Fides et ratio ovvero Lettera enciclica circa i rapporti tra fede e ragione, di papa Karol Wojtyla – parte quarta

Per quello che concerne, invece, la filosofia moderna, non per come la intende il vescovo di Roma, Papa Wojtyla, ma per come la intendono i filosofi-filosofi, ecco cosa scrive Georges Minois ne “La Storia dell’ateismo” citando Merleau-Ponty: “È sorprendente che oggi non si affrontino più le prove dell’esistenza di Dio, come facevano san Tommaso, sant’Anselmo o Descartes. Le prove restano solitamente sottintese e ci si limita a rifiutare la negazione di Dio o cercando nelle filosofie nuove qualche pertugio attraverso il quale possa ricomparire il concetto comunque presupposto di Essere necessario, o al contrario, se il concetto è messo in discussione da queste filosofie, etichettandole su due piedi come ateismo…”, Storia dell’ateismo, p. 561.

“Questa riflessione di Maurice Merleau-Ponty, continua Minois, ben descrive l’atteggiamento degli intellettuali dell’ultimo mezzo secolo. Dio non è più il problema centrale. Il problema passa in secondo piano e nessuno si affanna a riproporre la dimostrazione. Dio, o lo si ammette, o non lo si ammette. E va detto con chiarezza che, in genere, i filosofi contemporanei non l’ammettono. Ma senza farne chissà quale questione. Come se la cosa fosse ovvia. Sta proprio in ciò l’originalità attuale: la filosofia fa corpo con l’ateismo, un ateismo passato “dalla negazione radicale all’indifferenza assoluta”. Lungi dall’essere la posizione di qualche eccentrico libertino, come nel XVII secolo, l’ateismo è la posizione comune, immediata, quasi scontata”, p. 561.

Detto in nuce, per i filosofi oggi Dio è morto, Gesù non è mai esistito, i santi sono fiction e la Chiesa è un’istituzione capitalistica e nulla più. La religione da Marx in poi è l’oppio del popolo, il popolo che, grazie alla Chiesa, lo si abusa e lo si sfrutta. Altra funzione la religione cristiana non ne ha. Non è così, però, che la vede Giovanni Paolo II.

Vedere  L’Indifferenza divina

Nel prossimo post, parte quinta

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