Il tuffo nel Tirreno di Ettore Majorana

 

Io sostengo, contro tutto ciò ch’è stato detto e scritto sulla scomparsa o la morte di Ettore Majorana, e scrivo questo a sangue caldo dopo aver letto il libro di Étienne Klein “Cercando Majorana”, io sostengo che le cose siano andate così.

Il 25 marzo 1938, una volta imbarcato sul battello postale Napoli-Palermo alle 22.30 e subito dopo che questo è salpato, Ettore cerca di realizzare il suo piano: suicidarsi buttandosi in mare. Non lo fa. Si limita, incantato, a guardarlo, guarda quella massa d’acqua tenebrosa, spaventosa, le onde che gli sembravano fantasmi, la scia, nonostante l’oscurità, bianca pallida e gorgogliante, gli sembrava una cometa pronta a scontrarsi con la terra. Pensa agli abissi marini, pensa al suo corpo… Niente, si spaventa e cambia idea.

La sera dopo, il 26 marzo, s’imbarca da Palermo per Napoli. Questa volta la funebre idea lo domina, si è impadronita di lui. Ha avuto il tempo durante quel giorno di prepararsi per il tuffo mortale, il tuffo che non ha avuto il coraggio di affrontare la sera prima. Non c’è nessuno, non vede nessuno in giro né vicino a lui. Dà un’ultima occhiata a quella massa buia che si estende davanti a lui in tutta la sua portata, poi chiude gli occhi, mette le mani sul parapetto, lo scavalca, salta, vola, si schianta nell’acqua e il mare subito dopo l’inghiotte.

Secondo le statistiche, i corpi del 50 percento degli annengati vengono ritrovati, dell’altro 50 percento no. Tra questi ultimi c’è anche quello di Ettore Majorana.

Fine d’una vita e fine d’un mondo che per Ettore Majorana non sono stati mai né la sua vita né il suo mondo.

 

UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, di confrontarci, di dire la nostra, brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Nessuno uomo è più che un uomo.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *