo parassitario alla massima potenza, sborsare soldi per il popolo? E dove li prende poi i soldi lo Stato se non nelle casse di quelli che lavorano? Lui, lo Stato, il popolo lo munge, lo deruba, lo sfrutta, lo usa, e tutto questo e molto altro per i suoi porci comodi, per i suoi ideali, per i suoi interessi, per i suoi capricci. Lo Stato non è stato creato per fare funzionare bene la società. Affatto. Neppure per sogno. Tutt’altro. Dimentichiamolo. Riflettiamo un istante: cosa succederebbe allo Stato se la società funzionasse bene per davvero? Lo si licenzierebbe. Ovvio no? E voi credete che lo Stato voglia essere licenziato? Su dài! Lo Stato è stato creato per fare in modo che la società sia sempre sul bordo del precipizio; lo Stato è stato creato per dimostrare che l’onesto cittadino è un criminale e l’impostore un signore, lo Stato è stato creato per far credere che tutto funziona anche quando non funziona niente, perché solo così esso può far credere al popolo della sua necessità, del suo essere indispensabile: altro compito lo Stato, per come noi contribuenti lo conosciamo, non ha.

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Chi è, nella nostra società, la vera prostituta?

 

foto (3)Sicuramente non è chi fa la prostituta per professione. Direi che il suo è un mestiere, un rispettosissimo impiego sociale: soddisfa e mantiene in equilibrio un bisogno bestiale, il bisogno del branco comunitario. Non è neppure quella che è obbligata a prostituirsi. Questa lo fa perché non trova lavoro, nessun lavoro, l’unico è vendere il suo corpo, quindi prostituirsi. Deve farlo per forza, perché deve nutrirsi e nutrire la sua famiglia e i suoi figli o morire. Come, allora, come si potrebbe chiamare questa donna una prostituta? Non lo è. Affatto. Magari la prostituta, la vera prostituta, è la società in cui vive, che la butta sulla strada, che l’obbliga a prostituirsi per vivere. O, magari, il vero responsabile di questo crimine sociale è lo Stato, la più grande squillo al mondo, sicuramente non lei, non la donna che deve prostituirsi per vivere. Non chiamerei neppure prostituta la donna che fa sesso per il piacere del sesso. Per lei il sesso è cibo e nulla più, e il sesso visto come cibo, è nutrimento e non prostituzione.

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Boschetti & Mantovani: 2 cabarettisti biellesi ovvero un duetto ben riuscito e molto divertente

 

foto (3)Sabato scorso, io e Lorenza, contrariamente alla nostra routine serale, abbiamo deciso di uscire. Uscire per andare dove? Per andare a vedere uno spettacolo diverso dal solito film, dal solito teatro o dal solito concerto e siamo andati a vedere Nicola Boschetti e Marcello Mantovani che si esibivano nella Sala del Comune di Gaglianico, in “Scambi di Coppia”.

Usualmente, non di rado, almeno per i nostri gusti, quando mettiamo il naso fuori dalla nostra tana, sono botte, le prendiamo spesso. Ormai siamo così abituati al nostro felice tran tran casalingo che raramente ci facciamo stanare. Perché dovremmo, poi? Abbiamo tutto nella nostra tana dorata. Abbiamo il frigo pieno di cibo, il gatto Piuto che fa ron-ron, Dvd a non finire, cd, libri e, soprattutto, abbiamo la televisione, la regina degli spettacoli e che spettacoli! E allora?

Niente, sabato scorso abbiamo osato, ci siamo fatti coraggio, abbiamo abbandonato la routine e siamo usciti, sfidando così il destino e la felice deadly monotonia.

La Sala del Comune di Gaglianico era piena. Buon segno o cattivo segno? Abbiamo trovato un posto per sederci, fortunatamente, e poi abbiamo aspettato e aspettato. Finalmente, le due primedonne sono apparse e fu subito spettacolo.

Sì, proprio così, spettacolo. Boschetti, oltre ad essere un vero maestro della chitarra, è anche divertente, comédien, cantante e, bisogna dirlo, un vero e proprio virtuoso del suo strumento; Marcello Mantovani ha una bellissima potente melodiosa voce, il suo repertorio era ricco di motti di spirito, ricco di monologhi, di canzoni inglesi e italiane e di battute che ci facevano ridere a più non posso. Nulla da dire, due cabarettisti divertentissimi e non privi di talento e di arte.

“Scambi di Coppia” era il titolo dello spettacolo. Questo scambio, secondo noi, avrebbe potuto avvenire, eventualmente, tra tutti i presenti in sala, ma sicuramente non tra i due artisti: erano accoppiatissimi e sposatissimi, guai a cercare di dividerli!

Cos’altro dire? Tantissimo, però ora ho gli occhi che si chiudono. Dirò solo questo e poi a nanna. Per una volta, io e Lorenza, non le abbiamo prese uscendo, luckily, e questo grazie a Nicola Boschetti e a Marcello Mantovani per averci regalato una bella unica straordinaria esperienza, per aver lasciato dentro i nostri cuori, e forse anche nelle nostre anime, un calore e il sapore d’una stupenda serata: Thank you!

