La società PER COM’È e non per come SI VUOLE CHE SIA

 

 

Dedico quest’articolo a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di non frequentare le fabbriche univeristarie gestite dai briganti istituzionalizzati e che vogliono conoscere la VERA STORIA del genere umano, non studiando per anni e anni e leggendo centinaia di libri, ma in una sola paginetta.

 

QUATTRO CONCETTI che dovrebbero bastare per capire la formazione e il funzionamento della nostra amatissima Società.

Il primo:

Tutta la società, dalla testa ai piedi, per com’è stata e continua a essere strutturata, è un campo di concentramento unico e totale gestito da pochi individui che, in termini umani, si possono definire, socialmente e psicologicamente, malati mentali. Questi individui, lungo la storia, ne hanno fatto di essa un campo di lavoro coatto e zeppo di ingiustizie e di discriminazioni di ogni tipo e di ogni calibro. Non sto parlando qui dei soliti fottuti campi di sterminio e di lavoro forzato come quelli nazisti, russi, francesi, americani (l’America poi è un campo di concentramento unico e questo da quando i padri pellegrini, nel 1620, sono sbarcati su questo continente), ecc., sto parlando di campi di sterminio e di lavoro forzato come quelli che oggi, nel 2019, si trovano ovunque sul Pianeta.

Il secondo:

Non c’è, in questo mondo, e non ce ne sono altri al di fuori di questo, un monarca buono e un monarca cattivo, c’è la Monarchia e questa è un sistema repressivo alla massima potenza tra sovrani e sudditi; non c’è una repubblica buona e una repubblica cattiva, c’è la Repubblica e questa è lì per compiere la strage della res publica;non c’è uno stato buono e uno stato cattivo, c’è lo Stato e questo fa il gioco delle superpotenze che posseggono e gestiscono tutto; non c’è un papa buono e un papa cattivo, c’è il Papato e questo è lì per oppiare e manipolare le masse con ogni mezzo fisico e culturale; non c’è un capitalista buono e un capitalista cattivo, c’è il Capitalismo e questo è lì per sfruttare a più non posso, legalmente e spietatamente, l’anima e le energie dei lavoratori; non c’è una borghesia buona e una borghesia cattiva, c’è la Borghesia e questa è gretta, conservatrice e rampante; non c’è un esercito buono e un esercito cattivo, c’è l’Esercito e questo è lì per proteggere a spada tratta la barbarie in cui viviamo; non c’è una storia buona e una storia cattiva, c’è la Storia e questa è scritta dai vincitori; non c’è una élite buona e una élite cattiva, c’è l’Élite e questa è lì per scodinzolare e consolidare coi suoi lavori falsi e discriminatori le classi dominanti; non c’è un reporter buono e un reporter cattivo, ci sono i Mass Media e queste sono lì per propagandare, a torto o a ragione, il barbaro apparato sociale in cui affoghiamo; non c’è un artista bravo e un artista incapace, c’è l’Arte e questa è lì per esaltare con la sua fiction,chiacchierona ed eunuca, le imprese sudicie moralmente e umanamente dei potenti; non c’è atleta onesto e un atleta disonesto, c’è lo Sport e questo è manipolato dall’Establishment;non c’è una democrazia giusta e una democrazia ingiusta, c’è la Democrazia e questa funziona, se funziona, unicamente per i calpestati e i torturati del Sistema.

Il terzo:

Questo concetto dice che, in termini naturali, tra i suddetti signori e una qualsiasi altra specie della Terra, diciamo la specie scarafaggesca, non c’è la pur minina differenza.

Il quarto:

La nostra specie non è una specie che si ama e si stima, è solo una specie che, grazie al suo istinto bestiale e dominante, si è costruita una giungla sociale e questa giungla sociale è gestita da poche creature machiavelliche alla massima potenza. Come risultato, in questa giungla sociale, ci vivono solo vittime e carnefici (cambia qualcosa tra erbivori e carnivori?). I carnefici sono muniti d’una patente legalizzata e istituzionalizzata che gli permette di fare ciò che vogliono; le vittime sono lì per dare loro, ai carnefici, la vita che noi tutti conosciamo.

Chi non ha capito questo della Società in cui viviamo, è un illuso, per non dire, sempre socialmente parlando, un handicappato mentale, e senza offesa!

 

UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, di confrontarci, di dire la nostra, brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Nessuno uomo è più che un uomo.

Comments

  1. By Silvano Fasan

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