La mia vita, parte undicesima

 

La nuova vita

 

Ed era nuova in tutti i sensi. Questo non vuol dire che avevo fatto tabula rasa della mia vita passata. Tutt’altro. Questa era diventata lo zoccolo, il pilastro portante, la parte più solida e più vitale di me. Era il nutrimento e l’ispirazione da dove traevo il mio insegnamento e comportamento quotidiano.

Da quando avevo incominciato a lavorare come guida turistica alla Paris Vision, la mia vita era cambiata radicalmente, era passata da essere uno straccio umano calpestato da tutti, a un uomo di idee. Queste le avevo sempre avute, ma poi era diverso. Avevo anche dei principi. Volevo vivere la mia vita sotto il segno della natura, della ragione e di quell’“umanità” degna di questo nome. Questo trittico mentale non era composto di un’opera pittorica divisa in tre parti, ma d’un comportamento giusto, umano e razionale: mi aiutava a trarre il massimo della mia esistenza.

L’insegnamento poi era uno svago. E non solo. Imparavo più io dai miei studenti che loro da me. Insegnando s’impara e s’impara molto. La mia nuova esistenza, infatti, non era più un lavoro, non per come io avevo lavorato nei primi trent’anni della mia vita, era una vacanza. I lavori che facevo – interprete, traduttore, insegnante, scrittore –, non erano lavori per me, erano un divertimento, un passatempo, un piacevole esercizio della mente, un continuo arricchirmi di cultura e di vita interessante e bella. Insomma, una vacanza, una vacanza che dura ancora oggi.

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