L’ editoria italiana – 9 post, il primo

La casa editrice Mondadori è una casa editrice a pagamento

 

Quando uno scrittore paga per fare pubblicare i suoi libri, l’editore li pubblica e basta. Il contenuto, in questo caso, lo decide l’autore e non l’editore. È così che va nella stampa a pagamento. L’editore, infatti, non è interessato se uno pubblica shit o merda, un masterpiece o un capolavoro, è interessato solo che paghi. Ricevuti i quattrini contrattati, pubblica e basta. Lo stesso sistema vale per una casa editrice che si fa stipendiare dallo Stato. Non può pubblicare ciò che vuole, ma ciò che lo Stato gli dice che può pubblicare. È il caso della casa editrice Mondadori che riceve dallo Stato 30 milioni di euro annui, 60 miliardi di vecchie lire all’anno (Milena Gabanelli, Report, Rai tre, 27 maggio 2007), quindi la casa editrice Mondadori non ha voce (non dovrebbe averla!) in capitolo nella scelta dei suoi autori e tanto meno dei libri che pubblica.

Un editore, per essere un editore, un editore degno di questo nome, non dovrebbe prendere un solo centesimo dagli scrittori che pubblica, e soprattutto non un soldo dallo Stato né dalla Chiesa, da nessuno, solo da sponsor e benefattori che non interferiscono minimamente nel suo mestiere. Solo così potrebbe l’editore camminare a testa alta ed essere un degno custode e rappresentante del prezioso ufficio che svolge nella società in cui vive. La Mondadori, facendosi mantenere dallo Stato con 30 milioni di euro annui, si rende automaticamente portavoce e schiava del suo sistema ideologico. Detto per inciso, chi prende soldi dallo Stato, è un servo dello Stato.

Gli scrittori che pubblicano con la Mondadori non pagano direttamente per le loro pubblicazioni, ma pagano indirettamente con le tasse, il che è ancora più triste. Lo Stato preleva dagli scrittori mondadoriani un tot di denaro sotto forma di imposta e poi, guarda caso, questi stessi soldi, insieme a quelli prelevati dagli altri contribuenti, li dà all’editrice. Questa li usa per pubblicare i “loro libri”. Che cos’è questo modo di stampare libri se non un modo a pagamento? Tutto qui. Non c’è altro. Solo modalità diverse per la stessa e medesima funzione. Non c’è, in realtà, nessuna differenza tra l’autore che paga direttamente l’editore per le sue pubblicazioni e quello che paga l’editore indirettamente, con le tasse.

La casa editrice Mondadori, piaccia o meno, è una casa editrice a pagamento e, ripetiamolo, che pagamento! Se le piccole meritevoli case editrici, i cui editori, che amano il loro mestiere e lo portano avanti con sforzi e sacrifici, potessero disporre di 30 milioni di euro annui a sostengo d’una libera espressione, sicuramente scoprirebbero e pubblicherebbero degli scrittori originali, scrittori degni di essere pubblicati, scrittori che hanno qualcosa da dire, e non scrittori bigotti e venduti al sistema e alla cultura dominante, cioè quella falsa.

Eccone alcuni, tanto per non parlare a vuoto. Roberto Saviano non dovrebbe essere pubblicato: è uno scrittore venduto allo Stato (vedere Lettera aperta a Roberto Saviano, l’autore del best-seller Gomorra); Antonio Zichichi non dovrebbe essere pubblicato: è un venduto alla Chiesa; Bruno Vespa non dovrebbe essere pubblicato, è un venduto a Berlusconi. Sono scrittori questi che rinforzano ideologie politiche, religiose, capitalistiche. Chi li legge si troverà impoverito economicamente e mentalmente. Questi signori coi loro scritti apportano povertà culturale, bacchettoneria, sfruttamento, tutto eccetto che emancipazione e liberazione dalle catene. L’Italia ha disperatamente bisogno di menti libere, menti che dicono quel che pensano e come e perché lo pensano, e sicuramente non di menti che rinforzino i negrieri al potere.

Questo vale non solo per scrittori ed editori, ma anche per tutti coloro – registi, compositori, coordinatori, direttori di teatro, d’opera, artisti di ogni tipo – che si abbeverano dalla mammella avvelenata dello Stato, il capitalista dei capitalisti, il capitalista che non può andare in bancarotta, come lo definisce il filosofo Karl Löwith ne “Il nichilismo europeo”. Chi si abbevera da questa fonte altamente inquinata, non può produrre altro che aborti, ignominie e vuotaggine ragionata di ogni calibro e tipo.

Quale merito, dunque, può avere una casa editrice a pagamento come la Mondadori? Io non ne vedo alcuno. Anzi! Intanto c’è da dire anche che gli scrittori italiani gli italiani non li leggono, e giustamente!, li leggono solo a scuola dove il sistema glieli impone, quindi di loro, dato lo scarso interesse che suscitano nei pochissimi lettori, si pubblica il meno possibile. Si pubblicano invece gli scrittori stranieri, questi sì. Solo che gli scrittori stranieri sono facili da scegliere e pubblicare. Qualsiasi editore, qualsiasi idiota di editore con la patente può farlo, basta solo avere i mezzi. Una volta che un libro è diventato, non in casa propria, ma all’estero, un best-seller, eventualmente anche un successo cinematografico, ecco che arriva la Mondadori, compra i diritti di traduzione e di pubblicazione e qualche tempo dopo noi ci troviamo sugli scaffali delle librerie questo chef-d’oeuvre: ecco il grande merito di questo grande editore!

Nel prossimo post, l’editoria nel Paese delle meraviglie

 

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