Diciamocelo tutto in una volta, i fachiri dello sport non sarebbero i fachiri dello sport se non facessero uso del doping. Lo prendono a colazione, a pranzo, a cena, così le loro energie fisiche vanno alle stelle. Quando partecipano a competizioni nazionali, mondiali, i loro boss gli raddoppiano la razione. “Su, dai, prendi quest’altro cocktail, quest’altro integratore!” Non di rado qualcuno di loro crepa al volante, sulla bici, in mezzo allo stadio. “Cosa gli ha preso?” si chiedono gli spettatori. “Nulla, rispondono i boss, è stata solo la morte bianca!”
Se ricordi, Rossi, alcuni anni fa, tanto per prendere un esempio conosciuto, il ciclista Pantani ha vinto in una sola stagione il giro e il tour. Questo sportsman, a causa di tutto il doping che ingoiava, faceva le salite come se fossero discese. Incredibile! Altro che Coppi! Altro che Bartali! Altro che Armstrong! Era un piacere vederlo pedalare. Strano, però, perché, prima di quella volta (lasciamo perdere le disgrazie che aveva avuto, che erano state sfruttate per rendere il personaggio ancora più luminoso), non aveva mai o quasi mai vinto nulla di eccezionale e, dopo quella doppia vittoria, ha continuato a non vincere nulla. Come mai? Com’è possibile? Perché?