La vita sulla Terra è UN AUT AUT – in 2 post, il secondo

C’è una via d’uscita dagli scenari apocalittici di cui abbiamo parlato nel primo post? Sì, forse c’è. Intanto diamo una sbirciata ai 5 eroi del disastro di cui abbiamo parlato nel primo post: la bestialità, l’egoismo, l’ignoranza, l’incoscienza e la violenza.

La bestialità: nessuno oggi sano di mente negherebbe il fatto dicendo che noi non proveniamo dalle scimmie, quando il nostro patrimonio genetico differisce solo del 0,7 per cento da quello dei bonobo.

L’egoismo: nessuna azione, se analizzata a fondo, è svolta senza lo zampino dell’interesse. Questo ci guida e ci osserva in ogni cosa che diciamo e facciamo.

L’ignoranza: qui c’è l’imbarazzo della scelta. In nuce, se stiamo per auto-distruggerci, a chi altro lo dobbiamo se non alla nostra stessa ignoranza?

L’incoscienza: facciamo, produciamo, ci inventiamo cose senza avere la minima idea dove ci porteranno. Le persone più ricche della Terra sono anche le persone più incoscienti della Terra: la stanno facendo a pezzi col loro fare.

La violenza: questa la si respira, grazie all’ homo sapiens sapiens sapiens, persino nell’aria.

Propongo ora 5 imprese per risolvere, hopefully, il Disastro (con la D maiuscola) dei disastri. Eccole:

La prima: a situazioni drastiche rimedi drastici. Ci è rimasto pochissimo tempo o forse ormai è già troppo tardi, comunque non abbiamo scelta, dobbiamo tentare il tutto per tutto pur di evitare questo colossale disastro e, per farlo, è necessario distruggere dalle fondamenta tutta la cultura che parla di cose che non hanno nulla a che vedere con la realtà fisica, fenomenica, concreta. È in ballo la vita del pianeta, la nostra, quella dei nostri figli e dei nostri fratelli maggiori.

La seconda: si devono, senza “ma” e senza “perché”, smantellare tutte le armi nucleari esistenti nel mondo e distruggere tutto ciò che si è scritto e costruito (centrali nucleari ecc) su di esse.

La terza: massima concentrazione, e questo fino a quando non si esce dall’incubo, va data al risanamento della Terra.

La quarta: creare una “Democrazia Planetaria” con le buone o con le cattive.

La quinta: avviarsi verso una “Fratellanza Universale” costi quel che costi.

Queste 5 imprese, se applicate come si deve, dovrebbero avviare il risanamento del nostro Pianeta. Aggiungo ancora questo, noi dobbiamo tenere in mente che il mondo reale non tollera la fiction, cioè l’immaginazione utilizzata come fuga dal reale, questa è la sua acerrima nemica; dobbiamo capire che la nostra coscienza non tollera più l’egoismo, non ammette più che ci sia un abisso tra ricchi e poveri; capire che la morale ci spinge sempre più verso azioni umane disinteressate; capire, infine, che il nostro impegno sociale, guidato dalla ragione e dalla volontà e libero da ogni sentimentalismo da quattro soldi, deve fare, per il bene della terra, dell’umanità e per tutto ciò che geme e respira in essa, il lavoro sporco!

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