L’immortalità dell’amore

In una filosofia perenne, forse non ci dovrebbe essere posto per un sentimento così fragile, forte e instabile com’è l’amore, ma, in realtà, il posto c’è. Senza l’amore chi avrebbe mai scritto, lettore, ciò che stai leggendo? L’amore lo si deduce da ogni respiro, da ogni fiore, da ogni vita. È nell’aria che si respira, è in ogni particella dell’universo, ovunque ci siano esseri senzienti, lì c’è amore. La fame, il desiderio, la voglia, il gusto, il piacere, la soddisfazione, la gioia di vivere, tutti, inevitabilmente, portano all’amore. I cinque sensi sono lì per onorare e celebrare l’amore che è il sesto senso, il senso dei sensi. Anche i nostri fratelli animali sperimentano, vivono e provano l’amore, ma il loro è un amore istintivo e non riflessivo e passionale come il nostro. Come gli atomi cementano la materia, così l’amore cementa la vita; come il tempo è, lo spazio è, l’esistenza è, così l’amore è ed è eterno, perché questa è l’essenza di ogni cosa che si accende e si spegne nell’universo. Beate le specie che si sono evolute fino a raggiungere questo grandioso traguardo, beati coloro che hanno avuto questa fortuna, che hanno fatto questa sublime esperienza.

Quando l’atomo si potenzia al massimo, quando si trasforma in universale e dall’universale di nuovo in atomo, quando si fa d’un secondo un’eternità e si vive l’eternità come se fosse un secondo, quando il micro e il macro diventano tutt’uno, allora è il tempo dell’amore, perché l’amore è il più grande, il più grande di qualsiasi immaginabile e inimmaginabile fenomeno si possa pensare, perché l’amore, oltre che il più grande è anche il più nobile di tutti i sentimenti. È un’esperienza unica, assoluta, totale questa.

Tra il big bang e il big crunch, tra il primo e l’ultimo respiro, tra il visibile e l’invisibile, lì c’è l’amore. È ovunque, dentro e fuori la materia e in ognuno di noi. Ecco un’altra nostra immortalità, l’immortalità dell’amore universale.

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