 

Trump e God Save America

 

foto (3)Io devo essere coerente con me stesso, quindi con quello che scrivo. Ecco cosa ho scritto e pubblicato sul mio blog il 27 ottobre 2016 (in inglese) riguardo alle elezioni americane:

Americani!

Presto dovrete andare alle urne, presto dovrete scegliere tra due candidati: uno dei due guiderà il vostro paese per almeno 4 anni. Quale, allora, quale dei due sceglierete? Io ho qualche idea sulla vostra possibile scelta. Vi dico però solo questo:

Se sceglierete Hillary Clinton, sappiate che i ricchi diventeranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Nulla del mondo dell’orrore in cui siamo immersi cambierà: la Clinton appartiene all’universo imperialista, capitalista e discriminatorio di cui lei stessa è una fedele serva.

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Quando l’irrazionale diventa razionale

 

foto (3)Cosa s’intende quando si dice che noi “italiani siamo incapaci di agire razionalmente?” Di certo non s’intende dire che non siamo, per ragioni genetiche, all’altezza di agire con raziocinio o di fare un discorso logico.

Chi ha letto il romanzo di Aleksandr Solzenicyn, “Una giornata di Ivan Denisovic”, ricorderà che Ivan è stato condannato ai lavori forzati in un campo di concentramento e lì ha dovuto adeguarsi alle regole del luogo. Ma ha veramente dovuto? Se avesse voluto, avrebbe potuto non farlo. Però, nel caso avesse fatto questa scelta, sarebbe andato contro il regolamento, e andare contro il regolamento, in quel posto, era pericoloso, per non dire fatale. Sfidare il pericolo non è da tutti. E poi c’è l’istinto di sopravvivenza che dice che è meglio evitarlo, il pericolo, oppure adattarsi quando ci sovrasta in potere e soperchieria. Così Ivan capì che era meglio “adeguarsi alle regole del luogo” piuttosto che ribellarsi, ed è quello che fece: si adeguò.

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Papa Francesco e i terremotati

 

foto (3)«Appena possibile anch’io spero di venire a trovarvi, per portarvi di persona il conforto della fede, l’abbraccio di padre e fratello, e il sostegno della speranza cristiana», ha detto all’Angelus di domenica 28 agosto Papa Francesco, manifestando la sua vicinanza alle popolazioni terremotate del Lazio e delle Marche.

Se Papa Francesco volesse veramente fare qualcosa per i terremotati, non dovrebbe esprimerlo in parole, ma coi fatti: potrebbe ricostruire, dalla prima all’ultima, tutte le zone terremotate a proprie spese: è stato il suo Dio, ovvio no?, l’autore di tutto questo flagello.

Insomma, se Dio esiste ed è un Dio buono, giusto, onniscente, onnipotente, che può fare ogni cosa, anche bloccare i terremoti ancora prima che si manifestino, perché non l’ha fatto? Perché ha lasciato crollare tanti edifici e ucciso tante persone?

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Americani!

 

foto (3)Presto dovrete andare alle urne, presto dovrete scegliere tra due candidati: uno dei due guiderà il vostro paese per almeno 4 anni. Quale, allora, quale dei due sceglierete? Io ho qualche idea sulla vostra possibile scelta. Vi dico però solo questo:

Se sceglierete Hillary Clinton, sappiate che i ricchi diventeranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Nulla del mondo dell’orrore in cui siamo immersi cambierà: la Clinton appartiene all’universo imperialista, capitalista e discriminatorio di cui lei stessa è una fedele serva.

Se invece sceglierete Donald Trump, sappiate, e questo ve lo posso assicurare, sappiate che negli Stati mafiosi ben consolidati del mondo, per il bene o per il male, qualcosa potrebbe cambiare, qualche uovo nel cestino potrebbe rompersi. I politici inesperti e goffi come Trump, potrebbero combinare casini.

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Mauro Biglino e il Nichilismo della Chiesa Cattolica Romana

 

foto (3)Mauro Biglino, ieri sera, 19 ottobre 2016, alle ore 21.30, al Palazzo Boglietti di Biella, ha presentato il suo nuovo libro edito da Mondadori, “Il falso testamento”. Inutile dirlo, c’era tantissimissima gente.

Di cos’ha parlato il filologo? Del falso testamento. E cioè delle solite cose, e cioè delle falsità che la Chiesa ha detto da quando è diventata Chiesa fino ad oggi. E cioè? Dell’altra verità della Bibbia. E cioè? E cioè di menzogne divine, di falsa creazione, d’immoralità, di miracoli inesistenti, insomma, di tutte le balle e le ignominie sostenute dagli ecclesiastici in più di duemila anni di storia indegna, inumana e grottesca.

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I Nobel e i piccoli uomini

 

foto (3)Eccoli lì tutti a urlare e a bisticciarsi fra loro sostenendo che Bob Dylan non ha nulla a che vedere con la letteratura e che il Nobel doveva andare a questo e non doveva andare a quello. E perché, poi, tutto questo baccano? Perché questi saggi e ricchi scrittori, che vivono sulle spalle di quelli senza cui nulla nasce, cresce o fiorisce, perché questi signori hanno ancora bisogno del Nobel? Sono forse così poveri interiormente? Sono così miserabili economicamente? Hanno bisogno, per sentirsi vivi, di essere sempre sulla bocca di tutti? Insomma, a quale specie appartiene questa fauna?

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Il Personaggio – racconto

 

foto (3)Non appena si sentì male, prese l’elicottero parcheggiato insieme al suo pilota fuori in giardino che lo portò all’istante alla clinica del rinomato chirurgo, il professor Gardelli. Il professor Gardelli, vedendo arrivare il Personaggio, piantò in asso il paziente che stava visitando e si precipitò da lui. Dopo un breve esame, gli diagnosticò un attacco di appendicite e disse che doveva operarlo. Il Personaggio non volle essere operato dal professor Gardelli. Per lui il professor Gardelli era solo buono per curargli il mal di gola, non per operarlo. Quindi, dopo alcuni ordini, il Personaggio fu riportato di nuovo sull’elicottero e con questo andò all’aeroporto. Qui, che sapevano già il perché del suo arrivo, un aereo di linea fu immediatamente svuotato dai suoi passeggeri e messo a disposizione del Personaggio, di tutto il suo staff, incluso il professor Gardelli, e delle sue guardie del corpo. L’aereo di linea prese il volo all’istante, direzione New York.

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Deutsche Bank

 

C’è qualcosa di marcio nell’anima e nel cuore, quindi nel cervello del popolo tedesco. Prima lo scandalo Volkswagen e ora lo scandalo Deutsche Bank. Scrive The Guardian: “I mercati sono fissati con le possibili opzioni per la Deutsche Bank in quanto si affaccia la prospettiva di una penale di $ 14 miliardi (£ 10,5 miliardi) da parte delle autorità degli Stati Uniti per obbligazioni ipotecarie mis-selling dieci anni fa.” Cos’altro dobbiamo aspettarci da questo popolo? Non abbiamo già ricevuto abbastanza? Cos’altro ancora?

 

Lo scienziato è il re degli atei *

 

foto (3)La materia è atea, quindi la scienza che più di ogni altro pensiero la rappresenta. Lo scienziato, se è uno scienziato degno dell’oggetto che studia, non può dire “Io sono un agnostico, io non posso pronunciarmi né in favore né contro l’esistenza di Dio”, e soprattutto non può dire “Io sono un credente”, perché, se dice questo, sta affermando un controsenso che non appartiene alla sua professione. Ha mai visto, questo signor scienziato, ha mai visto negli atomi, lui che dovrebbe conoscerli meglio di chiunque altro, il volto di Dio, di Cristo, della Madonna?

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Disse la volpe al corvo o il corvo alla volpe?

 

foto (3)Quindi il boss decretò:

“Non Olimpiadi nella capitale.”

E come risposta ebbe: “Così sarà fatto, capo.”

E così, infatti, è stato fatto. Gli ordini sono ordini. Questa decisione, però, avrebbe dovuto essere presa solo e solo dal popolo romano e per plebiscito, invece è stata presa da un’autorità che sa dire solo “Sì, boss!”, a un boss addirittura venuto da fuori. Siamo all’assurdo e lo siamo perché, intanto, nessuna autorità che viene da lontano, da un altro paese, regione, continente può capire il tessuto della vita locale d’un popolo. Solo i romani capiscono fino in fondo i romani. Perché, allora, perché il grande burattinaio venuto da lontano ha rifiutato una tale chance, una tale occasione? Ha rifiutato lavoro, pane, prestigio internazionale, turismo a volontà, quattrini a non finire, almeno dieci volte superiori al debito della capitale, perché? Perché ha rifiutato tutto questo? Forse il Brasile era più ricco e più preparato di noi quando ha deciso di ospitare le Olimpiadi? E chi è mai costui per decidere sul destino e sul benessere di tutto un popolo? Se fosse stato un evento religioso, avrebbe detto anche di no? Insomma, quali prove di abilità amministrative ha mai dato questo individuo? Qual è la sua expertise in materia economica? Quale saggezza è mai uscita dalla sua bocca? Perché noi italiani continuiamo a mettere le nostre vite nelle mani d’incompetenti? E mai possibile che tutto ciò sia scritto nel nostro Dna? Tutti i paesi del mondo hanno alzato la voce qualche volta sulle inabilità, sui disastri e sui soprusi dei loro governanti, perché unicamente noi siamo solo capaci di subire e tacere? Forse perché siamo il popolo più bacchettone e ignorante al mondo o perché ci hanno fatto credere sin dalle fasce che la nostra vigliaccheria e imbecillità sono virtù congenite?

Popolo vetusto, popolo romano, wake-up!, svegliati!, altrimenti vai pure al diavolo, perché né le specie né il pianeta sanno cosa farsene di te!

UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, allora passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, confrontarci, dire la nostra brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Vale a dire, nessuno uomo è più che un uomo. È così che parla agli amici del Web, Orazio Guglielmini.

 

Per una fenomenologia e un’ontologia della vuotaggine divina – 6 post, il primo

 

foto (3)Per “fenomenologia” intendo i fenomeni naturali per come si manifestono nel loro ambiente e non per come alcuni (Hegel, ecc.) credono che siano; per “ontologia” intendo la “cosa in sé” kantiana, quindi il concetto sartriano: prima viene l’esistenza e poi l’essenza.

