Per una filosofia perenne (7): La dialettica dell’amore 2

La grammatica degli innamorati

La fenomenologia dell’amore è complessa, intricata, piena di cause, effetti e ragioni nascoste. È una ragnatela, una trappola mortale se non si è preparati a questo delizioso paradiso o inferno a due. Quando un uomo e una donna s’innamorano, si sa, è tutto facile. Ma le cose non restano sempre così. Le insidie nascoste appariranno presto. È inevitabile. Ad esempio, quando uno dei due si disinnamora, ci sono un’infinità di motivi per questa caduta. C’è la società coi suoi “devi”, la cultura con la sua “grammatica”; la famiglia con le sue “esigenze”, ci sono i “costumi”, l’ambizione e suoi “scopi”; il modo in cui viene arredata e tenuta la casa; ci sono i protagonisti “lui-lei” e le loro eccentricità, idiosincrasie, c’è il lavoro che svolgono, il tempo che hanno a disposizione; le corvè casalinghe, ci sono il carattere, la passione; c’è il sesso; lui lo vuole crudo, lei cotto; c’è la routine, la sensibilità, l’educazione, le affinità elettive e abortive; c’è l’infedeltà, gli appetiti; ci sono i limiti biologici, la noia, la ripetizione, i limiti umani, l’estraneità, l’incomunicabilità; ci sono impegni da rispettare, c’è l’esistenzialità, la visione della vita, la filosofia volgare o raffinata dell’uno e dell’altro, e poi l’attimo fuggente: quel guizzo negli occhi che non si è capito; quel “colpo” ricevuto senza che l’altro se ne sia accorto, c’è quella ferita che non si cicatrizza, c’è il tempo e il suo impiego; c’è l’orologio biologico: il tic tac vitale o mortuario che sia; c’è il cucinare, il mangiare, il masticare, l’apprezzamento del cibo condiviso; c’è lo stile di vivere dell’uno e dell’altra; c’è il luogo dove si vive (il clima, il paesaggio, l’inquinamento); ci sono l’economia, la classe sociale, l’attività lavorativa; ci sono gli hobby; la capacità di dare e di ricevere; c’è la salute; c’è la dipendenza palese o nascosta: lui o lei si sente economicamente, psicologicamente, culturalmente, sentimentalmente, fisicamente, socialmente dipendente dal compagno, dalla compagna; c’è il senso e il nonsenso della vita; c’è da vedere quanto c’è di psicopatico palese o nascosto in lui/lei; quanto c’è d’irrazionale, di sadico, di masochistico, di sadomaso, in lui/lei; quanto c’è, conscia o inconscia, la voglia di dominare l’altro; chi vuole dominare chi; bisogna vedere quanto c’è di fanatico, bigotto in lui/lei; quanto c’è di razionale, morale, etico, umano, democratico in lui/lei; c’è la loro credenza; c’è la morte, ci sono i figli e la loro educazione; c’è la gelosia, ci sono gli amanti; ci sono i feromoni, gli odori biologici: feci, sperma, pelle, alito, sudorazione, c’è il peto che scappa al momento sbagliato, e una volta, e due volte; c’è l’igienicità: a lei piace sporco, a lui pulito; poi ci sono gli odori artificiali: profumi, detergenti, creme; c’è la pulizia, se uno è un sudicio barbone o un amante del pulito; c’è la voce, le vibrazioni sonore, il vestirsi, l’erotismo; il corpo che è quello che è, c’è la creatività, c’è il sorriso; ci sono i suoceri, i cognati, i cugini, gli amici, le conoscenze, c’è, c’è, c’è. Non c’è, quindi, un fattore solo per colpevolizzare chi si disinnamora del compagno, della compagna, ma un esercito. Capire quale sia stato o quali siano state le cause della rottura non è sempre facile. L’amore, questa misteriosa alchimia della passione, è un atto libero, spontaneo, fuori dal nostro controllo. Il disinnamoramento, quindi, va capito, non condannato.

 

L’amore che cambia

Bisogna abbandonare il vecchio modello: matrimonio-figli e poi routine sbadigli e frustrazioni a non finire. Bisogna che la coppia si adatti ad una nuova visione della vita e dell’amore. Non è più il tempo del nonno e della nonna e forse neanche quello di mamma e papà. La vita oggi la viviamo al galoppo, diversamente da come la vivevano i nostri avi, vecchi, cari. La viviamo più intensamente, più pienamente, più libertariamente, cinicamente, spericolatamente. Bisogna adattarsi ai tempi e i tempi, oggi, richiedono una nuova visione, perché la vita richiede sempre più vita dalla vita. Vogliamo più svaghi, più verità, meno ipocrisia, più amore sentito, vero, più viaggi, più esperienze, più conoscenza, più sincerità, più tutto. Vogliamo vivere una vita intensa, fare d’un secondo un’eternità e vivere l’eternità in un secondo. Viviamo in un periodo di grandi rivoluzioni interiori, psicologiche, sociali, di grandi cambiamenti. La nostra epoca vive all’insegna d’una rivoluzione continua. Bisogna sapersi adeguare, aggiustare, bisogna capire. Sintonizzarsi col singolo e con l’universale. Ci vuole una visione più ampia della vita, una visione mondiale, solare, galattica, cosmica, filosofica. Quelli coi paraocchi fanno fatica a tirare avanti, a restare in piedi. La teoria darwiniana ci insegue. Solo quelli che sapranno adattarsi sopravviveranno, gli altri saranno spazzati via. Cercare di realizzare vecchi modelli è pericoloso. Vuol dire che si sta andando all’indietro, che si è retrogradi. L’amore si presenta in tutte le forme e in tutte le lingue. Sempre carico di nuove pretese, esigenze. L’amore parla il linguaggio naturale e culturale. È sempre ingordo e l’istinto di procreazione non è sempre il suo fine. L’amore bisogna viverlo come viene. L’amore non conosce età. Un amore che mette regole, modelli, tabù non è amore. L’amore vuole essere libero. Vuole aria, aria, aria! L’amore è l’essenza della libertà. Le nostre istituzioni matrimoniali hanno massacrato miliardi e miliardi di coppie, di famiglie, di esseri umani. Hanno creato una società di frustrati, di depressi, di nullità umane. Occorre tenersi alla larga da cotesta barbarie. Bisogna saper vivere un amore a spizzico se viene a spizzico; a grandi porzioni se viene a grandi porzioni; ad un’unica tranche se così si presenta e così lo si vuole, per tutta la vita se è un amore fatto per durare tutta la vita. Non ci sono modelli. Ogni amore è un modello. È unico. Siamo unici. Fare dei figli col vecchio modello è pericoloso. Bisogna farli pensando che mamma o papà, l’uno o l’altro può tagliare la corda, andarsene via e lasciare il compagno, la compagna col figlio, i figli. Se tu cerchi il modello tradizionale, lettore, la tua chance di trovarlo si rimpicciolisce. Di più. Vuol dire che sei vecchio anche se sei giovane, che non ti rinnovi, perché il modello tradizionale, anche se per alcuni può essere ancora il “modello”, certamente non lo è per la maggioranza. Il modello di mamma e papà non esiste quasi più e se esiste è dinosauresco, è morto e stramorto. Il vero amore respira l’aria che lo crea: la libertà. No modelli, dunque. Ognuno sia vero al suo modello di amore. Non c’è che questo. Un amore tra un mandriano sporco di merda delle sue bestie e una dottoressa raffinata? Perché no? Tra uno di colore e una bianca? Perché no? Tra una viziosa anziana e un giovanotto? Perché no? L’amore è libertà di vivere e di agire; l’amore è l’alito della vita. È la cosa più intima e più bella che abbiamo, ma solo quando lo si vive liberamente, quando è un gioco e non un’imposizione. Solo la coppia che sa cogliere queste sfumature dell’esistenza vivrà un amore pieno, felice, totale.

 

È possibile un ménage à trois?

Non solo à trois, ma a quattro, a cinque, a dieci. Una donna che vuol vivere e ci riesce a vivere con dieci, venti uomini, perché non dovrebbe farlo? Un uomo che vuole fare altrettanto, vivere con dieci, venti donne, perché non dovrebbe permetterselo? Davide, il beniamino di Javhé, aveva un harem di 700 mogli e 300 concubine. Perché a lui tutto questo bene di Bogududù e a noi no? E poi chi dovrebbe dire a “noi”, figli della libertà, come vivere? Chi? Chi? Chi? La vecchia putrescente società, il vecchio schifo, la vecchia impostura del mettere persone insieme? Si tengano alla larga dalla nostra vita, costoro! Sì, il ménage à trois è possibile. Ménage à trois vuol dire, se i personaggi sono saggi e maturi, trasformare in energia il terzo arrivato. Quando in una coppia entra una terza persona, ci dev’essere una ragione, anche più di una: impotenza, noia, mancanza di vitalità, di idee nuove, blocco psicologico, infermità, ecc. Questo è ovvio. Non c’è posto per un terzo in una coppia contenta, salda, felice. Se la coppia traballante è ragionevole, può fare della nuova persona una fonte di energia. Se invece non lo è, allora è la fine della coppia. Intanto c’è da dire che la nuova persona è troppo forte nella vita di lui, di lei. La curiosità è enorme. La si vuol conoscere, farsela amica, conquistare. Il nuovo arrivato, la nuova arrivata accende il cuore della coppia traballante, ridà vita, riaccende la curiosità, è comunque una forza dominante, dirompente, vincente. Nella vecchia coppia bazzicano la routine, il tedio, i rimproveri, il freddo, i limiti stessi della condizione umana. Se lui, ad esempio, è saggio, allora può cercare di alleviare i colpi, i danni. Come? Cercando di accettare la nuova sistemazione, ma allo stesso tempo rimanendo protettivo nei confronti della sua compagna, prendendosi cura senza farsi notare, senza essere invasivo. Farsi amico con il nuovo arrivato, cercando di costruire un ménage à trois. Se ci riesce, è una vittoria e non una sconfitta per la vecchia coppia e per il nuovo arrivato. Infatti si conquistano nuovi spazi di vita, più libertà di azione, più amore sano, disinteressato. Il piccolo nucleo trova una nuova spinta, nuovi stimoli, un arricchimento esistenziale. Il nuovo arrivato porta nuova energia, nuovi rapporti e la vita della vecchia coppia, infine, si può ringiovanire. Diversamente è la sconfitta e anni e anni di buoni rapporti si trasformeranno in un fallimento totale. Insomma, questo nuovo aggiustamento è un aggiustamento positivo, sempre, ovviamente, se il nuovo arrivato si dimostra anche lui ragionevole, ambizioso, desideroso e volenteroso di voler costruire un bel rapporto di amicizia e di amore à trois.

 

L’incesto è tollerabile?

E se due fratelli volessero assaggiarsi, toccarsi, baciarsi, fare all’amore? Glielo impediremmo noi? Affatto! Anzi, gli diremmo: fatelo pure con la benedizione di Bogududù! E se padre e figlia, madre e figlio, di comune accordo e con tutta la consapevolezza di ciò che stanno per fare, in una bella notte d’estate e sotto un cielo stellato o in un pomeriggio d’inverno in uno chalet di montagna confortevole e caldo, volessero fare all’amore, glielo impediremmo noi? Su, dai! L’amore ha mille e un milione di aspetti e tutti sacrosanti. Ci sono stati tempi nella storia quando l’incesto era la regola. In natura non ci sono tabù, questi sono invenzioni umane. Quando un’idea, un sentimento, un desiderio sono condivisi, che gioia, che felicità, che totalità!

Di più. L’amore non è amare solo i pregi della persona amata. Così non la si ama affatto. L’amore, il vero amore, quello totale, esige che si amino anche i difetti dell’innamorato. L’amore lo si conquista non in una sola volta, ma tutti i giorni e per tutta la vita. L’amore è intesa, complicità, cultura, poesia, filosofia, la crema della cultura. L’amore non è sesso; il sesso non è amore. L’amore narcisistico è infantile; l’amore altruistico è umano; l’amore disinteressato e sentito è sublime.

 

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