Credenza e tipologia di credenti

 

Otto punti di vista sulla credenza religiosa: quello dell’ignorante, quello dell’egoista, quello dell’avveduto, quello dell’assoluto, quello della volontà di fede, quello dell’agnostico, quello dell’ateo e quello della credenza istituzionalizzata.

 

La credenza IGNORANTE

Questa non ha nessun valore. Quale valore potrebbe avere una credenza ignorante (ignorare vuol dire non sapere, essere all’oscuro, non avere cognizione) e incolta? Nessuno. È una credenza pericolosa sia per l’ignorante sia per la società. Il credente ignorante è facilmente manipolabile, suggestionabile, è come un pesce che abbocca al lamo: gesto fatale! Tra la credenza ignorante e la credenza dei cani di Pavlov, non c’è differenza. Il credente ignorante, come la bestia, ignora, non sa, crede ciecamente. È il pollo che crede che il suo benefattore va a portargli da mangiare come fa tutte le mattine e, invece, da lì a poco, sarà esso stesso a essere mangiato. La credenza ignorante non ha una paternità culturale degna di essere presa in considerazione. È una credenza stolta e animalesca e nulla più.

La credenza EGOISTA

Questa non è una credenza autentica. L’egoista non crede per davvero, crede in cambio di qualcos’altro: in cambio del paradiso dopo la morte, della vita eterna, della propria guarigione o d’una persona a lui cara. L’egoista, consciamente o inconsciamente, crede sempre in cambio di qualcos’altro.

Funziona più o meno così. L’egoista vuole vendere la sua anima a Dio.

L’egoista: Vuoi la mia anima?

Dio        : Sì, la voglio.

L’egoista: Quanto me la paghi?

Dio        : Un milione di anni a fare il factotum in paradiso.

L’egoista: Troppo poco!

Il credente egoista non ne ha mai abbastanza. Fa tutto per interesse. È chiaro però che, se lui crede perché dalla sua credenza vuole trarre qualcosa, allora questa non è credenza, è affare, business, speculazione: Faust che vende l’anima a Mefisto, il Diavolo.

 

La credenza AVVEDUTA

È l’unica che può pregiarsi di qualche merito. Questo tipo di credenza, però, dubita. È impossibile per una credenza avveduta, scientifica, filosofica, non dubitare e, se dubita, non è più credenza. La vera credenza dev’essere scevra da ogni dubbio, dev’essere pura, ma la pura credenza non è una credenza avveduta, è una credenza innocente, naturale, infantile, quindi la credenza avveduta non è una vera credenza. Il credente avveduto tutto è eccetto che un credente.

 

La credenza ASSOLUTA

Questa è una credenza cieca ed è cieca perché, giustamente, come la credenza ignorante, crede anch’essa ciecamente. Rifiuta d’essere messa in questione. Tu dimostri al credente assolutista che la sua credenza fa acqua da tutte le parti, ma lui non ne vuol sapere, crede e basta. La credenza assoluta è una credenza dispotica, nazista, fascista, comunista, fondamentalista, bigotta. La credenza assoluta impone con la forza il suo credo, né più né meno come lo fanno i poteri assolutisti. Per questo tipo di credente, la Terra, anche se la sua rotondità gliela fai vedere dallo spazio, lui non crede, rifiuta l’evidenza, la realtà, la fisicità dei fenomeni, nega ciò che vedono i suoi occhi, perché, per l’assolutista, la Terra è quadrata! La credenza assoluta non è una credenza, è un’assurdità razionalizzata, il top del top dell’irrazionalità e della bestialità.

