Disse la volpe al corvo o il corvo alla volpe?

 

foto (3)Quindi il boss decretò:

“Non Olimpiadi nella capitale.”

E come risposta ebbe: “Così sarà fatto, capo.”

E così, infatti, è stato fatto. Gli ordini sono ordini. Questa decisione, però, avrebbe dovuto essere presa solo e solo dal popolo romano e per plebiscito, invece è stata presa da un’autorità che sa dire solo “Sì, boss!”, a un boss addirittura venuto da fuori. Siamo all’assurdo e lo siamo perché, intanto, nessuna autorità che viene da lontano, da un altro paese, regione, continente può capire il tessuto della vita locale d’un popolo. Solo i romani capiscono fino in fondo i romani. Perché, allora, perché il grande burattinaio venuto da lontano ha rifiutato una tale chance, una tale occasione? Ha rifiutato lavoro, pane, prestigio internazionale, turismo a volontà, quattrini a non finire, almeno dieci volte superiori al debito della capitale, perché? Perché ha rifiutato tutto questo? Forse il Brasile era più ricco e più preparato di noi quando ha deciso di ospitare le Olimpiadi? E chi è mai costui per decidere sul destino e sul benessere di tutto un popolo? Se fosse stato un evento religioso, avrebbe detto anche di no? Insomma, quali prove di abilità amministrative ha mai dato questo individuo? Qual è la sua expertise in materia economica? Quale saggezza è mai uscita dalla sua bocca? Perché noi italiani continuiamo a mettere le nostre vite nelle mani d’incompetenti? E mai possibile che tutto ciò sia scritto nel nostro Dna? Tutti i paesi del mondo hanno alzato la voce qualche volta sulle inabilità, sui disastri e sui soprusi dei loro governanti, perché unicamente noi siamo solo capaci di subire e tacere? Forse perché siamo il popolo più bacchettone e ignorante al mondo o perché ci hanno fatto credere sin dalle fasce che la nostra vigliaccheria e imbecillità sono virtù congenite?

Popolo vetusto, popolo romano, wake-up!, svegliati!, altrimenti vai pure al diavolo, perché né le specie né il pianeta sanno cosa farsene di te!

UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, allora passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, confrontarci, dire la nostra brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Vale a dire, nessuno uomo è più che un uomo. È così che parla agli amici del Web, Orazio Guglielmini.

 

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