Questo è un argomento che nasconde aspetti scivolosi e profondi. I soggetti, le coppie, hanno avuto il tempo, prima d’iniziare a litigare, di conoscersi a fondo e dirsi anche, nei momenti più teneri, “ti amo!”. Si sono creati, via via, sentimenti profondi, addirittura di dichiararsi “amore a vita”. Tutto questo ha suscitato un senso di appartenenza, di sicurezza amorosa e di possessione fra di loro. Poi, strada facendo, scoprendosi ancora e ancora più a fondo, i sentimenti, per una ragione o per un’altra, cambiano: dall’amore si passa alle dispute, a qualche gesto violento e infine a uccidersi a vicenda ( non è così con tutte le coppie, fortunatamente! ). Ma come si è arrivati a questo? Si è arrivati a questo grazie alla conoscenza di l’un l’altro. Questa cognizione reciproca non si ferma qui. Mette anche in evidenza i viaggi che non si faranno più insieme, i figli che non verranno più al mondo, i sogni spezzati, insomma tutto è andato in rovina in questa coppia.
A questo punto della ragnatela sentimentale, le cose intime e delicate si trasformano in rabbia, in frustrazione, in delusione, in vedere tutto nero. Questo fiasco passionale, culturale, psicologico, filosofico, fiasco che nessuno delle due ci era mai arrivato prima, ha un responsabile? Sì, ce l’ha. E chi è? L’istinto e l’inconscio e tutta quella falsa cultura che da millenni ci mettiamo in testa erroneamente. E allora? E allora le due creature chiamate “umane”, sono ritornate bestie, e cioè sono ritornate ad essere quello che erano prima di diventare umane. Quando le persone si conoscono a fondo, al punto di amarsi a vita o di scannarsi a vicenda, sono arrivati anche a questo pericoloso livello di conoscenza: la conoscenza della loro reale bestialità.