Per “vuotaggine divina” intendo “aria fritta”, vale a dire aria priva di particelle. In ogni luogo dell’Universo, dove c’è vuoto, lì ci sono anche particelle, atomi, ecc., perché, in realtà, il vuoto non esiste. Ebbene, nel significato che io do a “aria fritta”, non c’è proprio nulla, neppure atomi o particelle. Un altro modo d’intendere questa espressione, “vuotaggine divina”, e cioè vuotaggine ragionata a tavolino, potrebbe essere fiction, pura fiction, un prodotto estratto dall’immaginario.

Partendo da queste premesse, ecco alcune prove sull’inesistenza di Dio.

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Illustre scienziata del CERN scrive: “…non è la fisica che darà risposta”

 

foto (3)E se non è la fisica (la materia, gli atomi, gli elementi), ci chiediamo noi, che “darà risposta”, che cos’altro la darà?

Ecco cosa scrive su Wikipedia l’illustre scienziata italiana, Fabiola Gianotti: “Quello che io vedo nella natura, la sua semplicità, la sua eleganza, mi avvicina all’idea di una mente intelligente ordinatrice”. In un’altra intervista ha risposto: “Sì, io credo. La scienza è compatibile con la fede e non ci sono contraddizioni. L’importante è lasciare i due piani separati: essere credenti o non credenti, non è la fisica che ci darà risposta.” Ci vuole coraggio per dire certe cose e la scienziata Gianotti, quando dice che “non è la fisica che darà risposta”, dimostra di averne tanto.

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Teresa di Calcutta fatta Santa!

 

foto (3)Ecco l’appena appena fatta santa cos’ha scritto nel suo diario “Come Be My Light” – “Vieni e sii la mia luce”: “Where is my faith? Even deep down… there is nothing but emptiness and darkness… What do I labor for? If there be no God, there can be no soul. If there be no soul then, Jesus, You also are not true” – “Dov’è la mia fede? Anche nel profondo… non c’è che vuoto e tenebre… Perché e per chi io lavoro? Se non c’è Dio non c’è neppure l’anima. Se non c’è l’anima allora, Cristo, anche Tu non sei vero.”

Scrive Christopher Hitchens nel suo saggio sulla Santa Madre Teresa di Calcutta intitolato “La posizione della missionaria” e pubblicato da minimum fax: “La sua celebre clinica di Calcutta in realtà non era che un ospizio primitivo, un posto dove la gente andava a morire, un luogo dove le cure mediche erano poche, quando non addirittura inesistenti, (quando fu lei ad ammalarsi, volò in prima classe alla volta di una clinica in California). Le grandi somme di denaro raccolte venivano spese per la maggior parte nella costruzione di conventi in suo onore. Aveva fatto amicizia con tutta una serie di ricchi truffatori e sfruttatori, da Charles Lincoln della Lincoln Savings & Loans, alla ripugnante dinastia Duvalier di Haiti, accettato da entrambi generose donazioni di denaro che in realtà era stato rubato ai poveri”.

Madre Teresa di Calcutta non ha mai creduto né in Gesù né in Dio né in Cristo e tanto meno nello Spirito Santo, e non parliamo di santi e madonne, e questo nonostante si riempisse quotidianamente la bocca di questi nomi. Non è un mistero questo modo di comportarsi, non fra i religiosi. È un fenomeno che succede spesso a quelli che sono obbligati a ripetere sempre le stesse cose vita natural durante: a via di ripeterle e ripeterle, poi, alla fine, ci credono e ci credono anche se non ci credono.

Ovvio, in Dio, l’appena appena fatta Santa, ci credeva. Era addirittura una bigotta, una fanatica fondamentalista. E non solo. Era anche una pedina del Vaticano. E che pedina! Come san Francesco, anche lei gli portava le uova. E che uova! Le donazioni che le facevano i ricchi, lei non le impiegava per curare e aiutare i derelitti, ma per costruire nuovi ospizi, sedi missionarie, conventi. Lei non amava i poveri. Affatto. Li odiava. Desiderava vederli morire. Eventualmente, perché no, vederli morire nelle sue braccia oppure mentre le baciavano i piedi e, tanto per rendere il momento più eccitante e completo, possibilmente alla presenza di qualche fotografo che riprendesse l’evento, l’evento che poi l’avrebbe resa ancora più celebre e più Santa.

Amava però, questo sì, amava la povertà, la malattia, la sofferenza, l’indigenza, la miseria e amava queste cose, non realisticamente, non con il cuore, non con umanità, ma le amava così, astrattamente, come doni dell’Altissimo. Il suo amore per i poverelli non usciva dal suo petto, per nulla, ma arrivava direttamente a lei da Dio. Senza Dio, quello di cui la Santa Madre si riempiva la bocca giorno dopo giorno, anche se sapeva benissimo che non esisteva, senza di Lui Madre Teresa di Calcutta non sapeva amare. Il suo era il Dio in cui lei non credeva. In effetti, il dolore, le tribolazioni, la disperazione, lo squallore, per la Santa Madre, erano doni di Dio. Guai se non ci fossero stati. Senza di essi una come lei non sarebbe mai e poi mai diventata ricca e celebre.

