Sport e doping: che meraviglia!

Diciamocelo tutto in una volta, i fachiri dello sport non sarebbero i fachiri dello sport se non facessero uso del doping. Lo prendono a colazione, a pranzo, a cena, così le loro energie fisiche vanno alle stelle. Quando partecipano a competizioni nazionali, mondiali, i loro boss gli raddoppiano la razione. “Su, dai, prendi quest’altro cocktail, quest’altro integratore!” Non di rado qualcuno di loro crepa al volante, sulla bici, in mezzo allo stadio. “Cosa gli ha preso?” si chiedono gli spettatori. “Nulla, rispondono i boss, è stata solo la morte bianca!”

Se ricordi, Rossi, alcuni anni fa, tanto per prendere un esempio conosciuto, il ciclista Pantani ha vinto in una sola stagione il giro e il tour. Questo sportsman, a causa di tutto il doping che ingoiava, faceva le salite come se fossero discese. Incredibile! Altro che Coppi! Altro che Bartali! Altro che Armstrong! Era un piacere vederlo pedalare. Strano, però, perché, prima di quella volta (lasciamo perdere le disgrazie che aveva avuto, che erano state sfruttate per rendere il personaggio ancora più luminoso), non aveva mai o quasi mai vinto nulla di eccezionale e, dopo quella doppia vittoria, ha continuato a non vincere nulla. Come mai? Com’è possibile? Perché?

Il perché è chiarissimo, Rossi, l’abbiamo già detto; aveva ingerito tonnellate di droga: ecco perché aveva vinto. Il suo boss l’aveva sicuramente siringato a tutto spiano e dato che l’anno in cui lui aveva vinto, il ciclismo era calato ai minimi storici di spettatori – le strade erano deserte e le televisioni spente -, così gli ispettori, quelli che controllano quanti chili di doping assumono gli atleti, quella volta hanno chiuso un occhio. Lo sport è un business, Rossi, un business che rende molto! C’erano troppi miliardi in ballo, troppi spot pubblicitari che rischiavano di saltare. Ci voleva quindi un eroe sulla strada. Un drogato? Perché no, se risolve il problema. E così Pantani aveva potuto vincere due volte in una stagione, grazie al doping!

Comunque, bisogna riconoscerlo, dava spettacolo. E come andava! E come correva, grazie a tutto quel ben di Bogududù che gli circolava liberamente nel sangue! Figurati, saliva le montagne proprio come se fossero discese. Sembrava volasse. E come si lasciava dietro tutti i suoi rivali! Niente da dire, proprio un gran piacere vederlo correre, un grande spettacolo! Solo al traguardio mancava di stile, ma non si può pretendere troppo.

Da parte mia, vorrei vederli tutti drogati gli sportsmen, così il gioco sarebbe più divertente. Dev’essere sempre più divertente, i campioni devono sempre auto-superarsi, sempre battere gli ultimi record. E poi, se qualcuno crepa in diretta, ancora più interessante, ancora più spettacolare. Ho un amico che guardava solo la partenza della Formula uno, il resto non lo interessava. Oggi non la guarda più. Gli ho chiesto come mai. Ha risposto così:

“Non c’è più gusto a guardarla perché, anche negli incidenti più hollywoodiani, i piloti vengono fuori dalle loro auto accartocciate o ridotte in frantumi senza riportare nemmeno un piccolo graffio. E comunque, dato che siamo noi che paghiamo per lo spettacolo, allora vogliamo che spettacolo sia!”

Vedere Il Paese delle meraviglie

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