Ho fame

Ho fame, fame di crescere, ma non mi lasciano crescere.

Ho fame, fame d’apprendere, fame di sapere, fame di scienza, fame di conoscenza, ma mi riempiono la testa a scuola e in ogni altro dove, di piattitudini e volgarità.

Ho fame, fame di giustizia, di democrazia, di rettitudine, d’onestà, ma nel mondo in cui vivo la giustizia, la democrazia, la rettitudine, l’onestà sono il sogno degli idealisti come me, di quelli, appunto, che sognano.

Ho fame, tanta fame di vivere, ma il pieno accesso alla vita mi viene negato con ogni tipo di violenza e di mistificazione.

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2015

Cosa dire? Solo questo: Viviamo! Lo so, non possiamo fare altrimenti, non possiamo fare a meno di non vivere. Io però non l’intendo solo in questo modo. L’intendo piuttosto così: facciamo del 2015 un anno di fratellanza, fratellanza locale e universale; facciamo un anno di viaggi, di lettura, di scoperte; un anno di esperimenti, un anno di gioia di vivere, un anno di Vita con la V maiuscola, un anno di felicità e, soprattutto, un anno d’Amore.

Lo so, il mondo in cui viviamo, a meno che non siamo socialmente ciechi ed egoisti, non ci invita all’Amore, tutt’altro, ma la nostra vita è una e ha pur il diritto a questa esperienza, un’esperienza che tutti i mortali dovrebbero fare.

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L’Italia analfabeta – post 23

Pregi e difetti dei grandi e piccoli “io”

Le culture, in generale, hanno in sé qualcosa di ottuso, possono essere sorde e cieche nel loro intimo. Come dire, costruiscono dei tabù, delle difese, dei torrioni supercorazzati che spesso non permettono a nessuno, a torto o a ragione, di avvicinarle. Le culture, se le critichi, sono come gli animali feriti che puoi toccare ovunque, eccetto lì dove la piaga li tormenta. Anche gli individui sono così. Solo ch’è più facile medicare e prendersi cura d’un singolo individuo che non di tutto un paese.

Detto questo, disse sbrigativamente Orazio Guglielmini a Rossi, dopo aver bevuto l’ultimo sorso di caffè, proseguiamo con metodo e cerchiamo di capire come si sono sviluppate i piccoli e i grandi “io” e cosa rappresentano.

Tanto per cominciare, Rossi, le culture, con i loro diversi modi di pensare, di fare, formano un “io”, un “io” collettivo. In una cultura nazionale, come quella francese, inglese, italiana, ci sono un “Io” grande e un “io” piccolo. Il primo rappresenta la totalità della cultura del paese, è l’Io nazionale; il secondo, il piccolo io, l’io individuale, i diversi modi che hanno gli abitanti d’interpretare l’insieme storico e culturale del proprio paese.

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“Ali Agca in Vaticano sulla tomba di Wojtyla”

«Andrò a pregare sulla tomba di Karol Wojtyla». È stato di parola. E oggi, senza che nessuna segnalazione arrivasse dalle autorità italiane alla sorveglianza vaticana, l’ex “lupo grigio” turco che attentò alla vita di papa Giovanni Paolo II si è recato presso la tomba del Santo polacco per depositare dei fiori nel giorno del 31° anniversario del suo incontro con il pontefice a Rebibbia, avvenuto il 27 dicembre 1983.”  La Stampa

Quindi lo lasciano posare tranquillamente i fiori sulla tomba di Wojtyla, lo lasciano pregare anche e poi, solo poi l’arrestano. Agca si trova adesso al sicuro e protetto al commissariato di polizia.

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Elogio al Popolo lavoratore – post 6

“Pari opportunità”

Cosa mai può voler dire “pari opportunità?” È una cosa seria o una presa in giro o, forse, vuol dire “democrazia”? E come viene praticata questa? Insomma, che cosa significa “pari opportunità?”

Forse vuol dire “umanità”? E che significato ha questa parola? Lasciare che certi esseri umani colino a picco in fondo al mare e magari con la pancia vuota e il respiro che gli si congela nell’anima e altri invece che gozzovigliano su dei mega panfili a più non posso? Forse può voler dire questo. Quindi, essere la causa dell’altrui morte, lasciar morire letteralmente dalla fame, questo significa “umanità?”

Non capisco ancora. Forse vuol dire “altruismo”? E cosa mai può voler dire, “altruismo”? Amare il proprio simile oppure portargli via tutto? Ma in fin dei conti, cosa può voler dire questo vocabolo “altruismo?”

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I dieci comandamenti! – 2 post, il secondo

Questi due post sono dedicati a Roberto Benigni

 

Il decalogo e il libro dei morti

 Per quello che riguarda i plagi, voglio riportarti un passo, amico Benigni, de “Il Vangelo secondo la Scienza” di Piergiorgio Odifreddi.

Scrive il professore di matematica:“Il Libro dei morti egiziano raccoglie una serie di formule funerarie e di istruzioni alle anime dei defunti, affinché possano superare positivamente il giudizio. La seguente dichiarazione di innocenza, rivolta ai quarantadue dèi che compongono la corte di Osiride, e risalente almeno al 1500 a. C., è tratta dal capitolo CXXV, e mostra una evidente somiglianza con il successivo decalogo biblico, non a caso riportato nell’Esodo (XX, 2-27), il libro che narra l’esilio del popolo ebraico in Egitto:

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I dieci comandamenti! – 2 post, il primo

 Questi due post sono dedicati a Roberto Benigni

Il primo: “Non avrai altro Dio fuori di me”, in altre parole o ti mangi ‘sta minestra o ti butti dalla finestra;

il secondo: “Non nominare il nome di Dio invano”, detto diversamente, rispetta il Mio nome!;

il terzo: “Ricordati di santificare le feste”, cioè non dimenticare di celebrarMi;

il quarto: “Onora tuo padre e tua madre”, un altro modo per dire: onora Dio e la Madonna.

Questi 4 comandamenti rappresentano la megalomanìa del Creatore (più corretto, però, sarebbe dire: la megalomanìa di chi s’inventò questo personaggio).

Gli altri 6 comandamenti sono di tutt’altro genere.

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L’Italia analfabeta – post 22

Come “Il Paese delle meraviglie”* è diventato il Paese delle meraviglie e come i meravigliosi sono diventati meravigliosi.

 

Se pensi, Rossi, disse Orazio Guglielmini quella mattina a Rossi, se pensi che all’inizio della nostra storia, era lei, lei, la Chiesa, a governare; era lei la testa, i libri, la cultura; era lei a fare e a disfare, a dettare leggi su tutto ciò che riguardava la politica del nascente Paese; era lei che si era appropriata sia del “potere temporale” che del “potere spirituale” e usava il credo religioso con quelli cui bastava il credo religioso e la spada con coloro che del suo credo religioso non sapevano cosa farsene.

I principi del Paese delle meraviglie, cresciuti strettamente sotto il segno del bambin Gesù, pendevano dalle sue labbra. Se qualcuno osava contraddirla, era guerra, guerra che la Chiesa organizzava contro il principe, lo staterello o il signore ribelle. E se il suo esercito, l’esercito del papa, non bastava, non riusciva ad averla vinta col principe, lo staterello o il signore ribelle, allora il monarca del Vaticano chiamava delle potenze straniere in aiuto. Queste venivano nel nostro paese con il loro esercito, l’invadevano e, mentre erano sul territorio, razziavano tutto quello che potevano. E non facevano solo questo. Stupravano le nostre donne, uccidevano i nostri uomini, i nostri ragazzi, bambini, distruggevano case, campi, seminati, campagne e, infine, se ci riuscivano, sconfiggevano anche il principe, lo staterello o il signore ribelle.

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“Non riesco a respirare”

Un uomo, un essere umano, uno della nostra specie, uno dei nostri fratelli, una creatura simile a noi, uno che sente, capisce, vede, ama, in breve, una persona di colore, un negro, un negro urla con dolore e paura, ma nessuno lo ascolta, lo sente, continua a gridare, a singhiozzare, a gemere, perché la polizia lo sta pestando selvaggiamente: “Non riesco a respirare, non riesco a respirare, non riesco a respirare, non riesco…” E come risposta, clemenza e umanità, la polizia, i suoi fratelli in uniforme, lo uccide.

L’Italia analfabeta – post 21

Se questo è un paese  III

L’amministratore

Nell’edificio dove io e mia moglie abitiamo, Disse Orazio Guglielmini a Rossi, ci sono dodici appartamenti, tre per piano. In uno di questi abita un maresciallo della finanza. Una simpaticissima persona. Amico di tutti. Pensa che, spesso, appoggiati alla porta del suo appartamento, ci sono dei bei pacchi lasciati lì dai commessi quando non trovano nessuno in casa. Non ti dico poi dei regali che riceve tra Natale e l’Anno Nuovo. Tutto il pianerottolo, a volte, è pieno di involucri di ogni genere. Questo succede quando non c’è nessuno in casa del signor maresciallo della finanza, of course.

Di fronte al suo appartamento abita una signora anziana. Mi capita di andare a trovarla. Vuole sempre offrirmi cioccolatini. Poi dice:

“Me li ha dati il finanziere”.

Niente da dire, un uomo molto gentile, capace, generoso e con tanto savoir faire.

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Non se ne può più, ora anche la mafia romana!

Io mi chiedo, a volte, e non posso fare a meno di non chiedermelo, è una domanda che non so come combattere, evitare, contenere, io mi chiedo, dunque, se c’è in tutto il territorio nazionale, dal nord al sud, dall’ovest all’est, incluse le isole e tutto il resto, se c’è un solo italiano (italiana) fornito d’una coscienza sociale che non si faccia schifo, ribrezzo, orrore e pietà di essere italiano, e questo dopo il miliardesimo scandalo politico, questa volta è successo a Roma. Vorrei proprio saperlo, sapere se c’è o non c’è un solo italiano su tutto il territorio che non si faccia schifo.

Di più.

Mi chiedo ancora, e lo faccio perché non posso zittire né il mio cervello, né soffocare la mia coscienza nazionale e internazionale, né calpestare il mio spirito umanitario e tanto meno insultare la mia dignità, io mi chiedo se tutto ciò che succede in Italia, nel Paese delle meraviglie, nel grande Stivalone, che sicuramente cento enciclopedie britanniche non basterebbero per contenere tutta l’immondizia etica e morale, io mi chiedo, quindi, se c’è un solo essere umano su tutto il pianeta Terra che non gli faccia ribrezzo di sapersi parte, geograficamente e globalmente parlando, di questo paese. Anche questo vorrei sapere.

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L’Italia analfabeta – post 20

Se questo è un paese

Il venditore ambulante II

L’altro giorno, disse Orazio Guglielmini a Rossi, mentre stavo aprendo il cancello del cortile per mettere dentro l’auto, vedo che dietro la mia si era inchiodato un furgone carico di frutta. Era sceso in fretta e furia un bel giovane tra i 25 e i 30 salutandomi, afferrandomi e stringendomi la mano calorosamente e dicendomi che i suoi genitori erano preoccupati perché non mi avevano più visto o sentito da tempo. Si chiedevano come stessi. Poi, mentre diceva questo e altro e mi aveva liberato la mano, si era messo subito a mettere giù dal furgone alcune casse di pesche, meloni, fichi d’india (4 casse). Tutta l’operazione era avvenuta nel giro di qualche minuto.

Ho dato una sbirciata al giovane. Mi pareva di non averlo mai visto prima. Intanto a fianco della portiera dell’auto c’erano quelle 4 casse che lui aveva appena scaricato. Ho immaginato cosa volesse. Non avevo ancora aperto bocca. Lui aspettava a questo punto che io dicessi qualcosa. Infatti, cosa dire, fare? Dirgli di ricaricarsi la sua roba sul furgone e di lasciarmi in pace, perché né io né mia moglie vivevamo di solo frutta, non mi era parso il caso.

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Elogio al Popolo lavoratore – post 5

 

La patria, e cosa mai può voler dire?

La patria terrestre? Il luogo dove uno nasce? Il paese in cui uno vive? I pipistrelli che nascono in una caverna, è la caverna la loro patria?

Vediamo.

Il Vaticano. Lo Stato del vaticano è la patria del papa. Il Vaticano, dunque, è la patria del più vecchio ricco dogmatico monarca del Pianeta? Buckingham Palace. Questo lussuosissimo edificio è la patria della regina d’Inghilterra, perciò Buckingham Palace è la patria d’una delle più grandi egoiste legalizzate del mondo? La Casa Bianca, il Cremlino, l’Eliseo, Palazzo Chigi ecc., sono la patria dei signori politici, quindi la patria dei più grandi ladri legittimati della Terra? E le Nzioni Unite? Certo, ci sono anche loro. Cosa sono e cosa rappresentano le Nazioni Unite? Sono il covo per eccellenza di tutti i gangster del globo e rappresentano l’imperialismo capitalistico organizzato a livello pianetario.

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L’Italia analfabeta – post 19

Se questo è un paese I

A questo punto della nostra Lettera, Rossi, voglio raccontarti qualcosa di personale. “Personale” per modo di dire perché, in realtà, tutto quello che ti ho scritto finora è “personale”. Io scrivo in prima persona. In ogni modo, mentre ero all’estero, avevo idealizzato un po’ troppo la zolla natale e non vedevo l’ora di ritornarci. Ricordo una conversazione con un mio amico, un certo Dalton, Denis Dalton, un australiano, che mi disse un giorno:

“Per quello che so del tuo paese, non sarei poi così ingenuo da credere che lì sia tutto rose e fiori. Comunque, sai, dopotutto, è il paese in cui sei nato, e questo, a volte, lo si difende a torto o a ragione”.

Era così, Rossi: se qualcuno parlava male del mio Paese, in quei tempi, partivo subito all’attacco. Ah, l’ignoranza, l’ignoranza!

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Elogio al Popolo lavoratore – post 4

 

Il mio paese è il mio paese o è il mio peggior nemico?

Che cosa mai può voler dire “il mio paese?” Che significato ha dire “il mio paese” per un figlio del Popolo lavoratore? Un proletario, uno che, per non morire di fame, deve sgobbare come un mulo 24 ore su 24, non ha, né mai potrà avere a queste condizioni un paese, lui vive in realtà in un gulag, in un campo di concentramento, un lager e, in questo luogo, non c’è vita, c’è solo schiavitù e morte. E questo sarebbe il suo paese? E chi l’ha mai detto?

Prendiamo mister Giorgio Napolitano, l’attuale presidente degli italiani. Costui, nonostante umilii col suo fare il Popolo lavoratore giorno dopo giorno, nonostante si sia arricchito sfruttando il Popolo, nonostante sia da tempo che avrebbe dovuto andare in pensione, nonostante ciò, il presidente Giorgio Napolitano, tra l’altro, alla fine di ogni anno si porta a casa uno stipendio di 248.027 euro.

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Interstellar: un vero e proprio capolavoro di nonsenso stellare

 

L’ammetto, non capisco un accidente di buchi neri e di buchi bianchi, di wormholes e di spazio a cinque e undici dimensioni, di viaggi spaziali e di navicelle interstellari, di gravità e di relatività, di materia oscura e di energia oscura, di particelle wimps e di bosoni, di materia fantasma e di materia reale, di big bang e di multiverso, di galassie e mondi virtuali, ma capisco quel tanto che mi basta per dire che il film “Interstellar” è una grande boiata ossia, detto in belle parole, “Interstellar” è un vero e proprio capolavoro di nonsenso stellare.

Fare simulazioni al computer, giocare col pc con buchi neri e wormholes è una cosa, nella realtà, sempre ammettendo che questi fenomeni esistano per come la scienza teorica li interpreta, è tutt’altra cosa. È vero, lo sappiamo ormai benissimo, è stato sempre così, la realtà non piace a nessuno, o solo a pochi e io faccio parte di questi pochi e me ne vanto. Però, a Christopher Nolan, il regista di Interstellar, sicuramente la realtà non piace e, infatti, non la rappresenta affatto per quello che riguarda l’infinito.

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Elogio al Popolo lavoratore – post 3

I rappresentanti del Popolo, che bestialità!

E chi l’ha mai voluti? Dove sta scritto? Chi l’ha detto? E perché e per cosa, poi? Di tutto, di tutto ha bisogno il Popolo lavoratore, ma sicuramente e certamente non di qualcuno che lo rappresenti. Rappresentare lui, lui che è auto-sufficente? Lui che è interamente e totalmente padrone di sé, del suo mestiere e del suo destino? Che pazzia! Nessuno, proprio nessuno può rappresentarlo, nemmeno dio se esistesse, perché lui, il Popolo, è un dio nel suo mestiere.

E poi rappresentato da chi? Dai politici?, Dagli intellettuali? Proprio da quelli che vivono solo di ideali e di ambizioni sbagliate e non conoscono neppure cos’è il reale? Ma stiamo dando i numeri! Questi signori non sanno fare altro (e come potrebbero se non conoscono altro?) che proteggere i loro averi e poteri. Tutto qui. No no no, affatto! Mai al mondo! Il Popolo non ha bisogno di gente che lo rappresenti. Solo il Popolo può rappresentare il Popolo, gli altri sono alieni, impostori, criminali, approfittatori, truffatori, gangster, arroganti, boss, briganti e basta!

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Ospedale Degli Infermi bis

 

Al direttore generale dell’Asl di Biella, Gianfranco Zulian

Gentile direttore,

perché, io mi chiedo, perché lei vuole dare un nome tautologico ( da tautologia; nella logica formale classica, termine usato per qualificare negativamente ogni proposizione la quale, proponendosi di definire qualcosa, non faccia sostanzialmente che ripetere nel predicato ciò che già è detto nel soggetto, vocabolario on line Treccani) ad un ente pubblico, ad un ente così tanto in vista? “Ospedale” e “Infermi” sono due sinonimi, l’uno o l’altro dovrebbe bastare, non le pare?

Ospedale, s. m. ‘complesso di edifici destinati al ricovero e alla cura dei malati’ (av. 1400, F. Sacchetti). Il nuovo Dizionario Etimologico Zanichelli.

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25 anni fa cadeva il muro di Berlino

La storia ci insegna però che i muri cadono da una parte e si ergono da un’altra. Israele, con il muro della vergogna, ne è l’esempio.

L’Italia analfabeta – post 18

L’assassinio storico e culturale del popolo italiano

Infatti, il popolo italiano, senza cui nulla nasce, cresce o fiorisce, ebbene lui, proprio lui, non esiste né storicamente né culturalmente nella storia italiana. C’è forse qualche palazzo, castello, cattedrale, monumento costruito in suo onore? Ci sono libri scritti su di lui, libri degni di questo nome che lo ricordino nella storia? Ci sono romanzi storici (e lasciamo perdere quelli di Ken Follett) i cui protagonisti sono i figli del popolo? E nella pittura, nella scultura, negli arazzi, il popolo esiste, e se esiste, qual è il suo ruolo? Ci sono però vie per i caduti della patria! Ci sono però statue di soldati sbudellatori! Ecc., ecc. Il popolo italiano è stato, storicamente e culturalmente stuprato, oltraggiato, ottenebrato, ingannato, assassinato, insomma, un nulla buono solo per fare le guerre e per sgobbare. I fiori del male, nati dal suo sudore, l’hanno trasformato in una bestia fantasmagorica, un essere che c’è ma non si vede.

Adesso, in quello che segue e in sintesi, andremo per ordine e per grado e vedremo chi, nell’assassinio storico e culturale perpetrato contro il popolo, ha più, consciamente o inconsciamente, le mani insanguinate.

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Elogio al Popolo lavoratore – post 2

Senza il Popolo lavoratore, nulla nasce, cresce o fiorisce

Popolo, con la P maiuscola, non vuol dire popolo come idea, come ideologia, come concetto astratto, come argomento di eterne discussioni a profitto dei demagoghi. Per nulla. Popolo, con la P maiuscola vuol dire Popolo lavoratore, Popolo che, grazie al suo sacrificio e sudore, nutre e mantiene tutti gli altri suoi simili. Per questa sua nobiltà d’animo e umanità, la P maiuscola è correttissima e meritatissima.

Ci sono tante cose in questo mondo, ma c’è una sola politica da quando il mondo è mondo, ed è quella che si fa con il sudore di quelli che producono, con il sudore dei contribuenti, con il sudore del Popolo lavoratore. Tutto parte dal Popolo. È lui che nutre e mantiene tutti e tutto. Scienza, filosofia, poesia, politica, religione, arte, economia, forze armate, sport, tutto, tutto parte da lui. È la fonte e l’inizio di tutto. Senza il Popolo il mondo che conosciamo non esisterebbe.

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L’Italia analfabeta – post 17

Forti coi deboli; deboli coi forti

Deboli coi forti:

Churchill può permettersi d’insultare l’Italia chiamandola “il ventre molle dell’asse” Roma-Berlino-Tokyo. Infatti, nell’ultima Guerra Mondiale, sono bastate due piccole divisioni inglesi per sconfiggere dieci divisioni italiane nel deserto d’Egitto; è bastato un pugno di francesi mezzi morti di Carlo VIII, re di Francia, per sconfiggere nella battaglia di Fornovo, nel 1495, tutto un esercito italiano corazzato e ben foraggiato; tra i reali d’Inghilterra e i reali italiani c’è un’enorme differenza. Durante la seconda Guerra Mondiale, mentre Londra veniva bombardata dagli aerei nazisti, la Regina Madre non ha voluto lasciare la città, è rimasta lì, insieme al suo popolo sotto le bombe nemiche, dando un esempio di coraggio a tutti gli inglesi. In Italia, i maschi reali, non le femmine, ma i maschi!, quando sentivano in lontananza il rumoreggiare dei cannoni, fuggivano via come conigli pur di salvare la loro lurida pelle!

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Elogio al Popolo – post 1

Cenno introduttivo

In altre parole, il Popolo con la P maiuscola (spiegherò il perché della P maiuscola nel prossimo post) è il concime del capitalismo con la p minuscola. Paradossale, ma è così. Il capitalismo ha un’infinità di aspetti, ma in realtà è sempre lo stesso: un mostro mai sazio di averi, poteri e licenziosità. I faraoni egiziani, e lasciamo perdere i tiranni che vissero prima di loro, erano dei capitalisti, così i re greci, gli imperatori romani, i papi, i principi e i signori medioevali e rinascimentali, così i rivoluzionari inglesi, francesi, russi, cinesi, cubani, fino ai tiranni democratici di oggigiorno vestiti con camicia e cravatta e seguiti da schiere di paparazzi, tutti boss, i veri boss del Pianeta, tutti boss legalizzati che, sotto infiniti travestimenti storici e culturali, nascondono nei loro cuori e nella loro retorica l’artiglio del capitalista, un artiglio grondante di sangue che domina e detta leggi.

Qual è la differenza tra Popolo e capitalismo, dunque? È semplice la risposta: il primo deve fare tutto l’immaginabile e l’inimmaginabile per permettere al secondo di soddisfare tutte le sue ambizioni, fantasie e dissolutezze; il primo esiste per la realizzazione del secondo; il primo esiste per mantenere gli infiniti vizi del secondo; il primo lavora, il secondo ozia; il primo fa la guerra, il secondo la programma e poi da lontano si gode lo spettacolo; il primo coltiva e costruisce il mondo, il secondo si appropria dei vantaggi; il primo è materia bruta, il secondo materia raffinata; il primo ingenuo e stolto, il secondo astuto e spietato; il primo vive una vita di tribolazione, il secondo vive una vita all’insegna dei piaceri; il primo è la vittima, il secondo il carnefice. Insomma, tutte le invenzioni, dal primo faraone fino al presidente americano, Barack Obama, che si sono fatte (umanesimo, liberté, égalité, fraternité, repubblicanesimo, comunismo, socialismo, altruismo, democrazia, liberalismo, ecc.), confermano ciò che abbiamo detto sopra: il Popolo è il concime del capitalismo. Tutto il resto è uno stomachevole e indegno bla bla.

Domanda: Ma è proprio così, fra questi due fenomeni sociali, che dovrebbero stare le cose? È così che il capitalismo dovrebbe trattare Colui senza cui nulla nasce, cresce o fiorisce, incluso esso stesso?

È quello che vedremo nei prossimi articoli.

 

Questi post vogliono essere un urlo di umanità e di ribellione in un mondo di spietati killer

These posts want to be a scream of humanity and rebellion in a world of pitiless killers

 

Nel prossimo post, Senza il Popolo lavoratore, nulla nasce, cresce o fiorisce

L’Italia analfabeta – post 16

Come un paese viene lobotomizzato

(L’assassinio storico e culturale del popolo italiano: questo post lo vedremo un po’ più avanti)

“Con la pubblicazione nel 1557 dell’Indice romano dei libri proibiti, l’Inquisizione intraprende la caccia alle opere sospette di diffondere l’eresia: gli editti di Milano (1593), Alessandria (1595) e Ferrara (1596) obbligano a presentare liste dei volumi presenti nei magazzini di librai e stampatori. Gli storici spagnoli e portoghesi ritengono che questa politica di censura sia stata efficace nella penisola iberica, ma essa lo fu ampiamente anche in Italia, dove, ad esempio, in due secoli (dalla metà del Cinquecento a quella del Settecento) si conta una sola edizione … Anche a Venezia, dove l’Inquisizione può esercitare la censura preventiva tra il 1562 ed il 1569, 28 librai sono processati e 1150 libri confiscati. Lo storico italiano Antonio Rotondo fa risalire la debolezza dell’ateismo nell’Italia dei secoli XVII e XVIII, come pure l’isolamento del paese rispetto alle correnti intellettuali europee e i suoi successivi ritardi culturali, a quest’azione repressiva”, Georges Minois, “Storia dell’ateismo”, p. 148.

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Un ospedale, un nome, un peso

Io sono fatto così. Voi? Non lo so. Voglio dire, in questi giorni mi sono preso il tempo e il piacere di chiedere ad alcuni amici e conoscenti, oltre che informarmi su alcuni enti pubblici, se sapevano che c’era in corso una votazione sul nome da scegliere, fra i 4 proposti, sul  Nuovo Ospedale di Biella.

Non ci crederete, nessuno sapeva niente di niente. Gente che lavora in Comune, alla Provincia, neppure il personale delle farmacie, neppure i medici di famiglia. E non solo. E questa cosa mi ha stupito molto. Non lo sapeva nemmeno il personale d’un reparto (non tutto il personale del reparto, spero!) dell’Ospedale degli Infermi!

A questo punto, mi sono chiesto, perché non hanno dato il nome che volevano dare al Nuovo Ospedale senza chiedere il voto di nessuno? E poi perché chiederlo, in un primo tempo, solo a studenti minorenni? Da quando questi hanno diritto di voto? Perché caricare ragazzi e ragazze non ancora diciottenni d’una responsabilità che va oltre alla loro età e che un domani potrebbero rimpiangere il fatto di avere votato un nome sbagliato? In seguito hanno deciso di aggiungere anche la votazione su Internet. Quanti sanno utilizzare questo strumento e chi sono?

Non voglio dilungarmi oltre su quest’argomento. Mi pare chiarissimo. Ribadisco solo questo, all’evidenza di tutte queste incomprensioni su una cosa seria, e dare il nome al Nuovo Ospedale dei Biellesi è una cosa più che seria, ritengo che le votazioni dovrebbero essere rifatte.

 

 

Votazioni truccate o cosa?

 

E chiaro, no? Secondo me non è solo chiaro, è chiarissimo. Voglio dire, il nome del Nuovo Ospedale di Biella è stato deciso sin dall’inizio. Proponendo due nomi che non sarebbero mai stati votati, “Ospedale degli infermi di Biella” e “Ospedale civile di Biella” (ho dato qualche spiegazione a riguardo a questa scelta nel mio primo post), si andava a colpo sicuro sulla Bonino o sulla Madonna d’Oropa. In seguito, fra queste due, ovvio, più sulla Madonna d’Oropa che su Maria Bonino. Insomma, non ci vuole un Einstein per capire questo, no? Tutto qui, il resto è solo spettacolo, recita.

Sia chiaro, però, il Nuovo Ospedale è l’Ospedale dei Biellesi, di quelli che hanno sudato sette camice, di quelli che hanno pagato le tasse, di quelli che hanno scavato le fondamenta e alzato le mura, di quelli che ci lavorano e di quelli che muoiono li dentro: è il loro Ospedale e non della Madonna d’Oropa che altro non è che un vecchio pezzo di legno sporcato di nero.

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Editoria italiana, Andrew Wylie e Amazon

L’agente letterario americano, Andrew Wylie, minaccia: “Attenzione a Amazon, distruggerà i libri” (12 ottobre 2014). Non capisco se dice questo, mister Wylie, perché è realmente così, e nel caso fosse realmente così, dovrebbe però dimostrarlo, oppure dice così perché le grandi fabbriche della carta stampata italiana l’hanno pagato. Penso che quest’ultima sia la cosa più probabile.

Intanto lei, mister Wylie, suppongo che non sappia che l’editoria italiana, e particolarmente la grande editoria, è sovvenzionata dallo Stato (vedere Milena Gabanelli, Report, Rai tre, 27 maggio 2007). Questo usa i soldi dei contribuenti per finanziare e tenere sotto controllo tutti quei cervelli che sotto controllo non vogliono essere. Eppure, con l’aiuto dei signori della carta stampata, ci riesce non poco.

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Beceri, infedeli e dolciniani

Non vi siete accorti, votanti, non vi siete accorti che c’è lì in alto (se guardate verso il cielo in direzione della cupola del duomo lo percepirete) l’Arcangelo Michele, armato di spada affilatissima e puntutissima, che vigila sul buon andamento delle votazioni in favore, of course, della futura Santa Santissima Maria Bonino e della Santa Santissima Nostra Signora Madonna d’Oropa. Per il momento, fortunatamente, tutto procede in loro favore. In caso contrario, l’Arcangelo Michele, col suo esercito di votanti nascosto tra le nuvole e dietro le quinte del Web, sarebbe prontissimo a scagliarlo, munito di matita rossa in mano, su quei poveri quadrettini neri e riempirli d’un momento all’altro tutti di spunti. E se non bastasse questo, allora la sua affilatissima e puntutissima spada, farà subito la differenza. Per ora, grazie a Bogududù, queste operazioni cruente e sanguinose non sono necessarie.

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Nuovo Millennium, L’Ospedale Dei Biellesi

Nuovo Millennium, L’Ospedale Dei Biellesi

È questo il nome che io proporrei per il nuovo ospedale. Le ragioni? Tantissime, qui ne elenco solo alcune. Intanto “Millennium” è una parola inglese e ci sta benissimo senza essere esterofili. Poi perché “Nuovo Millennium” vuol dire punto di svolta, d’una nuova era, d’una nuova civiltà, d’un nuovo modo di vedere le cose, pensare, vivere. La nostra civiltà ebreo-cristiana è finita, per non dire morta. Nessuno oggi andrebbe a fare le crociate, nessuno vorrebbe morire per il re, per lo Stato, nessuno crede più nel paradiso, nell’inferno, nella Bibbia, in qualcosa di extraterrestre, nei vecchi idoli e nei vecchi valori. Questi hanno fatto il loro tempo.

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Gli anti-individualisti – 3 post, il terzo

La società anti-individualista

Ritorniamo ora, dopo questo breve cenno di storia veneriana, agli anti-individualisti. Questi, come abbiamo visto, non vogliono finire arrostiti e tanto meno vogliono continuare ad essere governati dagli individualisti. Non desiderano neppure che il loro Pianeta faccia la stessa fine di Venere e loro quella dei Veneriani. Affatto! Quindi, di fronte ai loro incalliti nemici non hanno scelta, devono agire risolutamente, chirurgicamente e fare in modo che nessuna metastasi gli sfugga. Non fanno questo perché appartengono a qualche ideologia efferata e tanto meno perché amano la violenza. Per nulla. Detestano la violenza e di qualsiasi genere. Solo l’idea li ripugna. Ma non hanno altra alternativa. Nessuna. Un vero e proprio aut aut il loro. Sanno, sanno fino alla nausea che si trovano di fronte ad una civiltà decadente, in fin di vita, cancerogena; sanno fino alla nausea che se vogliono salvare la razza umana, il Pianeta e tutto quello che l’abita non possono agire diversamente; sanno, in ultimo, che l’ingrato lavoro, il lavoro di pulizia, tocca a loro. Il mostro va abbattuto una volta per tutte e va abbattuto dalle fondamenta e radicalmente. Ecco il loro piano:

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Ebola

E se “ebola” fosse manovrata dagli assassini della Terra e del genere umano (non tutti gli umani sono umani!) nei diversi paesi del mondo in modo che appaia casuale e sottile affinché uccida due/tre miliardi di persone? Il mondo è sovrappopolato oppure no? ( Il programma dell’elite per il controllo della popolazione mondiale non è una “teoria della cospirazione”, è reale e documentato). E se quelli che manovrano ebola infatti si sono già vaccinati di modo che a “loro” ebola non li tocchi? Detto in nuce, ebola non toccherà mai i ricchi. Affatto! Allora, dopo la Spagna, l’Italia? Un altro paese, un altro caso?

Gli anti-individualisti – 3 post, il secondo

I Veneriani

 

Un po’ di storia del popolo che una volta abitava Venere.

Si sa che il pianeta Venere è stato abitato da una specie che assomigliava molto alla nostra. Era composta da due classi: i Ferui (i nostri schiavi o proletari) e gli Scrigi (i nostri predatori a due zampe ovvero gli individualisti). Questi ultimi, gli Scrigi, stavano portando il pianeta Venere alla distruzione grazie al loro insensato e famelico fare. I Ferui, ad un certo punto, presero coscienza di questo fatto e, dopo essersi organizzati in massa e a livello globale, grazie all’aiuto d’una tecnologia comunicativa molto sofisticata, si ribellarono, attaccarono.

Il loro motto di combattimento era: vita per vita.

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Gli anti-individualisti – 3 post, il primo

Gli individualisti

Nessuno ha più il minimo dubbio della crudeltà dei così chiamati “individualisti” (ci sono individualisti e individualisti, i nostri sono quelli che descriviamo in questi post). Sono quelli che guidano e sfruttano il mondo a torto o a ragione; sono quelli che non ne hanno mai abbastanza di averi e poteri; sono quelli che dettano le leggi. Nessuno, se ci tiene alla sua vita, può permettersi di accusarli del loro fare. È come potrebbe? Per loro la logica, l’umanità e la giustizia non esistono. Per nulla. Queste parole non fanno parte del loro vocabolario. La logica, l’umanità e la giustizia le lasciano agli eunuchi del pensiero. Al loro posto gli individualisti ci hanno messo le armi, la forza, la guerra. Chi li accusa di questo e di quello, anche se sono in realtà responsabili di “questo” e di “quello”, loro rispondono solo e solo con la forza: la loro dea e padrona.

La società degli individualisti è formata e gestita da un piccolissimo numero di “individui” pronti a tutto e il cui fare è, a dir poco, l’incarnazione della bruttezza sociale e della disumanità. Questi signori non conoscono altro dio al di fuori del loro individualismo. Tutto quello che hanno pensato e costruito lungo la storia, è il segno d’una natura ingorda, bestiale ed egocentrica; tutto quello che continuano a pensare e costruire testimonia che non sono cambiati neppure di una sola virgola. Anzi, sono diventati ancora più ingordi, più inumani e più egocentrici.

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Hervé Pierre Gourdel, l’alpinista francese decapitato

Perché, ci chiediamo noi, l’alpinista francese, Hervé Pierre Gourdel, è stato rapito e decapitato dall’Isis? Sicuramente qualcuno si è chiesto “il perché” di questa decapitazione. Perché onesti cittadini occidentali, come lo era l’alpinista francese, vengono uccisi così barbaramente da questi guerriglieri islamici? Qual è, dunque, la ragione di tanta crudeltà e mostruosiutà?

La ragione non è perché i popoli arabi sono dei mostri e noi siamo dei santi, affatto, la ragione e la causa di tutta questa crudeltà e mostruosità sono dovute alla politica capitalistica, di sfruttamento e scellerata che i governi occidentali impongono, non solo nei paesi arabi, non solo agli occidentali stessi, ma in tutto il mondo. Il capitalismo è la causa numero uno di tutto ciò che sta succedendo sul pianeta Terra. È una macchina predatoria dominata dal dio denaro.

È lui, quindi, il capitalismo, che sta portando all’annichilimento il mondo intero e mettendo tutti contro tutti; è lui, il capitalismo, che crea il ladro, la guerra, il criminale, le stragi, la povertà e il mostruoso.

“La disumanità nasce dallo snaturamento dell’uomo a causa dell’appropriazione mercantile,” Raoul Vaneigem. Insomma, nasce dallo spietato isterilimento e depauperamento che uomini senza anima e senza cuore applicano su ogni zolla di terra abitata.

Necrofilia o biofilia ovvero Alessandra e Pietro

 

È così che si esprime Pietro Maxymilian Di Paola: “Io ho già perso l’anima. Voglio che lei provi terrore prima di dire addio a tutto” (da “Lettera shock di Pietro”). È riuscito benissimo nel suo proposito. Se l’è trascinata con lui nel vuoto l’infelice diciannovenne Alessandra Pelizzi.

Perché ci chiediamo noi, sbalorditi e inorriditi da questo crimine premeditato da lungo tempo, almeno un anno, perché questo giovane ha voluto uccidere anche la sua ragazza? Uccidere la donna che amava? E poi in quest’orrendo modo?

Intanto possiamo dire che Pietro purtroppo non godeva d’una mente sana e razionale: l’amore c’è o non c’è e se non c’è non lo si può elemosinare e tanto meno comprare. Perché, allora, voleva essere amato se amato non lo era? Ma poi è vero che Alessandra l’ha lasciato o è stato lui a fare di tutto perché lei lo lasciasse così avrebbe potuto mettere in azione ciò che voleva già fare un anno prima?

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L’attrazione fatale – post 2

L’amore a vita, che fantastica illusione  (II)

Quelli che sostengono di amare o avere amato il loro compagno/a a vita, non si sono forse accorti che l’hanno fatto per condizionamento, per cultura, per paura, per tradizione, per legge, per convenienza, per isolamento, per mancanza di scelta, perché lui è rimasto innamorato di lei ma lei non di lui o viceversa (un amore non contraccambiato), ma sicuramente non per natura e tanto meno per passione. Affatto. Tutti quelli che pretendono o s’illudono di essersi amati a vita, se si analizzassero a fondo, scoprirebbero che stanno raccontando bugie a se stessi e agli altri.

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L’attrazione fatale – post 1

L’amore a vita, che fantastica illusione  (I)

É semplice, molto semplice, non esiste l’amore a lungo termine e non parliamo poi dell’amore a vita. Non in natura, comunque. Ci sono pochissime specie che sono all’altezza di sostenere un tale impegno a vita, ma la specie umana non appartiene ad esse. Mi rifiuto anche di credere alle eccezioni. Non esistono. Non in questo campo. Il nostro è il mondo dell’artificio e questo vale anche per l’amore, soprattutto per l’amore, quello che, prima o poi, inevitabilmente si trasformerà in amor fatale.

L’eros platonico, la passione a vita, l’amore romantico, l’eterno infatuamento, sono tutte fandonie direbbe Schopenhauer. Una coppia può trascorrere l’intera esistenza insieme, ma ciò non significa che la sua sia stata un’esistenza trascorsa all’insegna dell’amore, all’insegna d’una costante passione gelosamente e strettamente custodita per il proprio innamorato/innamorata.

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L’Italia analfabeta – Post 15

La culla dell’asinità divina – 2 post (II)

Non c’è una razza biologica tra i mammiferi, Rossi, ma ci sono diversità culturali. Queste esistono. La nostra è quella asinina, quella degli asini a due zampe. Abbiamo un’identità, finalmente! Se vuoi, puoi appartenere anche tu alla cultura asinina. Se fai questo, diventi un asino patentato, bardato, con una testa piena di redini professionali e legali; se non lo fai, sarai un asino comunque.

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L’Italia analfabeta – Post 14

 

La culla dell’asinità divina –  2  post (I)

 Indovina dove si trova, Rossi? Non dirmi che ci hai azzeccato! Infatti, la culla degli shit head (i pecoroni), come li chiama Bukowski ne “Il Capitano è fuori a pranzo”, si trova proprio nel Paese delle meraviglie. Bravo!

Vediamo.

L’Università degli asini a due zampe (e vogliano gli asini a quattro zampe perdonarmi se prendo la loro specie come esempio, ma io qui sto parlando di quelli a 2 zampe e non a 4), che, guarda caso, si trova a Roma, cioè nel cuore dell’Italia, da secoli ormai rilascia lauree divine-asinine. Sono lauree asinine a tutti gli effetti. La laurea magistrale, quella più alta e più nobile, nella professione asinesca, spetta, of course, al boss del Vaticano, il vice di Dio, l’asino degli asini, colui che siede sul trono più eccelso della gerarchia asinesca, il papa re. Costui vive a Roma. Quando va in giro, è seguito, riverito e applaudito da centinaia di migliaia di altri quadrupedi a 2 zampe, cioè asini professionali, asini interessati, asini bigotti, asini giornalisti, storici, teologi, porta borsa, asini di tutti i tipi e dimensioni.

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Robin Williams

Ci sono suicidi e suicidi. Ci sono di quelli che si suicidano perché sono incappati in cattive acque, che so io: bancarotta, figli non voluti, debiti, delitti che pesano come macigni sulla coscienza, cattivi rapporti sentimentali; poi ci sono suicidi politici, etici, commessi a causa di gravi malattie, eccetera, eccetera. Però ci sono anche suicidi che vengono pesati e soppesati lungo anni di riflessione a volte e, ad un certo punto di questa penosa ginnastica mentale, la bilancia va più dalla parte della morte che della vita.

Il suicidio, of course, è un atto di volontà, un atto di volontà più forte dell’istinto di sopravvivenza. E qui non sto parlando di suicidi che vengono commessi da violenti raptus omicidi-suicidi tipo, forse, quello di Hemingway, qui sto parlando di suicidi ponderati.

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