Siamo all’inizio della seconda guerra mondiale, lettore. Siamo anche alla fine di settembre 2004. Serata un po’ fredda. Mia moglie ed io decidiamo di guardare in televisione La vita è bella. Non l’avevamo ancora visto. Era ora di vederlo, dopo tutto è stato un film da Oscar.
Inizio hollywoodiano: l’ebreo Guido coi piedi fuori dal finestrino dell’auto e il suo amico al volante scarrozzano per le strade e i prati della Toscana. Americanata perfetta.
Le avventure di La vita è bella, dunque, prendono il via, anzi hanno già preso il via. Una principessa piove dal cielo… Girasoli che s’inchinano al Sole… Biancaneve e i sette nani… Poeta poetico… Allora signora… Io credo… Biancaneve in mezzo agli insani… No, volevo dire i sette nani… Patate imburrate… Ebrei gassati… Fascisti goderecci… Un medico nazista fissato per gli indovinelli… Le biciclettate… Le risate… Le coglionate… Guarda quanto è bello quel tricolore… La scuola… Lo spogliarello stile circo equestre… Tutte queste immagini e molte altre vengono tinte dall’inconfondibile stile comico equestre di Guido, Guido l’ebreo… È molto bravo lui nel fare il comico equestre, l’attore-regista…