L’amore che ci nutre e ci trasforma in esseri umani

 

 “Il sesso è un prurito momentaneo, l’amore non ci lascia mai.”

Kingsley Amis

 

L’amore, quando arriva, godiamocelo fino a quando dura e, quand’è finito, siamo grati a chi ci ha amato e abbiamo amato. Lui, in fondo in fondo, non ci deve nulla; lei, in fondo in fondo, non ci deve nulla, eppure, per un’ora, per una notte, per un mese o anni, insieme, ci siamo dati così tanto del nostro corpo, della nostra anima, del nostro spirito, del nostro cuore, della nostra intimità fisica e spirituale, in breve, del nostro amore. Tanto, proprio tanto, ci siamo dati l’un l’altro.

L’amore non è associato alla sessualità, anche se lo è; non è associato alla gelosia, anche se lo è; non è associato alla riproduzione, anche se lo è; non è associato al dovere, anche se lo è; non è associato agli interessi, anche se lo è: l’amore è quella scintilla, quella consapevolezza che ci fa capire che per essere totali, ci vuole l’altro/l’altra, ovvero quella indispensabile parte che ci manca e senza la quale non ci sentiamo realizzati. La vita è amore o non è niente.

Gli innamorati, non gli infatuati, i don Giovanni, i cinici, gli sprezzanti dei sentimenti, ma gli innamorati, quelli per cui l’amore è l’Amore, quando si parlano i loro io si trasformano in un unico Io, i loro cuori in un unico Cuore, il loro mondo in un unico Mondo: insieme Sono.

“Tu sei felice,” dice l’innamorato all’innamorata, “quindi lo sono anch’io.”

“Tu sei felice,” dice l’innamorata all’innamorato, “quindi lo sono anch’io.”

Quest’amore si è liberato dalla barbarie e si è tramutato in umanità. Umani non si nasce, umani si diventa e questo grazie all’amore che ci nutre e ci trasforma in esseri umani. La poesia, e non importa se incolta o raffinata, è sempre presente fra gli innamorati, fra quelli per cui l’amore è il loro alimento vitale.

I carnefici della prima e della seconda guerra mondiale non amavano, non sapevano neppure cos’era l’amore. Se l’avessero saputo, come avrebbero potuto uccidere così tanta gente? La ricchezza, il potere, il dominio, la furia cieca e crudele, proprio come quella di Achille contro Ettore nell’Odissea, non sono amici dell’amore, ma dell’odio e della stoltezza.

La nostra società non crea amore, crea odio, terrore, disperazione, incomprensione. La vita, nonostante tutto il suo ricco e complesso patrimonio vitale e intellettuale, la viviamo, ricchi e poveri, a livello animale: il mondo non è gestito con l’amore ma con l’egoismo.

L’amore non è qualcosa di superficiale, di scopa e fuggi, non è prostituzione, l’amore non ha prezzo. È una vera e propria rivoluzione esistenziale. Quando scopriamo di esseri innamorati, quando capiamo che la nostra vita è arrivata a una svolta, scopriamo anche che da questo momento in poi non saremo più gli stessi. Ecco la cosa più bella e più nobile che può succederci in tutta la nostra vita: amare ed essere amati. Il detto The more I know you, the more I love you”, “Più ti conosco, più ti amo,” ha a che fare con questa rivoluzione naturale e culturale.

“Sex is a momentary itch, love never let you go. Il sesso è un prurito momentaneo, l’amore non ci lascia mai,” dice Kingsley Amis e dice giusto. La chimica dell’amore non è un mistero, non è un sogno, non è oppio, la chimica dell’amore è ricca, complessa e salutare e si trova in ognuno di noi. Basta solo cercarla, trovarla, educarla ed è nostra per la vita con tutta la sua potenza e vitalità. Ecco la sua magia, la sua realtà.

Non perdiamoci quest’appuntamento con l’amore, perché, l’amore, fondamentalmente, è conoscenza e, in ultimo, filosofia.

 

UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, di confrontarci, di dire la nostra, brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Vale a dire, nessuno uomo è più che un uomo. È così che Orazio Guglielmini parla agli amici del Web.

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