Signor Silvio, signor Silvio Berlusconi…

È lui, sì sì, è lui. Ne sei sicuro? Sicurissimo. Lui lui lui. Che fortuna averlo incontrato. Corri! Non fartelo scappare. Dove sono le sue guardie del corpo? E che te ne frega di loro? Me ne frega sì! Quelli picchiano, credono che io voglia farlo fuori. Per favore, non perdere altro tempo. Ce l’hai vicino vicino. Ti sente se gli parli. Digli quello che volevi dirgli già da tempo. Su, dai! Non lo beccherai più poi. Non farti sfuggire questa chance. Affrontalo!

“Ascolti, ascolti, signor Silvio, non voglio ammazzarla, mi creda, voglio solo ringraziarla tanto tanto perché sento che è grazie a lei se io oggi so per certo come funziona il parlamento e di che pasta sono fatti i politici, e questo, ripeto, lo devo a lei. In venti e più anni di politica, lei ha avuto il tempo di dimostrarlo e di farlo capire a tutto il Paese e al mondo intero come realmente funzionano le cose.”

Non corra, la prego. Non riesco a starle dietro.

“Noti solo questo. È importante! Nonostante lei mandi il Paese alla malora e il popolo alla rovina, NON VA IN GALERA!, non la prova neppure lei la galera. Grande, vero signor Silvio? Adesso pensi, solo un istante e per assurdo, pensi se mi fossi trovato io al posto suo, io uno del popolo, sicuramente mi avrebbero dato come minimo un miliardo di anni di prigione. È bello fare il politico qui da noi, vero? Conviene anche, non trova?”

Per favore, non corra così veloce. Gliel’ho già detto, non voglio ammazzarla, voglio solo ringraziarla per…

“Stavo dicendo che conviene fare il politico qui da noi. E sì che conviene. Il politico qui da noi fa quello che vuole e come lo vuole, caro lei. Altro che uno zar, altro che un roi soleil, altro che un papa Borgia, il politico qui da noi può permettersi di sputare sulle istituzioni, sullo stato, sulla costituzione, sulla repubblica, sul popolo, si compra i politici che vuole, si prende la paga che vuole, inganna i votanti, fa le leggi che gli fanno comodo, smerda tutto il Paese, si concede ogni vizio e capriccio platealmente e se ne va in giro per il mondo superpagato e con le sue belle guardie del corpo. Fantastico, vero?”

Ma guarda come fila!

“Ripeto, è grazie a lei se io oggi conosco come le mie tasche lo Stato predatore. Certo qualcosa la sapevo già, però che fosse così corrotto che neppure l’ultimo degli stati al mondo l’eguaglia in ignominia e sudiceria, questo io non lo sapevo, questo me l’ha insegnato lei, signor Silvio. E io, me lo dica lei, saggio cavaliere, saggio uomo, padrone d’Italia, dovrei io, un lavoratore serio, rispettare le leggi di una tale combriccola sociale? Dovrei continuare a pagare le tasse? Rispettare una tale fogna istituzionale? Me lo dica lei, signor Silvio, dovrei io fare ciò? Ha proprio ragione, sa, totalmente ragione, è una montagna di sterco e vomito il posto da dove lei sbraita, e lei l’ha ampiamente, in venti e più anni, dimostrato. Bravo, signor Silvio!”

Ma perché continua a correre?

“A proposito, e di questo sicuramente ne va fiero, sa che ormai tutto il Bel Paese la copia, la idealizza, fa casini come li fa lei. Di più. Grazie a lei, proprio così, è ancora grazie a lei se oggi tutto il Bel Paese non riesce più a capire il confine fra il lecito e l’illecito, il giorno e la notte e il decoroso e il grottesco. Ah lei, lei, in venti e più anni di politica, è riuscito a plasmare il Paese delle meraviglie a sua immagine e somiglianza. Great, non le pare?”

Ma dove la trova tutta questa energia per filare così?

“La prego, si fermi. Non voglio ammazzarla. Vorrei invece tanto abbracciarla. Anzi, se si togliesse i pantaloni, le bacerei il culo. Mi perdoni se dopo tutte queste auliche parole mi riduco a questo gesto, ma mi è venuto spontaneo, mi creda. Se lo merita. Che scienza, signore, e che lezione ci ha dato!”

E ora dov’è finito? Non lo vedo più. Sparito! Signor Silviooo…

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