La vecchiaia vista in termini naturali fra uomini e donne

 

Io ho 81 anni e ne compirò 82 a febbraio dell’anno prossimo, nel 2024. Questo evento, però, dipenderà da tre accadimenti fondamentali. Il primo è che io potrei morire prima: siamo tutti abbastanza maturi per morire persino quando siamo nel seno di nostra madre; il secondo dipende da me: sono io, fin quando posso e vivo, che decido su ciò che voglio fare con la mia vita; il terzo è quello a cui nessuno può sfuggire.

Detto questo, proseguiamo con l’argomento sulla vecchiaia, perché qui, su questo concetto, dobbiamo chiarire alcune cose. La prima è che nella nostra cultura, quasi a livello globale, c’è molto poco di vero, di reale, di umano, di logico e questo perché viviamo in una società piramidale. Questa, per esistere e rimanere una piramide sociale con tutti i suoi pro e contro, deve continuare a imbrogliare le carte su tutti i campi che può della vita: è quello che fa.

Il concetto di “vecchiaia”, dunque, per come la piramide sociale ce lo propone, è errato, falso. Vecchi non si nasce, vecchi si diventa. La natura dà a ogni creatura un arco di vita che va dalla nascita (e lasciamo perdere prima) alla morte. Quindi, la natura, non conosce la “vecchiaia”. Questa è una nostra invenzione e definizione. Infatti, tra me che ho 81 anni e una donna che ha 50, naturalmente parlando, chi è più giovane, io o lei? Novantanove per cento direbbero lei, ma è vero? In realtà no! Lei, dopo la menopausa, non può più avere figli; io a 81 anni sì e il mio sperma lo conferma. Io, perciò, alla mia età, potrò generare ancora la vita, quindi avere figli, lei no; io sono, in termini naturali, ancora giovare, lei è già vecchia a 50 anni.

L’uomo, dunque, può avere figli fin quando vive; la donna no, lei può avere figli per un certo numero di anni e poi non più. Detto in termini di atomi, veri, la donna a 50 anni è già da rottamare!

Se qualcuno ha da dire qualcosa per questa discriminazione brutale tra l’uomo e la donna, non deve prendersela con chi scrive, se la deve prendere invece con la “natura” oppure, se fosse un credente o una credente, col suo “creatore”. ***

C’è una storiella australiana che ci aiuterà a capire meglio questo concetto sulla vecchiaia. Un 92enne ha messo incinta la sua giovanissima badante. Lei, però, si è fatta mettere incinta da lui perché, con la nascita d’un suo bambino, pensava, tutte le sue possessioni sarebbero andate al figlio o la figlia nascente, quindi a lei, la madre. Il 92enne, quand’era ormai troppo tardi, aveva capito ch’era stato incastrato. Si finì in tribunale.

Il suo avvocato, presentandolo al giudice e al resto del pubblico in sala, si era messo a dire che il suo cliente 92enne non avrebbe potuto mai e poi mai avere figli a quella sua età, perché era impossibile e anche impensabile che il bambino fosse suo. Poi, mentre parlava, per attirare l’attenzione del giudice e del pubblico sul don Giovanni quasi centenario, si era messo a toccare un po’ troppo i pantaloni del cliente e proprio lì dove c’era l’uccello. Il don Giovanni lo bloccò subito mormorandogli all’orecchio: “Avvocato, se continui a giocare col mio pisello, perderemo la causa!”

Per quello che riguarda la vecchiaia vista un po’ più ampiamente e culturalmente, per conto mio non dovrebbe esistere neppure il concetto di vecchio, vecchia e vecchiaia: è falso!

*** Non ho nulla contro le donne, mai avuto, sono tutto per la realtà e per una società fatta, non di vuotaggine ragionata, non di discriminazioni sociali, ma di scienza e filosofia, perché solo queste sono vera salute e vera dignità.

 

 

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