Biella, città non di vita, ma di suicidi – 3 post, il secondo

urlo-munchTanti anni fa ho perso un amico e maestro (mi dava lezioni di chitarra), e l’ho perso perché si è suicidato. Si è detto allora che era morto a causa d’una fatale dose di droga. È vero, faceva uso di droga, ma il suo, però, è stato il suicidio d’un uomo che ha voluto suicidarsi, che, come dice Levi, prima di commettere l’atto, l’ha meditato a fondo.

Alcuni giorni prima del fatidico evento, è venuto a trovarmi. Insieme, quando non m’insegnava a suonare, parlavamo di tante cose e parlavamo a volte anche in inglese (era laureato in inglese). Gli piaceva, quand’era da me, mentre io ero impegnato con qualcuno dei miei studenti, prendersi un romanzo dalla libreria, mettersi su una sedia a dondolo e leggerselo. Era ghiotto di sentire storie di vita di altri paesi. Non era mai stufo di parlare e sentire parlare di Londra. Voleva andarsene via da Biella, dall’Italia, ma amava troppo sua madre, non se la sentiva di lasciarla.

Quella volta, prima del fatidico evento, il suo comportamento mi ha sorpreso non poco. Dovevo andare a fare delle compere al super mercato. Ha voluto venire con me. Poi ha voluto aiutarmi a portare la borsa della spesa a casa, e questo l’ho trovato strano, non era da lui, non l’aveva mai fatto prima. Una volta a casa si era servito un whisky, neppure questa era una sua abitudine. Poi aveva suonato divinamente la chitarra. Quando aveva smesso di suonare, era andato in libreria, aveva preso “Feria d’agosto” di Cesare Pavese e mi aveva chiesto cosa ne pensassi del fatto che si era suicidato. Gli ho risposto dicendo che Pavese, a via di pensare al suicidio, alla fine l’aveva commesso. Non era d’accordo, ma non mi ha dato la sua versione. Prima di andarsene, cosa anche questa che non aveva mai fatto prima, mi aveva abbracciato. Tutto questo suo bizzarro comportamento mi è stato chiaro solo dopo l’agghiacciante notizia.

Guido, oltre ad essere un giovane fine, educato, aperto, di bella presenza, era anche un musicista, ma soprattutto era un artista, un talento musicale, un uomo di una sensibilità unica e vibrante di vita; Guido aveva qualcosa di bello e d’imperituro dentro: la sua arte, creatività, passione. Ma a Biella non ha trovato il modo di esprimere il suo talento, non ha trovato qui tutto quello che la vita gli poteva offrire, quello che lui desiderava, ha trovato, invece, la morte suicidandosi.

Nel prossimo post, il terzo

UN INVITO: passate parola, condividete, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, confrontarci, dire la nostra brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più! Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani! È questo ciò che raccomanda agli amici del Web, Orazio Guglielmini.

Comments

  1. By giusy

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