La dialettica dell’amore

La fenomenologia dell’amore è complessa, intricata, piena di cause, effetti e ragioni nascoste. È una ragnatela, una trappola mortale se non si è preparati a questo delizioso paradiso o inferno a due. Quando un uomo e una donna s’innamorano, si sa, è tutto facile. Ma le cose non restano sempre così. Le insidie nascoste appariranno presto. È inevitabile. Ad esempio, quando uno dei due si disinnamora, ci sono un’infinità di motivi per questa caduta. C’è la società coi suoi “devi”, la cultura con la sua “grammatica”; la famiglia con le sue “esigenze”, ci sono i “costumi”, l’ambizione e suoi “scopi”; il modo in cui viene arredata e tenuta la casa; ci sono i protagonisti “lui-lei” e le loro eccentricità, idiosincrasie, c’è il lavoro che svolgono, il tempo che hanno a disposizione; le corvè casalinghe, ci sono il carattere, la passione; c’è il sesso; lui lo vuole crudo, lei cotto; c’è la routine, la sensibilità, l’educazione, le affinità elettive e abortive; c’è l’infedeltà, gli appetiti; ci sono i limiti biologici, la noia, la ripetizione, i limiti umani, l’estraneità, l’incomunicabilità;

ci sono impegni da rispettare, c’è l’esistenzialità, la visione della vita, la filosofia volgare o raffinata dell’uno e dell’altro, e poi l’attimo fuggente: quel guizzo negli occhi che non si è capito; quel “colpo” ricevuto senza che l’altro se ne sia accorto, c’è quella ferita che non si cicatrizza, c’è il tempo e il suo impiego; c’è l’orologio biologico: il tic tac vitale o mortuario che sia; c’è il cucinare, il mangiare, il masticare, l’apprezzamento del cibo condiviso; c’è lo stile di vivere dell’uno e dell’altra; c’è il luogo dove si vive (il clima, il paesaggio, l’inquinamento);

ci sono l’economia, la classe sociale, l’attività lavorativa; ci sono gli hobby; la capacità di dare e di ricevere; c’è la salute; c’è la dipendenza palese o nascosta: lui o lei si sente economicamente, psicologicamente, culturalmente, sentimentalmente, fisicamente, socialmente dipendente dal compagno, dalla compagna; c’è il senso e il nonsenso della vita; c’è da vedere quanto c’è di psicopatico palese o nascosto in lui/lei; quanto c’è d’irrazionale, di sadico, di masochistico, di sadomaso, in lui/lei; quanto c’è, conscia o inconscia, la voglia di dominare l’altro; chi vuole dominare chi;

bisogna vedere quanto c’è di fanatico, bigotto in lui/lei; quanto c’è di razionale, morale, etico, umano, democratico in lui/lei; c’è la loro credenza; c’è la morte, ci sono i figli e la loro educazione; c’è la gelosia, ci sono gli amanti; ci sono i feromoni, gli odori biologici: feci, sperma, pelle, alito, sudorazione, c’è il peto che scappa al momento sbagliato, e una volta, e due volte; c’è l’igienicità: a lei piace sporco, a lui pulito; poi ci sono gli odori artificiali: profumi, detergenti, creme; c’è la pulizia, se uno è un sudicio barbone o un amante del pulito; c’è la voce, le vibrazioni sonore, il vestirsi, l’erotismo; il corpo che è quello che è, c’è la creatività, c’è il sorriso; ci sono i suoceri, i cognati, i cugini, gli amici, le conoscenze, c’è, c’è, c’è.

Non c’è, quindi, un fattore solo per colpevolizzare chi si disinnamora del compagno, della compagna, ma un esercito. Capire quale sia stato o quali siano state le cause della rottura non è sempre facile. L’amore, questa misteriosa alchimia della passione, è un atto libero, spontaneo, fuori dal nostro controllo. Il disinnamoramento, quindi, va capito, non condannato.

Vedere Per una filosofia perenne

 

 

 

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