Il più bel sogno della mia vita

Mi sono svegliato questa mattina, primo maggio 2012, di malumore. Nulla mi consolava, nulla m’invitava a sorridere, nulla m’incitava a continuare a vivere. Ho pensato ch’era giunta l’ora, l’ora di farla finita. Come? Il tritolo, una bella carica di tritolo avrebbe risolto il mio caso. Certo, avrei sporcato un po’. Pazienza. L’idea mi è piaciuta. Un bel salto, un bel boom ed è tutto finito. Non più mattinate di black spleen, non più dover andare al cesso, non più dover bere il solito caffè! Libero finalmente di tutte queste schiavitù naturali. Stavo per telefonare a qualcuno per rifornirmi del materiale necessario, quando ho sentito suonare il campanello. Un vecchio amico.

Cosa vuoi?

Parlarti.

Il discorso è andato per le lunghe e passarono in fretta alcune ore. Mia moglie nel frattempo aveva preparato da mangiare e all’amico non gli è dispiaciuto onorare il nostro desco. Mangiammo. Bevemmo. Parlammo ancora. Poi l’amico se ne andò e io, in quel momento e dopo quella inaspettata chiacchierata, non volevo più ammazzarmi.

Era ora del mio sonnellino pomeridiano. Mi sono messo a letto. Quel bicchierotto di vino che ho bevuto a pranzo mi ha chiuso subito gli occhi. Ho fatto anche un sogno. Ho sognato una grande città. All’inizio non sembrava lei, ma poi era proprio lei, Roma. Nel suo centro c’era una grande fossa, una fossa quadrata di 100 metri di profondità per 100 metri di larghezza, c’era scritto su un’insegna. I muri ai lati erano costruiti in cemento armato e la copriva una grande griglia di ferro. Era immensa e impressionate.

Mentre lo stupore iniziava a crescere in me di fronte a questo paradossale buco nel bel mezzo della Capitale, ho visto arrivare gente da tutte le parti con le brache abbassate e le sottane alzate, posizionarsi sull’enorme griglia e mettersi a sputare, a cagare e a pisciare nella fossa. Mi sono avvicinato e ho guardato dentro. C’era gente li sotto. Sembrava piantata nella merda. Si muoveva appena. Ma cosa stavano facendo i romani, cagavano, pisciavano e sputavano sulla testa di quei poveretti lì sotto?

Infatti, mi ha spiegato uno che si era avvicinato a me. C’era stata qualche tempo prima una piccola rivoluzione e il popolo e l’esercito si erano sollevati contro i politici, i governanti del Paese. Nel giro di qualche settimana li avevano arrestati tutti. Tra una discusione e l’altra, il popolo aveva deciso unanimemente di scavare quella fossa e di mettere tutto quello schifo politico lì dentro. L’unica fine degna d’una tale feccia, aveva sentenziato. E così era stato fatto. Avrei potuto sputarci, pisciarci e cagarci anch’io se l’avessi voluto. Non mi sono privato di questa soddisfazione.

Poi, mentre cagavo, pisciavo e sputavo sulla testa di quel ribrezzo sottostante, sono scoppiato a ridere ridere ridere e ho riso così tanto e così di gusto che mi sono svegliato.

Non ci crederesti, lettore, ma dopo questo fantastico sogno, non ho più voglia di suicidarmi e non lo farò. Ciappalà!

 

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