Il big bang c’è stato?

Noi sosteniamo, Rossi, che il big bang c’è stato. Può anche darsi che non ci sia stato, come sostengono il filosofo Karl Popper e alcuni scienziati e pensatori.

Il discorso di Popper poggia sul principio di falsificabilità; cioè non di verificare, ma di dimostrare che qualcosa sia falso. Secondo lui il big bang non può essere falsificato, quindi è falso, un big bluff.

Ora, per falsificare qualcosa, bisogna fare degli esperimenti, delle prove, dei controlli, dimostrare dove non funziona. Chi, allora, se le cose stessero così, potrebbe mai confermare di aver visto il big bang? Nessuno, perché nessuno avrebbe potuto essere presente al momento del big bang e confermarne la sua realtà o falsificabilità. L’argomento del filosofo, almeno fin qui, fila.

C’è da dire, però, che Popper rifiuta il discorso deduttivo. Nonostante l’Universo nuoti in un mare di radiazione e che questa venga interpretata come un residuo dell’energia emanata dal big bang, nonostante ciò, per Popper, sia la radiazione di fondo che il red shift, non confermano nulla.

Con il red shift – spostamento verso il rosso – s’intende che più le galassie si allontanano l’una dall’altra, più la luce diviene rossa. Detto in parole povere, la luce rossa ha una lunghezza d’onda superiore a quella blu: quando le galassie sono vicine, il colore della luce verte verso il blu, però, allontanandosi, la luce diventa più rossa. Ebbene, Popper rifiuta questa evidenza scientifica.

Il problema di Popper è che, rifiutando in blocco il discorso logico deduttivo, rifiuta anche un ottimo utensile del pensiero. Un’azione si compie, il più delle volte, per non dire tutte, a causa di un’infinità di ragioni. Ad esempio, il cancro, prima che si manifesti nelle cellule, prima che sia diagnosticato, è preceduto da una miriade di cause ed effetti, però nessuno sa ancora quale sia la causa ultima che ne provoca la presenza. Dire che il cancro è un big bluff perché non può essere falsificato (come si fa a falsificare la causa che c’è, ma non si conosce?), perché nessuno sa esattamente che cosa di preciso l’abbia causato, è puro nonsense e, quindi, anche il discorso di Popper.

È vero, una deduzione può risultare erronea. Ad esempio, tu ti aspetti, Rossi, che tua moglie, dato che l’ha fatto per vent’anni, ti porti a letto il solito caffélatte la domenica mattina; ma, ecco, quella  particolare domenica mattina, la dolce dolcissima mogliettina, è vero che ti porterà a letto ancora il caffélatte, però, guarda caso, a differenza dalle altre domeniche mattina, questa volta ci ha messo dentro dell’arsenico! In questo caso, ovviamente, il discorso logico deduttivo non funziona.

Insomma, comunque sia, noi deduciamo e sosteniamo che il big bang c’è stato: la radiazione di fondo e l’allontanamento delle galassie, tra l’altro, lo confermano.

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