Film Archive

Interstellar: un vero e proprio capolavoro di nonsenso stellare

  L’ammetto, non capisco un accidente di buchi neri e di buchi bianchi, di wormholes e di spazio a cinque e undici dimensioni, di viaggi spaziali e di navicelle interstellari, di gravità e di relatività, di materia oscura e di energia oscura, di particelle wimps e di bosoni, di materia fantasma e di materia reale,

Addio Robin Williams!

Proprio così? Non c’era un altro modo? Fatti tuoi. Il tuo suicidio ti appartiene, è tuo come è tua la tua vita, però io mi chiedo, e non posso fare a meno di non chiedermelo, chi, chi ti ha indotto a quest’atto così disperato e assurdo? Quali sono state le cause? I tuoi film, “L’attimo

La mente malata di Peter Jackson

Ormai non c’è più nulla di sano su tutto il Pianeta e questo vale anche per l’ultimo capolavoro del grottesco di Peter Jackson, “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato”. Nulla da dire, una mente malata e nulla più. Il guaio è che ha contagiato anche la mia. Anch’io, per il solo fatto che sono andato

È morto Peter O’Toole ed è morto male

Perché? Perché desiderava l’Oscar che si sarebbe meritato. Anzi, non uno ma otto. Vediamo: tra Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto” e Grazia Deledda “Canne al vento”, a chi dei due dare il Nobel? Vediamo: tra Peter O’Toole “Lawrence d’Arabia” e “La vita è bella” di Roberto Benigni, a chi dei due dare l’Oscar?

Hollywood ha il pregio di essere oggi ciò che nel Medioevo era la Chiesa

Sta inquinando il mondo e la mente di tutti noi con i suoi diabolici film (non ho bisogno di dare dei titoli, li conoscete) e serial (idem), uno più rimpinzito dell’altro di stregonerie, di maghi, di fenomeni soprannaturali, di extra-religiosità, di poteri sovraumani, di effetti stravaganti, di ogni immaginabile e inimmaginabile invenzione volgare squallida superficiale

Il regista e attore Roberto Benigni e gli Ebrei dei Lager

Andiamo subito al nocciolo per cercare di rispondere a tutti quelli che hanno visto il film di Roberto Benigni “La vita è bella” e l’hanno tanto amato, tanto osannato. Cerchiamo di immaginarci queste famiglie ebree mentre sono a casa, mentre stanno accudendo alle loro cose, mentre sono tranquille e non tranquille nella loro routine quotidiana

La vita è bella di Roberto Benigni

Siamo all’inizio della seconda guerra mondiale, lettore. Siamo anche alla fine di settembre 2004. Serata un po’ fredda. Mia moglie ed io decidiamo di guardare in televisione La vita è bella. Non l’avevamo ancora visto. Era ora di vederlo, dopo tutto è stato un film da Oscar. Inizio hollywoodiano: l’ebreo Guido coi piedi fuori dal

Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato

Che film! Peter Jackson, il regista di questo colossale fantastico, questa volta (dico questa volta, perché nel Signore degli Anelli ci aveva risparmiato tante mostruosità, e poi lì c’era la poesia, l’umanità, diciamo un’arte cinematografica sempre al limite dell’inaccettabile, questo sì, ma comunque tollerabile), questa volta invece non ci ha risparmiato nulla della sua fertile

“To Rome with love” ovvero come Woody Allen vede gli italiani

E li vede male. In realtà non li vede affatto. La sua è una licenza poetica e i poeti, come si sa, possono dire tutto, anche le cose più assurde. Io vado raramente al cinema, ma questa volta l’ho fatto e l’ho fatto dopo aver letto l’articolo di Carla Corsetti pubblicato su facebook sul film

Il gioco sporco del potere

Gli ispettori alla Colombo, i Montalbano, i Coliandro, le squadre anticrimine, i film polizieschi “Polizia”, “Carabinieri”, alla don Matteo e via di seguito, sono tutti, nessuno escluso, al servizio del potere. Come si dice, fanno il gioco sporco, il gioco del crimine legalizzato, il gioco d’un potere cieco, debole, picchiatore, squallido. La loro arte, l’arte

La vita è bella

Siamo all’inizio della seconda guerra mondiale, lettore. Siamo anche alla fine di settembre 2004. Serata un po’ fredda. Mia moglie ed io decidiamo di guardare in televisione La vita è bella. Non l’avevamo ancora visto. Era ora di vederlo, dopo tutto è stato un film da Oscar. Inizio hollywoodiano: l’ebreo Guido coi piedi fuori dal