L’Italia analfabeta post 13

I semi che non germogliano

            La lettura dei grandi libri come esercizio di espansione del cervello, di apprendimento, di spiritualità e, soprattutto, di apprezzamento culturale e di ricchezza vitale, è indispensabile. Scrive Ursula Le Guin ne “Il linguaggio della notte”:

“Leggiamo i libri per scoprire chi siamo. Che cosa fanno, pensano e sentono altre persone, reali o immaginarie, o che cosa hanno fatto, pensato e sentito, o che cosa potrebbero fare, pensare e sentire, è una guida fondamentale per poter comprendere che cosa siamo e potremmo diventare noi stessi. Una persona che non abbia mai conosciuto un altro essere umano non potrebbe essere capace di introspezione più di un terrier o di un cavallo; può darsi, ma è improbabile che riesca a mantenersi vivo, ma non potrà sapere niente di se stesso, per quanto a lungo abbia vissuto con se stesso. E la persona che non avesse mai sentito raccontare e letto un racconto, un mito, una parabola, o una storia, rimarrebbe ignara delle altezze e degli abissi dei suoi stessi sentimenti e del suo spirito, non saprebbe davvero pienamente che cosa sia essere uomo. Perché il racconto, da Gilgamesh a Guerra e pace, è uno degli strumenti fondamentali, inventati dalla mente dell’uomo, per conquistare il giudizio. Ci sono state grandi culture che non usavano la ruota, ma non ci sono state culture che non narrassero storie.”

Scrive Giorgio Maremmi ne “L’Agenda dello Scrittore”, p. 4. “L’Italia è all’ultimo posto in Europa, e nelle posizioni di coda anche nel resto del mondo, fra le nazioni che comprano libri. È al primo posto fra i popoli che sfogliano rotocalchi e giornalini e fumetti”, Infatti, gli inglesi, i francesi, i tedeschi e gli scandinavi del diciannovesimo secolo leggevano molto di più di quanto leggano oggi nel 2014 i meravigliosi.

            Le cose stanno così e stanno male: l’analfabetismo ci domina, grazie sempre e sempre ai nostri signori governanti che ce l’hanno imposto fin dalla più tenera età.

Tratto da: Per una filosofia perenne

Nel prossimo: La culla dell’asinità divina –  2  post (I)

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