Un amore tragico

 “Non aspettare neppure un istante, se puoi, per carpire ciò che desideri”, mi disse Nino quella volta con gli occhi pieni di lacrime, “perché ogni istante potrebbe essere l’ultimo.”

Eravamo seduti sulla terrazza d’un caffè. Le tazzine vuote.

“Se ne andò vergine, se ne andò vergine!, capisci?”

Io lo guardavo, non parlavo, non sapevo cosa dire.

“Quante volte, quante volte l’ho desiderata, sono stato sul punto di …”

Aveva un brutto aspetto. Faceva pena.

“Questa storia mi sta uccidendo.”

Tra una frase e l’altra faceva una pausa. La sua testa, e si vedeva, era piena di pensieri, pensieri lugubri e contrastanti.

“Non riesco a decidermi. Maledizione!”

Silenzio.

“Finita così? No, no, no, non ci credo ancora. Io? Io vivere senza Nina? Vivere con questo ricordo? E come faccio? Mai!”

Cosa avrei potuto dirgli?

Non ce la faccio più a raccontarti questa storia, finì per dire alzandosi, un’altra volta, forse. Me ne vado,” e se ne andò, lasciandomi solo lì dove mi aveva incontrato.

Te la racconterò io, Rossi, la storia di Nino e Nina. Erano fidanzati. Si amavano alla follia. Due corpi un solo cuore, un solo amore, una sola ambizione: vivere la loro passione, costruire la loro felicità.

Nina voleva darsi a lui la notte del loro matrimonio, non prima. Era un suo desiderio. Nino non insistette. Poteva aspettare. E poi ogni desiderio dell’amata era un ordine per lui.

Arrivò il giorno del matrimonio e con esso anche il cinismo che a volte avvolge e oscura la vita. Mentre il padre di Nina l’accompagnava al municipio, dove avevano deciso di sposarsi, un’Alfa uscì di strada e andò a schiantarsi contro Nina uccidendola.

La Signora delle tenebre ha stroncato tutto e nel peggiore dei modi.

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