Rimuovere la morte dalla vita: che assurdità! – 5 post sulla Signora delle tenebre, quinto e ultimo

Il problema della morte è una cosa seria, la cosa più seria che ci sia per noi esseri umani. Tutto parte dalla nostra morte. È questa che dovremmo cercare di capire e di farcela amica già da una tenera età, perché essa è il perno, la forza e la passione della nostra esistenza. Senza la morte, saremmo nulla.

Chi crede di poter risolvere questo problema, se problema è, all’ultimo minuto, si sbaglia. Tutto il rimosso vive in noi come una bestia cieca e feroce. E questa, la bestia cieca e rimossa, non si può calmare all’ultimo istante, quando stiamo per tirare le cuoia. Affatto! Allora, perché rimuoverla dalla nostra coscienza, dal nostro cervello, dalla nostra vita? Perché non integrarla nel nostro sistema tanto intimamente quanto l’amore? Perché non pensare alla morte tanto quanto pensiamo alle cose che più amiamo al mondo? Dobbiamo farlo, perché solo così addolciremo la sua portata negativa. Dopo tutto, se vogliamo valorizzare la vita, dobbiamo valorizzare la morte.

La morte si esperimenta vivendo: ce la troviamo nel piatto in cui mangiamo, nel letto in cui dormiamo, nella macchina che guidiamo, nel sorriso che facciamo ai nostri cari. Mentre stiamo facendo all’amore, lo facciamo contemporaneamente con la vita e con la morte. In tutto quello che facciamo, lei è lì accanto a noi. Non possiamo fare diversamente. La Signora delle tenebre ci adora, è lì, sempre lì, al nostro fianco, pronta!

Il saggio, dice Spinoza, non pensa alla morte, pensa alla vita. Sbagliato, filosofo. Ma questi filosofi! Il saggio saggio, Spinozino, pensa ad entrambe, altrimenti che saggio è?

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *