Il dono atletico e lo Stato predatore

Se si va al nocciolo della vicenda, Rossi, e si deve, ti accorgi subito che non è colpa degli sportsmen se vengono stravalutati. La colpa, amico mio, è della falsa organizzazione sociale che viene impostata dallo Stato predatore, il quale, per attirare, oppiare e manipolare le masse, sfrutta qualsiasi cosa gli torni utile. I fachiri dello sport, come l’oppio religioso, come abbiamo detto e stradetto, ipnotizzano le masse, quelle che non hanno ancora scoperto da che parte sta il culo e da che parte sta la vagina, quelle che lo Stato stesso tiene nell’ignoranza e nella miseria.

Che differenza c’è, me lo sai dire, Rossi, tra un raduno alla Mecca, uno al Bigball negli USA, uno sulle rive del Gange, uno ad un comizio tenuto sulla piazza Rossa di Mosca da un demagogo, uno alla corsa di Formula uno a Monza, un raduno del gregge a Piazza San Pietro a Roma, uno per un concerto d’un cantautore, un raduno di musica classica come può essere il Concerto di Capodanno a Vienna o uno per vedere un film in prima visione? C’è differenza secondo te tra questi raduni, ammucchiate, spettacoli?

Io faccio fatica, sai, faccio molta fatica quando cerco di capire a fondo questi eventi, faccio fatica a capire le motivazioni che muovono queste masse di carne a radunarsi in luoghi dove accadono avvenimenti che hanno a che fare, non con la RAGIONE, ma coi SENTIMENTI. Si può parlare, ovviamente, di qualità dei gusti, ma il contenuto, al nocciolo, è lo stesso! Tra uno che va a vedere un match di Bigball  negli USA e uno che va al Concerto di Capodanno a Vienna, in fondo in fondo, io vedo pochissima differenza. Lo sport, la moda, l’oppio religioso, la musica fracasso, il concerto di musica classica, sono la stessa e medesima cosa: tutta roba per gente che ha bisogno di qualcuno che la diverta, che gli attutisca momentaneamente il pungolo del vuoto che la divora dentro.

I tiracalci, i grandi predicatori di nonsenso, il cantautore, il pilota di Formula uno, i partecipanti al festival di Sanremo, il ciclista di classe, i Beatles, il grande attore, il grande stilista, il grande direttore di orchestra, il grande scrittore di gialli, con qualche rarissima eccezione, sono tutti o quasi, consapevoli o no, tutti lì per fare lo sporco gioco dello Stato predatore. Come? Drogando quanto più possono coi loro “artifici” il popolo, quello senza cui nulla nasce, cresce o fiorisce. Questi signori artisti, così chiamati, sono schierati dalla parte dell’aguzzino, dalla parte dello sfruttatore!

Vedere Il Paese delle meraviglie e Lo  Stato predatore

 

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