Lo Stato predatore (4)

La testa del popolo e la testa dei predatori

L’ingiustizia e la corruzione non alloggiano nella testa dei poveri, ma nella testa dei “furbi” e degli “addottorati”. Si penserebbe il contrario, ma non è così. Gli analfabeti, i poco istruiti, i nullatenenti, sono incorruttibili, non hanno una cultura sofisticata che li possa corrompere, che li spinga a possedere tutto, a volere tutto, ad essere perversi e ingiusti. La loro ambizione ha un limite: la sopravvivenza. Risolvere il problema della fame è la loro battaglia giornaliera. Non hanno altri grilli per la testa. E come potrebbero se sono da mattina a sera bersagliati dalla miseria? Questa produce ignoranza, sottomissione, accettazione: tutto accettano pur di restare in vita.

La miseria ha anche la sua virtù: rende umani i poveri. Umani non si nasce, umani si diventa e i poveri diventano umani grazie alla loro povertà. Questa, che conosce il prezzo che bisogna pagare per restare in vita, insegna ad essere buoni, generosi, appunto, umani. Infatti, tra di loro i poveri si aiutano. Hanno una morale e una bontà istintiva. Nascono con lo spirito di aiutare l’altro.

Non è il caso per i “furbi” e gli “addottorati”, le teste istruite, le teste zeppe di idee astute, ideate per fregare l’altro, le teste farcite di ambizioni sbagliate, che vogliono tutto possedere, tutto conquistare. La corruzione e l’ingiustizia si annidano in questo tipo di teste e più sono istruite, sofisticate, più sono corrotte, malvagie e ingiuste. L’istruzione può portare alla scienza, alla saggezza, all’emancipazione dalla bestialità, alla vera democrazia, alla virtù, all’umanità, ad un amore disinteressato per l’altro, ma può portare anche alla corruzione e all’ingiustizia. E, ahimè, il più delle volte porta proprio a queste: alla corruzione e all’ingiustizia.

I poveri sono esclusi da queste ambizioni, non hanno avuto la chance di sviluppare nella loro testa le diavolerie sofisticate, il crimine premeditato, il furto elaborato, l’ingiustizia venduta in stile democratico, l’egoismo raffinato, la cupidigia senza limite, com’è il caso dei predatori: i furbi, i cunning, i rusés.

Ci vogliono fior di scuole, ci vuole tirocinio, ci vuole una professione per diventare veri e propri predatori. Il nostro mondo è guidato da predatori professionisti, con tanto di patente. Questi prerequisiti i poveri non li hanno, perciò non possono essere corruttori raffinati, professionisti a delinquere, sofisticati killer. Al massimo li si può corrompere per un piatto di minestra in più, per qualche dollaro in più oppure li si può far diventare anche ingiusti tra di loro per qualche miseria, tutto qui.

“Le rivoluzioni, scrive Alain Daniélou, le guerre assassine, i genocidi non sono mai provocati dagli artigiani, dai contadini, dalla gente che, fin dall’infanzia, si confronta con i problemi quotidiani della vita, ma da oziosi che non sanno ciò che significa non avere il pane. La maggior parte dei problemi dell’Occidente contemporaneo è nata da piccoli borghesi disadatti che sognano, invece di cercare di sapere”, “La Via del Labirinto”, pp. 325-326.

La vera corruzione, la vera ingiustizia, la vera malvagità sono quelle raffinate, sofisticate, sottili, artistiche. La laurea, il dottorato, il master, ecco cosa ci vuole oggi per diventare predatori di professione.

 

Una barbarie avveduta

Per noi, Rossi, la società più avanzata, con qualche eccezione, è anche quella meno democratica (ho in mente l’America e più avanti te ne parlerò). È, in realtà, quella più armata di retorica, di sofisticherie, quella che maggiormente oppia le masse facendo loro credere di vivere in una democrazia quando, in realtà, vivono in una barbarie avveduta.

E comunque, per come sono spartiti i beni, i poteri e gli onori tra gli uomini, non c’è un solo paese al mondo che sia degno dell’appellativo di “democratico”.

La società, vista globalmente, è una società del crimine, dell’ingiustizia, dello sfruttamento, della schiavitù. Ha leggi che proteggono quelli che hanno potere e annienta quelli che potere non ne hanno; ha leggi che proteggono quelli che hanno tutto e annienta quelli che non hanno niente. Ecco il volto della società in cui viviamo, ecco il “contratto globale”.

 

Violenza planetaria

Sai dirmi, Rossi, quanta violenza c’è, ogni volta che il così chiamato “premier” esce blindato fino ai denti dal palazzo dell’Eldorado? E cosa dire degli schieramenti di forza lungo le strade che lui percorrerà? Sai dirmi, Rossi, quanta violenza c’è in ogni volo che fa, in ogni treno che prende, in ogni albergo in cui alloggia? Sai, Rossi, quanta violenza c’è in ogni incontro organizzato dei superguardiani degli Stati predatori? Chi paga per la loro sicurezza, per tutti quelli che li seguono e per tutte le abbuffate che fanno nei ristoranti di lusso? Chi paga il conto? Chi deve sudare sette camicie per pagarlo? Il popolo, Rossi. È lui che deve stringere la cinghia per pagare il superblabla dei custodi degli Stati predatori.

Fanno tutto loro, decidono tutto loro, il mondo intero si sta trasformando a loro immagine e somiglianza. E così, da lunedì a domenica, la colonna sonora di fondo dei mass media è, partendo dal lunedì: declamare la volgarità demagogica; martedì: declamare la volgarità demagogica; mercoledì: declamare la volgarità demagogica; giovedì: declamare la volgarità demagogica; venerdì: declamare la volgarità demagogica; sabato: declamare la volgarità demagogica; domenica, tanto per cambiare, declamare la volgarità demagogica. Poi, il giorno dopo la domenica, lunedì, s’inizia di nuovo con la solita cantilena: si declama la volgarità demagogica. Tutte le altre voci sociali del mondo, che pur ci sono, in realtà è come se non esistessero.

Ecco a cosa si è ridotta la storia oggi: a volgarità demagogica; ecco i nostri guardiani statali al potere; ecco dove hanno portato le rivoluzioni francese, russa, cinese, cubana: a piccoli uomini al potere che sognano come fottere il mondo invece di amarlo e costruirlo!

 

Dall’istinto all’ideologia predatoria

Cerchiamo di capire, in nuce, l’essenza della “creatura”. Iniziamo così: la materia inanimata trasuda e si trasforma in materia animata. Più o meno in questo modo: un grumo di carne, poi una scintilla, un moto, un bisogno, un istinto famelico e, voilà, la vita! Questa si trasforma in istinto di sopravvivenza, quindi, in ingordigia, in egoismo.

L’egoismo, nell’animale-animale (squalo, ghepardo, cuculo), rimane egoismo. Non è così nell’animale-uomo. Questi trasforma il suo egoismo biologico, naturale, in egoismo culturale, dello spirito. L’uomo diventa uno spirito egoista. Lo spirito egoista si trasforma in passione, in ambizione, in progetto, in determinazione, in realizzazione e, infine, in idealismo, quindi fanatismo, megalomania. La carne, il grumo di carne iniziale, a questo punto, se non la si ferma con la ragione, si trasforma in voglia di tutto possedere, tutto volere, tutto essere: imperatore, papa, dio.

Ora, l’uomo demagogico e predatore, non è guidato dalla ragione, per nulla, ma dall’istinto di possesso e dalla volontà di potenza. Sono questi gli dèi che dominano la sua carne fattasi spirito.

 

 

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