In nuce, non poverelli, non Madre Teresa di Calcutta. Guai a eliminare i poverelli dalla terra! Infatti, senza dell’Altissimo, Madre Teresa di Calcutta, le pecorelle e lo Stato del Vaticano, non sarebbero mai esestiti, tanto meno l’abomio mondiale della povertà economica e mentale. Il papa e i preti di tutto il pianeta sono lì proprio per questo: per tenere i popoli della terra nell’oscurantismo più totale. Non hanno altra funzione, mai avuta. Ecco, dunque, a cosa si è ridotta l’Italia: a predicare, esportare e propagandare l’oppio e la miseria in giro per il mondo.

Per quello che riguarda i 120mila fedeli che gremivano ieri piazza San Pietro, direi questo: se ci fossero stati fra di loro massimo 5mila tra curiosi, passanti e perdigiorno, erano già tanti, il resto saranno stati mandati lì dalla Chiesa a far numero, tutti, però, col viaggio pagato, pranzo pagato, rinfreschi pagati, tanto le amatissime pecorelle della Chiesa e dell’appena appena fatta Santa, avevano già pagato e strapagato il conto.

Insomma, diciamocelo tutto in una volta: se Madre Teresa di Calcutta è una santa, i demoni, i mostri e i senza anima chi sono? Anche Cirillo di Alessandria, quello che trucidò la scienziata e filosofa Ipazia, era un mostro, eppure la Chiesa lo fece santo!

UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, allora passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, confrontarci, dire la nostra brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Vale a dire, nessuno uomo è più che un uomo. È così che parla agli amici del Web, Orazio Guglielmini.

 

Agli amici del Web

 

Buone ferie d’agosto 2016, allora. Io e Lorenza partiremo domani. Ci vediamo a settembre. Ah, stavo per dimenticare. A proposito, se andate in vacanza, e ve lo auguro se così desiderate e non siete ancora andati, non dimenticate di mettere nelle vostre borse da viaggio anche qualche libro. Non si sa mai. Potrebbe venirvi l’ispirazione di leggere mentre siete sotto l’ombellone!

Betsy Davis e l’Eutanasia

 

foto (3)Nessuno può scegliersi la nascita, però può scegliersi, grazie all’eutanasia e ad altri metodi curativi più o meno civilizzati, la morte che desidera. Questa nuova moda terapeutica dell’inevitabile, diversamente da quella di coloro che la morte la subiscono aspettandola passivamente e vigliaccamente (chi non sì è mai ribellato una volta in vita sua contro quest’assurda fatalità?), è una morte viva, una grande morte. Non è vero che la morte è democratica, affatto, c’è morte e morte. Le persone che nascono e muoiono secondo le leggi della natura, sono sconfitte più volte. Vengono al mondo senza volerlo e lo lasciano senza volerlo; vengono al mondo piangendo e lo lasciano terrorizzate e senza lume. La morte di Betsy Davis, e beata lei che ha potuto permettersela economicamente e intellettualmente, è stata una morte lucida, una super morte, una morte elegante, raffinata, illuminata, da signora, una di quelle morti che farà da modello per tutti quelli che vogliono essere, non una volta ancora vittime di credenze ormai morte e stramorte, ma i protagonisti del loro unico reale vero epilogo esistenziale.

 

Leggere è bello, elegante, sexy

 

foto (3)Leggere è eterna giovinezza. La giovinezza della mente, dello spirito e della conoscenza non hanno età. La lettura trasforma la bruttezza in bellezza, perché la vera bellezza non è quella del corpo, ma quella dello spirito e della lucidità mentale. La lettura rende svegli, pronti, dinamici intellettualmente e culturalmente. È medicina mentis, dicono i filosofi e dicono giusto. La lettura è fonte di vita. La lettura rende umani, veramente umani, perché con la lettura si aquisisce la coscienza e la ragione di quel che si fa: si diventa responsabile dei propri atti. Un essere che legge è un essere vivo, aperto, di ampie vedute; la lettura fa di lui uno spirito libero.

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Il Papa ad Auschwitz e Birkenau

“Arbet Macht Frei, il lavoro rende liberi”

 

foto (3)Papa Francesco dovrebbe interrogarsi, visto il luogo in cui si trova, almeno su due punti cardinali e di grande importanza storica. Per prima cosa dovrebbe chiedersi chi ha creato il “Nazismo?” Chi sono stati i suoi “Autori”? Chi ha fatto d’un essere umano un “Boia dell’Umanità?” Insomma, dovrebbe chiedersi il Papa: “Chi sono i veri “Artefici” della Seconda Guerra Mondiale?” E poi dovrebbe interrograrsi anche, non sul male che ha fatto Hitler in quei suoi dodici anni di potere, ma il male che ha fatto e continua a fare la religione giudaico-cristiana dai suoi albori fino ad oggigiorno e, soprattutto, il male che ha fatto e sta facendo la Chiesa Cattolica Romana col suo fare e le sue infinite imprese di falsificazioni e mistificazioni storiche – le manipolazioni, le invenzioni, i soprusi, le torture, le uccisioni, le guerre, lo spargimento e i fiumi di sangue santo, le guerre sante in oriente e in occidente, l’inquisizione, i roghi, l’appropriazione di beni altrui, le bugie dette a ciel sereno, l’indice, l’imprigionamento d’innocenti, l’incultura, l’arretramento scientifico ed economico, i dogmi, l’ignoranza, il mandare al rogo i filosofi e tappare la bocca agli scienziati, i furti, l’indottrinamento fascista, nazista, lo sfruttamento, l’oppressione della libertà di parola, la schiavitù, la collaborazione del Papato con fascismo e il nazismo, eccetera, eccetera, eccetera – : ecco su che cosa dovrebbe riflettere e raccogliersi in queste circostanze Papa Francesco.

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Viviamo nel più assurdo dei mondi possibili

 

foto (3)Pagare, soprattutto coi tempi che corrono, 120 milioni di euro ad un fachiro dello sport (gli sportivi, come i fachiri, devono usare, per quello che fanno, pochissimissimo il cervello e tantissimo il corpo, proprio come fanno i fachiri, quindi, gli sportivi, piaccia o meno, sono, per mestiere, dei fachiri), è un vero e proprio insulto al genere umano. Per conto mio, per far capire a tutti quelli che hanno un po’ di cervello che noi viviamo nel più assurdo e discriminatorio dei mondi possibili, un mondo costruito, non da esseri umani, non da persone democratiche e giuste, affatto, ma da rettili velenosi che più rettili e velenosi non si può, bastarebbe solo questo esempio. Offrire ad un fachiro dello sport 120 milioni di euro, 240 miliardi di vecchie lire, per una sola stagione calcistica, non è solo assurdo e discriminatorio, è anche e soprattutto mostruoso.

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Ciclisti o polli di allevamento?

 

foto (3)Il Tour, una delusione dopo l’altra, una noia dopo l’altra: il Tour non è più il Tour. Il Tour non arriva in cima a monte Ventoux, dove avrebbe dovuto arrivare, perché, dicono, c’è vento e i ciclisti, i fachiri dello sport, potrebbero prendersi il raffreddore. La tappa Bourg-en-Bresse – Culoz, un’altra sbadigliata. E non solo. Nessuno attacca la maglia gialla, nessuno cerca di distinguersi, nessuno vuole mettersi in gioco. Gli incontri competitivi dovrebbero essere lì per questo o no? Niente, non c’è più sport, agonismo, individualismo. Era meglio, molto meglio, quando i ciclisti si riempivano di droga, almeno davano spettacolo.

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Ad un atto cieco vennero gli occhi

 

foto (3)Un sabato pomeriggio, mentre la fidanzata di Marco, Ilaria, era dalla parrucchiera, lui era andato ad aspettarla a casa sua. Quand’era entrato (aveva le chiavi), la madre della sua fidanzata, Emilia, separata, era nella sua camera.

Ciao.

Ciao.

Posso?

Certo.

La trovò con le spalle contro la spalliera del letto, una gamba allungata su di esso e l’altra sollevata, quasi ambedue le gambe nude fino all’inguine. Il giovane rimase folgorato. Mai visto Emilia in quel modo. La guardò incantato e gli venne spontaneo di dirle: “Hai delle bellissime cosce, Emilia.” Era vero, Emilia aveva delle bellissime cosce. Gliele aprì ancora di più mostrandogli anche il pube. Il giovane capì. Non perse tempo e, tra sogno e realtà, si tolse le scarpe, i pantaloni, le mutande e un istante dopo era dentro di lei. Emilia aveva iniziato subito a gioire mentre lui la pestava a più non posso.

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L’anima

 

L’uomo nasce senza anima. Questa se la crea, volente o nolente, vivendo. Sarà la sua anima, la sua identità, la sua particolarità. C’è da dire anche a questo riguardo, e senza offesa: piccola anima, piccolo uomo; grande anima, grande uomo. La qualità, non la quantità, esige, ahimè!, questo confronto fra un individuo e l’altro, tanto per ricordare che umani non si nasce, umani si diventa.

L’anima, dunque, nasce dalla materia e non la materia dall’anima. Anche gli animali ne hanno una, ma, forse, loro non sanno di averla. La loro è un’anima istintiva. L’uomo, invece, trasforma la sua anima, via via che se la va creando, in un’anima culturale.

La cultura è quel fenomeno che ci porta a riflettere e a ragionare. A questo punto si apre il mondo del pensiero: a ognuno il suo, a ognuno la sua piccola o grande anima: io le rispetto e amo ambedue e di ambedue posso trarne un universo di bontà, di vita e di amore.

Lo spirituale, dunque. Questo non è altro che il sesto senso della materia, quello che ci aiuta a diventare esseri umani.

Con la morte, l’anima si estingue e tutto ritorna di nuovo materia. Questa conclusione può non piacere, ma le cose non cambiano, stanno così.

UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, allora passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, confrontarci, dire la nostra brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Vale a dire, nessuno uomo è più che un uomo. È così che parla agli amici del Web, Orazio Guglielmini.

 

Per un contratto sociale planetario – 5 post (5)

 

foto (1)“Fino a quando una sola persona nell’intero Pianeta viene ingiustamente maltrattata, tutte le istituzioni che lo compongono non sono degne di esistere,” Orazio Guglielmini

 

Parte quinta:

Un Governo di Uomini Integri

 

Nel caso queste quattro proposte (vedere gli altri post sul blog) di rinnovo sociale, quella dei “Computer”, quella dei “4 io della salvezza”, quella del “Nuovo Contratto Sociale Planetario” e quella della “Democrazia Umana”, non fossero soddisfacenti, eccone un’altra.

Se non si può proprio fare a meno dei demagoghi, allora i mezzi-uomini attuali (i politici) dovranno essere sostituiti da “Uomini-Integri”. Cosa s’intende per “Uomini-Integri”? S’intende che chiunque voglia fare politica, dovrà assumersi la responsabilità del suo compito fino in fondo. Questo significa mettere la massima onestà al servizio pubblico e che se il politico sbaglia, paga.

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La strage di Dacca

 

Quante, io mi chiedo, quante di queste mostruosità sociali gravano sui signori che ci governano? Quante portano il marchio che c’è ma non si vede dei Rothschield, dei Rockefeller, dei Bush, della Banca Centrale Europea, dei sovrani, dello Stato del Vaticano e dei governi venduti? Quante di queste mostruosità gravano su tutti costoro? E cosa dire degli al-Assad assassini di Siria e di tutti gli altri al-Assad assassini dei paesi islamici? Quanti di tutti questi signori hanno contribuito al massacro bestiale e inumano degli italiani, dei giapponesi, bengalesi e d’un indiano nell’attentato a Dacca, nel Bangladesh?

I veri colpevoli, i veri killer di questi infelici, e non solo di questi, non sono da cercare fra quelli che li commettono, ma fra quelli che li elaborano a tavolino. Sono questi che insanguinano il mondo giorno dopo giorno; sono questi gli artefici di ogni singolo atto criminale e disagio sociale che avviene e esiste in tutto il mondo. Ecco le parole della signora Hillary Clinton: “L’Isil è roba nostra, ma ci è sfuggita di mano.” Spero di aver reso l’idea.

L’uomo che governa questa palla di pietra volante, non è un santo, non è un democratico, non è un essere umano, è una bestia assetata d’ingiustizia, di violenza, di sangue e, soprattutto, è assetata di ricchezze e di poteri. È una delle bestie più astute, crudeli e disumane della Terra. E noi, noi i figli del popolo lavoratore, noi gli schiavi di questi negrieri! E noi, noi che costruiamo, creiamo, produciamo e teniamo il mondo in vita, noi a difendere col nostro sangue i banditi che ci sfruttano e ci massacrano! E noi, noi che siamo il sale della Terra, noi sottomessi a questa feccia! Ecco l’assurdo e il disumano, ecco l’insopportabile realtà sociale in cui viviamo.

Per quello che mi riguarda, è giunta l’ora di smettere di piangere e di elemosinare, è ora di prenderci ciò che ci appartiene!

 

UN INVITO: passate parola, condividete, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, confrontarci, dire la nostra brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più! Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani! È questo ciò che raccomanda agli amici del Web, Orazio Guglielmini.

Per un contratto sociale planetario – 5 post (4)

 

foto (1)Fino a quando una sola persona nell’intero Pianeta viene ingiustamente maltrattata, tutte le istituzioni che lo compongono non sono degne di esistere,

Orazio Guglielmini

Parte quarta:

Per una democrazia umana

 

Nel caso i tre “Contratti” proposti (vedere i post precedenti), quello dei “Computer”, quello dei “4 nuovi io della salvezza” e quello del “Nuovo Contratto Sociale Planetario”, non soddisfacessero ancora, eccone un quarto: dalla “democrazia lupesca” alla “Democrazia Umana”.

Ti sei mai chiesto, Rossi, come si è arrivati alla così chiamata “democrazia”?

“No!”

È quello che pensavo, disse Orazio Guglielmini. La cosa è andata più o meno così. Un giorno, i lupi a due zampe (gli animali homo al potere), stanchi di squartare pecore (il popolo lavoratore), in un momento di particolare sentimentalità, credendo di fare opera buona, hanno deciso di istituire una specie di “contratto democratico” tra loro e le pecore. Ecco, grosso modo, com’è stato stipulato questo contratto. I lupi a 2 zampe dissero alle pecore:

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Agli Amici Del Web

foto (2)Da quando ho iniziato a usare Internet, la mia è stata ed è tutt’ora, l’espressione, non solo libera da ogni condizionamento ideologico, ma anche dell’onestà su tutto ciò che dico e scrivo. Come dicono i poeti, mettere l’anima e il cuore a nudo davanti a se stessi e davanti agli altri. È quello che ho fatto io in questi 6 anni di Web. L’ho fatto perché sono convinto che la libertà di pensiero e l’onestà sono l’unico mezzo per crescere e vivere insieme, non come bestie, ma come esseri umani. Quindi, anche ciò che segue fa parte di questo principio.

