La morte della politica (5)

Come Nietzsche ha annunciato “la morte di Dio”, io annuncio “la morte della politica”. È un aut aut: o lei o noi. Il genere umano, se vuole sopravvivere, non ha scelta in questo affare: o s’inventerà qualcos’altro per gestire la sua vita sociale o sarà la sua fine. Qui 2 + 2 fa 4!

La politica è fondamentalmente un’organizzazione di truffatori internazionali. Non si esprime dappettutto e in ogni paese allo stesso modo. È relativa, varia da paese a paese. In alcuni paesi è soft, in altri è dura e in altri ancora è devastante.

Il mestiere del politico è un mestiere criminale. Costui custodisce un bene che non gli appartiene, un bene non suo, un bene che non ha la minima idea del lavoro che ci vuole per produrlo, un bene che, in realtà, non custodisce affato, ma se ne appropria, se lo tiene per sé. Il politico è fondamentalmente un impostore, uno che imbroglia, uno che gioca sporco con il sudore e la vita altrui; il politico è un essere abominevole, mefistofelico, un essere che non ne ha mai abbastanza di nulla. E quando il mondo va a pezzi, grazie a lui e solo a lui, sostiene sempre che il mondo sta andando bene, che i problemi si risolveranno anche quando tutti stanno morendo di fame eccetto lui.

Chi pensa che il politico sia uno che ama gli uomini pensa male, il politico non ama gli uomini, ama solo se stesso. Non c’è posto per i suoi simili nella sua vita, esiste solo lui.

La politica, mio caro amico, in ogni sua fibra, atomo, cellula, in ogni suo pensiero, parola, fare, è corrotta e corruttrice, è sangue infetto, è aborto, è ignominia, il peggio del peggio della cultura umana.

Basta, basta, basta, per pietà, dici tu lettore! Ho capito, capito, ma non ho ancora afferrato, nonostante tutti i suoi sforzi di farmi capire che cos’è la politica, non ho ancora afferrato nulla. Insomma, perché il politico agisce così? Quali sono le ragioni del suo comportamento? Cosa lo spinge a questo suo truce fare? Quello che voglio dire è, c’è una spiegazione più convincente per il suo diabolico modo di trattare i suoi simili?

Sì, c’è. C’è e come! Il politico, amico mio, lungo tutto il percorso dell’umanità, si è costruito gradualmente un’arte, un’arte che porta alla luce, non il meglio della bestia umana, ma il suo lato peggiore: la sua mostruosità. L’arte del politico è tirar fuori dalle sue stesse viscere la belva, aprirle la gabbia e lasciarla libera, libera di fare e disfare, libera di dare il via alla sua brutalità, ecco il suo gioco, ecco la sua arte. La politica, attraverso milioni di stratagemmi costruiti tutti con un unico scopo, quello di fregare e annientare l’altro, riesce a mettere in atto la sua vera natura: quella intrisa di ferinità. È il rettile che domina nella testa del politico e non l’amore per il prossimo. E non parlarmi, lettore, non parlarmi, ti prego, di eccezioni. Queste non contano in un mondo governato da spietati killer!

Se il genere umano, e per me questa è ormai una faccenda assodata, se il genere umano non potrà fare a meno della politica, allora sarà la fine del genere umano. Ecco l’aut aut di cui ti ho parlato, lettore, all’inizio di questi post. Quindi, la sua morte o la nostra!

Per capire la politica, per conoscere la sua storia, il suo spirito, la sua anima, per essere cittadini informati e avveduti, leggere  Lo  Stato predatore

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *