Terza riflessione sull’Airbus e sull’orgasmo, non dell’amore, ma del terrore

E così, adesso, sono venuti alla luce i responsabili. Che scoperta, e soprattutto che consolazione!

Gentlemen, diciamocelo tutto in una volta, nulla, ma proprio nulla di nulla ci sorprende più, tutto è diventato chiaro, cristallo chiaro, e più diventa cristallo chiaro, più gli inganni e i soprusi vengono a galla, e più tutto ci lascia senza parola. Insomma, ormai nessuno si prende più la responsbilità di quel che fa, ormai tutto ci sfugge, tutto è anche possibile, anche l’impossibile!

Ci troviamo su un vascello pazzo e senza timoniere, senza ideali, senza ragione, senza rotta, senza testa. Le sue uniche preoccupazioni sono lo sfruttamento della ciurma. Da qui la ladroneria legalizzata, l’imbroglio elevato alle stelle, la vuotaggine ragionata, la miseria della massa, lo sfarzo dei pochi, l’esaltazione dell’egoismo, l’adorazione dei vudù sparsi per il pianeta e l’elevazione e la sublimazione del proprio culo.

No, no, no, niente di niente si tiene più insieme sul vascello pazzo e senza timoniere, tutto si sta sfasciando, sfilacciando, rompendo, distruggendo e i responsabili di tutto questo sfacelo urlano ancora e ancora: “Più sfacelo, più sfacelo, più sfacelo!”, mentre il vascello galoppa a rotta di collo verso l’abisso.

Incontro dei boss sul luogo della sciagura, foreste di telecamere, centinaia di microfoni e lo show inizia. E si parla e si dice e si fa e di cosa si parla e di cosa si dice e di cosa si fa nessuno realmente lo sa.

Si raccolgono i resti, si raccolgono i pezzettini, i brandelli, i frammenti, le schegge, i corpi, tutto della vecchia carcassa e del suo equipaggio si cerca di recuperare. Lo spettacolo continua, i protagonisti di questo mostruoso evento tengono discorsi, conferenze, speculano su questo e su quello, parlano di tutto eccetto che dei veri colpevoli. E comunque, questi, anche quando li si trova, quando si crede di averli in pugno, si scopre che sono degli intoccabili!

Perché, ci chiediamo noi, perché, invece di tutto questo traffico, non erigere solo una lapide lì dove c’è stato l’impatto, la morte, la fine del terrore; lì dove le anime spavantate a morte hanno trovato la pace, il silenzio, l’eterno silenzio; lì dove la pazzia e la mala gestione si sono realizzate, proprio lì, in quel punto, innalzare una lapide con tutti i nomi delle vittime come eterna testimonianza del miliardesimo fallimento umano?

Come non detto. Comunque, il mio primo e ultimo pensiero va a voi, fratelli, a voi senza colpa, a voi innocenti, a voi anime spezzate, lembi di carne sparsi sulle alte vette, a tutti voi, vittime d’una tragedia infame che, ahimé!, non è la prima e non sarà neppure l’ultima, a voi tutti un abbraccio, non l’abbraccio della morte, ma un abbraccio pieno di furore e d’amore.

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