 

La VOLONTÀ DI FEDE

C’è una bella differenza tra “fede culturale” e “fede istintiva”. La prima, la fede culturale, senza la volontà, non esiste. Le persone prive di volontà sono persone abuliche, mancanti d’azione, di principi, d’ambizione, di scopi, sono persone morte anche se sono vive. Raramente uno scopre la differenza che c’è tra fede cieca, istintiva e volontà di fede, e quando la scopre, si rende conto che la sua non è, in realtà, fede, ma volontà di fede. È tutto volontà, direbbe Schopenhauer, volontà cieca, perché, come il corpo è privo d’una finalità intrinseca, così la volontà religiosa è priva di razionalità. Infatti, tutto è la religione, eccetto che razionalità. Della volontà istintiva, consciamente o inconsciamente, ne fanno uso tutte le specie, inclusa quella umana, il sistema nervoso vegetativo lo esige, mentre la volontà culturale, quindi anche quella religiosa, è volontà istintiva trasformatosi in fede, fede nella sopravvivenza dopo la morte, fede nell’eternità dell’anima, fede in Dio, ecc., ma questo tipo di fede è istintivo, quindi primitivo, ferino e nulla più. In due parole, la fede religiosa è solo istinto di sopravvivenza trasformato in fede.

 

La credenza AGNOSTICA

Per l’agnostico la mente umana è incapace di conoscere l’assoluto. Ma l’uomo, ci chiediamo noi, ha proprio bisogno di conoscere l’assoluto per capire se Dio esiste o non esiste? Non gli basta sapere che la Terra, se non verrà cancellata prima dallo spazio, sarà ingoiata dal Sole? Non gli basta sapere che vive in un mondo dove gli innocenti vengono barbaramente uccisi e i loro assassini premiati? Non gli basta sapere che un dio onnipotente, onnisciente e misericordioso non avrebbe mai e poi mai creato un mondo mostruoso e distruttivo come il nostro? Non gli basta sapere che in un mondo così fatto, non c’è posto né per Dio né per credenti? L’agnostico, poi, definendosi agnostico, non offende né gli atei, né i credenti. Questo suo modo di pensare mi ricorda Voltaire che, ricercato dai francesi e dagli svizzeri, aveva deciso di vivere sul bordo dei due paesi, così quando andavano ad arrestarlo gli svizzeri, si trasferiva sul territorio francese e quando lo cercavano i francesi sul territorio svizzero, così l’agnostico con gli atei e coi credenti: “Io sono un agnostico, dice loro, io non posso pronunciarmi né in favore né contro l’esistenza o l’inesistenza di Dio”. Troppo comodo! La credenza agnostica, in realtà, inizia dove finisce la scienza e incomincia l’ignoranza, il resto è retorica.

 

La credenza ATEA

Anche l’ateo crede, crede nell’inesistenza di Dio. La sua credenza non è come quella dell’ignorante, è all’opposto. È sostenuta da un’ampia conoscenza scientifica, filosofica e umana. Per lui la cultura e le pietre sono fisiche, sono le stesse, fatte di particelle e di atomi. In questo così fatto mondo, non c’è posto per Dio.

 

La credenza ISTITUZIONALIZZATA

 

Non chiamerei credenti tutti quelli che fanno parte d’una credenza ufficiale, istituzionalizzata, pubblica, formale, una credenza questa che viene imposta a tutti dai potenti e quindi con la forza. Battezzare un bambino è un crimine, punto. Le persone che gestiscono tali istituzioni non sono credenti, sono politici e il loro vero dio è il potere e la ricchezza. La vera credenza non può essere che individuale, personale, di libera scelta e sorta dalla propria esistenzialità.

 

Arrivati a questo punto, non ci resta che dire che LA REALTÀ DEL CREDERE È CHE NON SI PUÒ CREDERE IN NESSUNO DIO. Ovviamente ognuno è libero di credere in quello che vuole, ma questa sua credenza dovrebbe essere, NON UNA CREDENZA, APPUNTO, ISTITUZIONALIZZATA, ma una credenza personale, individuale, propria, una credenza che non può essere impartita ad altri. Detto in nuce, con quale diritto, noi, una specie tra le specie, con quale diritto possiamo chiedere agli altri di credere in qualcosa di cui noi stessi non ne sappiamo nulla?

 

Se l’articolo è stato di vostro gradimento, passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, di confrontarci, di dire la nostra brutta o bella che sia. Non perdiamoci questo confronto con noi stessi e coi nostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Nessuno uomo è più che un uomo.

 

 

 

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