L’ editoria italiana – 9 post, il terzo

Gli scrittori del Paese delle meraviglie

L’Italia, grazie alla sua editoria sponsorizzata dallo Stato e dalla Chiesa, due funesti parassiti, si trova al settantaduesimo posto tra i paesi civilizzati del mondo; la sua università più prestigiosa, la Bocconi, è al 580esimo posto. Gli scrittori di questo paese mentalmente castrato, che avrebbero dovuto essere la sua fiaccola e la sua locomotiva, essendo raccomandati e le case editrici sovvenzionate, non riescono a produrre nulla di innovativo e di originale.

Proprio in questi giorni, l’editore Bompiani ha proposto al regista e attore, Carlo Verdone, di scrivere la sua biografia. Nella proposta aveva aggiunto anche che gli avrebbe fornito un ghost writer, uno scrittore fantasma che potesse aiutarlo. In altre parole, la biografia non l’avrebbe scritta il regista, ma gliel’avrebbe scritta principalmente il ghost writer. Verdone è stato onesto nel raccontare ciò alla trasmissione di Fabio Fazio, Che tempo che fa, su Rai 3, domenica 26 febbraio 2012.

L’editoria del Paese delle meraviglie, con qualche eccezione, tutto pubblica eccetto coloro che hanno veramente qualcosa da dire. Per principio, cerca giovani scrittorucoli imberbi, possibilmente quelli che gli editori stessi possono lanciare sul mercato delle auliche lettere e magari dire loro cosa scrivere. Però, ascolta Rossi, gli scrittori raccomandati da partiti, logge e parrocchie si pubblicano e basta. Uno scrittore che è raccomandato dalla Chiesa diviene subito una celebrità e il suo libro un best-seller. Il tam tam religioso fa miracoli. Lo si traduce in molte lingue. Bisogna rifocillare le menti credenti con altre menti credenti. Qui da noi il nepotismo è imperante, fa ormai parte del nostro dna culturale. Nulla si muove senza la raccomandazione d’una eminenza grigia. Infatti, il Paese delle meraviglie è diventato tutto grigio, tutto meraviglie. Nella terra dell’Indifferenza divina e dello Stato confessionale gli scrittori né nascono, né diventano, né si creano, ma si producono come si producono i polli di allevamento e poi si raccomandano.

Cosa vuol dire questo? Vuol dire che gli scrittori in questo paese vengono confezionati, formattati, clonati, influenzati, nutriti proprio come si nutrono i “polli di allevamento”, scrive Carla Benedetti ne “Pasolini contro Calvino: per una letteratura impura”. In altre parole, hanno una taglia, una divisa e un prezzo.

Io che ho inviato i miei dattiloscritti a quasi tutti gli editori italiani, però, e qui il “però” pesa, non essendo un Carlo Verdone, non avendo una taglia, una divisa e un prezzo stampato addosso, non essendo raccomandato, non conoscendo l’arte dello strisciare, essendo uno “sciancato”, uno del popolo e, per di più, essendo uno di quelli che scrive ciò che pensa e non quello che gli verrebbe detto di scrivere, a me, ovvio, nessuno propone un ghost writer e tanto meno un correttore di bozze e figuriamoci di pubblicare i miei scritti! I miei dattiloscritti, infatti, quando arrivano a una casa editrice stipendiata dallo Stato come la Mondadori, a vista d’occhio vanno subito al macero.

Quelle poche case editrici che si sono degnate di darmi una risposta per i dattiloscritti che gli ho inviato, l’hanno fatto servendosi di due risposte prestampate. In una mi si dice “che sono davvero di difficile collocazione all’interno delle nostre (loro) collane perché possano aspirare alla pubblicazione.” A me verrebbe subito da dire a questi signori che anche Socrate era di difficile collocazione, ma lasciamo perdere. E nell’altra risposta prestampata c’è scritto: “Abbiamo letto con attenzione e interesse il suo romanzo (quale?, dato che gliene avevo inviati tre). Ci dispiace tuttavia doverle comunicare che esso, purtroppo, non è adatto al nostro programma editoriale.”

Nel prossimo post, Agenzia Letteraria Europea Smerdapunto

Tratto da Il Paese delle meraviglie

UN INVITO: passate parola, condividete, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comunicare, confrontarci, dire la nostra brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più! Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani! È questo ciò che raccomanda agli amici del Web, Orazio Guglielmini.

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