Quando entriamo in una libreria, cosa compriamo?

Vogliamo dare ora, lettore, dato che ci siamo, una sbirciata in una libreria? Può darsi che, dopo aver letto questo scritto, ti venga la voglia di entrare in una libreria o può darsi che tu sia già un abituè. Comunque, per me, è stato sempre un piacere entrare in una libreria. Ma, ecco, bisogna fare attenzione a quello che si compra, perché entrare in una libreria è come entrare in un terreno insidioso, pieno di sabbie mobili, di sirene ammaliatrici, di virus e di malattie contagiose. Non lo si direbbe, ma è così. Alcuni sostengono che qualsiasi lettura è utile per avvicinare il lettore alla “buona letteratura”. Conosco tanta gente che non riesce a leggere altro che libri nocivi.

I libri, come le prostitute che si mettono sulla soglia della porta per attirare i clienti; così i libri vengono esposti nelle vetrine e sugli scaffali per attirare i compratori. La differenza è d’ordine fisico e mentale. La prostituta ti prende i soldi e ti calma il prurito, ma può anche rifilarti l’aids; un libro, invece, oltre a rubarti i soldi, il tempo e annoiarti a morte, può infettare anche la tua mente, quindi la tua vita. Viviamo in una società fatta di trappole e falsità. Bisogna stare attenti, pronti, tenere gli occhi bene aperti. La vita potrebbe accorciarsi drammaticamente e questo può succedere anche in un luogo di cultura.

Non fidarti, lettore, di quei libri dove sul retro di copertina c’è una bella recensione. Spesso, non sempre ma spesso, è un accalappiamento bell’e buono, un accalappiamento fatto ad arte. Per molti libri, infatti, basterebbe leggere solo il retro di copertina, è il meglio di quel libro. Pensa che il primo lavoro delle case editrici a grande distribuzione è proprio quello di presentarti il libro in modo così attraente da indurti a comprarlo senza neppure accorgertene. Ci trascorrono giorni, mesi e a volte anni per decidere la copertina, le parole da mettere sul retro, il nome del critico, possibilmente famoso, la grafica, la foto dell’autore se è carino, e così via. Gli editori vogliono prima di tutto che il libro si venda. Vogliono best-seller, best-seller, best-seller. Viviamo nel mondo del commercio, non delle idee. Queste, se uno le ha, deve usarle per fare soldi, come fanno loro, gli editori.

Gli editori, in questo paese, raramente puntano sull’originalità e sulla qualità del prodotto. A cosa serve, poi, puntare sull’originalità e sulla qualità? La gente sta diventando sempre più scema, grazie alla televisione, ai mass media, ai giornali pubblicati coi soldi dei contribuenti, a internet, ai topolino, alle riviste pornografiche, ai fumetti. Non per nulla nel Paese delle meraviglie ci sono 36 milioni di analfabeti e illetterati, più tutti gli altri. Un libro che fa pensare, primo non lo compra nessuno e poi è come dare caviale ai porci. No, agli editori non interessa il libro che fa pensare. E poi potrebbe metterli a confronto con l’Indifferenza divina e lo Stato predatore e questi potrebbero creare loro dei guai. È meglio non rischiare. Invece gli interessano quei libri che vanno a ruba, come quelli della papera d’oro. Che poi il contenuto sia rubbish, veleno o nullo, a loro non importa un fico secco.

Voglio essere generoso, lettore, ma ti posso assicurare che almeno l’80% dei libri che trovi nelle librerie, è roba inquinante, falsa, nociva. Insomma, non scandalizzarti, ma detto in nuce, da bruciare. Oggi, il carbone, il gas, il petrolio si stanno esaurendo. Potremmo rimpiazzarli, almeno per qualche tempo, bruciando l’80% dei libri e di tutte quelle altre cose inutili che infestano la nostra mente e ingombrano il nostro pianeta.

Lungo la storia si sono bruciati sempre i libri sbagliati. Nel 330 prima della nostra era, Alessandro Magno bruciò la biblioteca di Persepoli; i fanatici religiosi bruciarono la biblioteca di Alessandria, in Egitto; la Chiesa, per secoli e secoli, aveva come passatempo preferito quello di bruciare libri o di metterli all’Indice e, quando gli venivano sotto, bruciava anche gli autori; i nazisti, anche loro bruciarono libri. L’ultimo rogo è stato, che io sappia, quello dei libri di Harry Potter che il fondatore e pastore della chiesa di Cristo, Jack Brock, nel New Mexico, bruciò il 31 dicembre 2001, sostenendo che erano libri satanici.

Perciò, per una volta nella storia, proporrei ad un team altamente specializzato di eliminare almeno l’80% di tutti quei libri nocivi falsi e inutili che ingombrano le biblioteche e i luoghi di cultura.

Allora, lettore, in libreria sì, ma attenzione a cosa compri!

Vedere Il Paese delle meraviglie

 

 

 

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