L’Università degli Asini a due Zampe (2)

Non c’è una razza biologica tra i bipedi, Rossi, ma ci sono diversità culturali. Queste esistono. La nostra è quella asinina. Abbiamo un’identità che ci è ormai riconosciuta da secoli in tutto il creato. Siamo il Paese dove l’asinità è di moda, di casa, un patrimonio storico, genetico possiamo ormai dire. Anche tu sei un asino, Rossi, non credere. Lo sei eccome! Non puoi essere immune da questa nostra asinità culturale: è contagiosa. Di più. La s’insegna persino nelle scuole! Perciò è inutile che t’incavoli con me, se ti do dell’asino. L’asinità è una nostra realtà, un fatto, un’incontestabile evidenza. Tutto il mondo, dicevo, lo sa. Qui da noi non esistono quelli che guardano verso la luce né quelli che guardano verso le tenebre, esistono asini e basta.

L’unica distinzione che esiste tra gli asini è l’asinità professionale e l’asinità semplice. Se sei ambizioso e lo desideri, puoi diventare anche tu un asino professionista. Se fai questo, diventi un asino patentato, bardato, un predicatore, con una testa piena di redini dentro e fuori, redini professionali e redini legali; se non lo fai, sarai un asino comunque.

Però, una cosa unisce tutti gli asini, e questo succede tutte le volte che il Grande Santone si indirizza a loro. Dovresti vederli come si sintonizzano: che sinfonia, che orchestra! Basta che la voce dell’Asino degli asini dica loro chi devono votare alle elezioni (ci sono anche queste nel Paese delle meraviglie), e loro lo fanno alla lettera. Non ci crederesti, Rossi, tutta l’asinità di questo illustre Paese ubbidisce al richiamo asinesco del Grande Santone. Nessuno può ormai togliergli questa sua stupenda bardatura: è il suo Dna culturale.

In questi giorni hanno piazzato un nuovo Santone sul trono di Bogududù, un Santone proveniente dagli asini oriundi, molto alla moda e molto retorico, un vero e proprio accalappia asini. È qui, infatti, nella città di Fognamagna, che si esibisce il Grande Santone. Vengono ad ascoltarlo mentre raglia dalla sua finestrella migliaia di asini non bardati. Sono i così chiamati mentecatti. Questi si distinguono dagli asini sempliciotti. Gli shit head li chiama Bukowski, cioè teste di merda, una sorte di mandria di pecoroni che va ad ascoltare una macchina biologica che emette rumori assurdi.

Vedere L’Indifferenza divina

 

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