Bene, quello che voglio comunicarvi è questo. Lungo la mia vita ho incontrato poche persone desiderose di prendersi cura di me. Adesso, alla mia non trascurabile età, guarda caso, ho trovato qualcuno che lo fa. E chi è? Non ci crederete. È lui, proprio lui, Facebook. Facebook, in quest’ultimo tempo, notando forse un mio eccesso di operosità troppo onesta e condotta sempre con anima e cuore, ha deciso, per il mio bene, of course, di mandarmi ogni tanto in vacanza tagliandomi tutti i contatti. E io, signori miei, non vi nascondo che gli sono molto grato. Perciò, se qualche volta non rispondo alle vostre e-mail o non mi vedete in giro, non preoccupatevi, sono in buone mani!

UN INVITO: passate parola, condividete, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, confrontarci, dire la nostra brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più! Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani! È questo ciò che raccomanda agli amici del Web, Orazio Guglielmini.

 

 

Per un contratto sociale planetario – 5 post (3)

foto (1)“Fino a quando una sola persona nell’intero Pianeta viene ingiustamente maltrat-tata, tutte le istituzioni che lo compongono non sono degne di esistere,”
Orazio Guglielmini

Parte terza:
Da valori falsi a valori reali

Nel caso i due suddetti “Contratti” (vedere i post precedenti), i “Computer” e i “4 nuovi io della salvezza”, non siano stati abbastanza convincenti, ne abbozzo un terzo.
Prendiamo da 50 paesi del mondo 100 persone, 50 donne e 50 uomini e tra i 35 e i 70 anni. Questi personaggi devono essere composti da 25 filosofi, 25 conta-dini, 25 scienziati e 25 proletari. Li si mette insieme e li si fa lavorare su un “Nuovo Contratto Sociale Planetario”.

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Biella, città non di vita, ma di suicidi – 3 post, il terzo e ultimo

 

 

urlo-munchI suicidi a Biella (33, solo nel 2013, e per una popolazione di 40mila abitanti sono molti) non provengono dalla parte povera della città, né dalla parte ricca. Si sa che Biella è divisa principalmente tra i tutti poveri e i tutti ricchi. I tutti poveri non hanno tempo per suicidarsi, perché devono pensare giorno dopo giorno a come restare in vita, in loro domina l’istinto di sopravvivenza; i tutti ricchi non hanno neppure loro il tempo per suicidarsi, perché devono impegnarsi costantemente a trovare il modo di come investire le loro nuove acquisite ricchezze e di farle fruttare in altre ricchezze.

Allora chi si suicida a Biella? Si suicida la gente di mezzo, quella che non è né ricca né povera, perché è solo questa che trova il tempo di pensare alla vita, alla sua esistenza, alla sua anima, mente, cuore, al suo destino. E il suo destino, il destino della gente di mezzo, in questa città, a volte diventa, oltre che un peso insopportabile, anche molto problematico.

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Biella, città non di vita, ma di suicidi – 3 post, il secondo

urlo-munchTanti anni fa ho perso un amico e maestro (mi dava lezioni di chitarra), e l’ho perso perché si è suicidato. Si è detto allora che era morto a causa d’una fatale dose di droga. È vero, faceva uso di droga, ma il suo, però, è stato il suicidio d’un uomo che ha voluto suicidarsi, che, come dice Levi, prima di commettere l’atto, l’ha meditato a fondo.

Alcuni giorni prima del fatidico evento, è venuto a trovarmi. Insieme, quando non m’insegnava a suonare, parlavamo di tante cose e parlavamo a volte anche in inglese (era laureato in inglese). Gli piaceva, quand’era da me, mentre io ero impegnato con qualcuno dei miei studenti, prendersi un romanzo dalla libreria, mettersi su una sedia a dondolo e leggerselo. Era ghiotto di sentire storie di vita di altri paesi. Non era mai stufo di parlare e sentire parlare di Londra. Voleva andarsene via da Biella, dall’Italia, ma amava troppo sua madre, non se la sentiva di lasciarla.

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Biella, città non di vita, ma di suicidi – 3 post, il primo

urlo-munchRipropongo 3 post sui suicidi a Biella che avevo già pubblicato sul mio blog nel 2013. Le cose non sono cambiate, anzi, col passare del tempo, divengono ancora più incalzanti e drammatiche. Come dire, pare che ci sia qualcosa di trascendente, una specie di vocazione al suicidio: il suicidio che invita al suicidio come l’abisso invita all’abisso. Verrebbe da dire, ironicamente, se si può ironizzare su un argomento del genere, si vive così bene in questa piccola città del nord che la gente non vede l’ora di ammazzarsi. Cosa e chi spinge queste persone a quest’atto estremo? Ci dovrebbe essere una ragione: qual è? Valori che non sono più valori? Stili di vita sbagliati? Cieco adeguamento dai risvolti ribelli e inconsci? Problemi economici? Disoccupazione forzata? Bigotto conformismo? Pecoraggine dai frutti insapori? Disperazione esistenziale? Problemi famigliari? Amore che non è più amore, ma catene? Mancanza di strutture adeguate? Rigidità di sentimenti e pensieri? Un pessimo clima? Troppa fantasia, ideali? Poca flessibilità culturale? Cosa, cosa fa sì che thanatos abbia tanta fortuna a Biella?

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